Dopo la veloce analisi delle prime due parti della nuova Norma CEI 64-8 (QUI) si segnala che anche nella parte terza approdano le modifiche di cui alla variante fuoco, a partire dalla classificazione dell’alimentazione per i servizi di sicurezza, di cui si occupa il capitolo 352 “Classificazione”, secondo il quale:
L’alimentazione per i servizi di sicurezza può essere:
– non automatica, quando la sua messa in servizio richiede l’intervento di un operatore;
– automatica, quando la sua messa in servizio non richiede l’intervento di un operatore.
L’alimentazione automatica per i servizi di sicurezza può essere classificata, in base al tempo entro cui diviene disponibile, come segue:
– classe A: di continuità, assicura la continuità dell’alimentazione, entro condizioni specificate durante il periodo di transizione, per esempio per quanto riguarda le variazioni di tensione e di frequenza;
– classe B: ad interruzione brevissima, alimentazione disponibile entro 0,15 s;
– classe C: ad interruzione breve, alimentazione disponibile entro 0,5 s;
– classe D: ad interruzione “media”: alimentazione disponibile entro 5 s;
– classe E: ad interruzione media: alimentazione disponibile entro 15 s;
– classe F: ad interruzione lunga, alimentazione disponibile in un tempo superiore a 15 s.
Tabella 1 – Comparazione tra la vecchia classificazione dell’alimentazione automatica per i servizi di sicurezza e quella nuova secondo la nona edizione della Norma CEI 64-8.
Pur mantenendo la classificazione dell’alimentazione automatica dei servizi di sicurezza in base al tempo di intervento, la nona edizione della norma introduce sei lettere (una classe in più rispetto alle cinque dell’edizione precedente) A, B, C. D, E e F. La classe D è nuova e fa riferimento all’interruzione media con intervento superiore a 0,15 secondi ma non superiore a 5 secondi. La classe E, sempre media, riguarda l’intervento tre 5 e 15 secondi. La nuova classe D però non è espressa da nessuna parte nel testo.
Ad esempio, all’articolo 710.562.2.2, per alcune tipologie di carichi nei locali medici, si fa riferimento alla classe E (interruzione entro 15 s).
710.562.2.2 Sorgenti di alimentazione di sicurezza con un periodo di commutazione ≤ 15 s
I componenti elettrici trattati in 710.564.1 e 710.564.2 devono essere collegati entro 15 s ad una sorgente di alimentazione di sicurezza capace di alimentarli per un periodo minimo di 24 h quando l’abbassamento…
3.2 Ambienti residenziali – Prestazioni dell’impianto
Per quanto riguarda il capitolo 37 si segnalano minime variazioni al corpo della Norma con alcuni allineamenti dovuti agli aggiornamenti normativi, tra cui la Norma CEI 0-21 e la Guida CEI 306-2.
37.2 Dimensionamento dell’impianto
Premesso che il dimensionamento dell’impianto elettrico è oggetto di accordo fra il progettista e il committente, in funzione delle esigenze impiantistiche di quest’ultimo e del livello qualitativo dell’unità immobiliare, si forniscono i criteri minimi e le dotazioni minime con riferimento a tre diversi livelli prestazionali e di fruibilità:
– Livello 1: livello minimo previsto da questa Norma.
– Livello 2: per unità immobiliari con una maggiore fruibilità degli impianti, tenuto anche conto delle altre dotazioni impiantistiche presenti.
– Livello 3: per unità immobiliari con dotazioni impiantistiche ampie ed innovative (domotica).
Inoltre si segnala la seguente modifica:
Salvo impedimenti costruttivi dovuti alla struttura o alla tipologia dell’edificio, la colonna montante dell’impianto (a valle del contatore) e l’interruttore generale devono essere dimensionati per una potenza contrattualmente impegnata di almeno 6 kW. La sezione del montante, che collega il contatore all’unità abitativa, non deve essere inferiore a 6 mm2
La famosa tabella A non subisce variazioni sostanziali, pur tuttavia allineandosi alla nomenclatura introdotta della Guida CEI 306-2:
Tabella 2 – Dotazioni minime dell’unità immobiliare.
NOTE ALLA TABELLA
(1) Per punto presa si intende il punto di alimentazione di una o più prese all’interno della stessa scatola. I punti presa devono essere distribuiti in modo adeguato nel locale, ai fini della loro utilizzazione.
(2) In alternativa a punti luce a soffitto e/o a parete devono essere predisposte prese alimentate tramite un dispositivo di comando dedicato (prese comandate) in funzione del posizionamento futuro di apparecchi di illuminazione mobili da pavimento e da tavolo.
(3) Il numero tra parentesi indica la parte del totale di punti prese da installare in corrispondenza del piano di lavoro.
Deve essere prevista l’alimentazione della cappa aspirante, con o senza spina. Si raccomanda che i punti presa previsti come inaccessibili e i punti di alimentazione diretti siano controllati da un interruttore di comando onnipolare.
(4) Elenco delle18 funzioni presenti nel testo che possono o meno far parte di un sistema domotico
1. Videosorveglianza
2. Allarme intrusione
3. Controllo accessi
4. Rivelazione e allarme incendio (UNI 9795), se non è prevista gestione separata
5. Antiallagamento e/o rivelazione fughe di gas
6. Gestione illuminazione con comandi
7. Gestione tapparelle, tende e coperture motorizzate
8. Gestione serramenti, porte, portoni, cancelli e sezionali motorizzati
9. Termoregolazione multizona per riscaldamento invernale e/o climatizzazione estiva
10. Gestione ventilazione meccanica forzata per qualità aria
11. Scenari programmabili
12. Gestione irrigazione monozona o multizona
13. Diffusione sonora
14. Controllo carichi per antiblackout e/o limitazione potenza prelevata da rete
15 Controllo carichi per autoconsumo per efficientamento fonti rinnovabili
16 Monitoraggio flussi energetici (produzione e consumo)
17. Gestione della ricarica dei veicoli elettrici
18. Sistemi di accumulo elettrico
L’elenco è esemplificativo e non esaustivo.
NOTA 1 Il controllo da remoto (per esempio tramite APP), pur essendo raccomandabile, non costituisce una funzione aggiuntiva.
(4 bis) Il livello 3, oltre alle dotazioni previste, considera l’esecuzione dell’impianto con integrazione domotica.
NOTA 2 L’impianto domotico è l’insieme dei dispositivi e delle loro connessioni che realizzano una determinata funzione utilizzando uno o più supporti di comunicazione (filare, radiofrequenza, power line, ecc.) ed attuando la comunicazione dei dati tra i dispositivi secondo dei protocolli di comunicazione.
Il livello 3, per essere considerato domotico, deve gestire come minimo 4 delle funzioni elencate nella nota (4) alla Ta¬bella:
(5) La superficie A è quella calpestabile dell’unità immobiliare, escludendo quelle esterne quali terrazzi, portici, ecc e le eventuali pertinenze.
(6) Si ricorda che un circuito elettrico (di un impianto) è l’insieme di componenti di un impianto alimentati da uno stesso punto e protetti contro le sovracorrenti da uno stesso dispositivo di protezione (art. 25.1).
(7) Servono per garantire la mobilità delle persone in caso di mancanza dell’illuminazione ordinaria.
NOTA 3 A tal fine sono accettabili i dispositivi estraibili (anche se non conformi alla Norma CEI 34-22) ma non quelli alimentati tramite presa a spina.
(8) Per l’alimentazione degli apparecchi di potenza nominale superiore a 1 000 W permanentemente collegati al cir-cuito di alimentazione (es. piano di cottura elettrico, scaldacqua, condizionatori,….) devono essere previsti circuiti dedicati esclusi dal conteggio del numero minimo di circuiti della Tabella A. Anche i circuiti di box, cantina e soffitte sono esclusi dal conteggio. È escluso dal conteggio anche l’eventuale circuito dedicato per l’eventuale Impianto di produzione “Plug & Play” (vedi 3.28 CEI 0-21)
(9) La Tabella non si applica alle cantine, soffitte e box alimentati dai servizi condominiali.
(10) Nelle camere da letto si può prevedere un punto presa in meno rispetto a quello indicato.
(11) In un locale da bagno, se non è previsto l’attacco/scarico per la lavatrice, è sufficiente un punto presa.
(12) Nella parentesi quadra, è indicato il numero di punti presa che possono essere spostati da un locale all’altro, purché il numero totale di punti presa dell’unità immobiliare rimanga invariato.
(13) Se l’ingresso è costituito da un corridoio più lungo di 5 m, si deve aggiungere un punto presa e un punto luce.
(14) Secondo quanto definito dalla Guida CEI 306-2 per QDSA si intende Quadro Distribuzione Segnali di Appartamento
(15) Per la scelta delle caratteristiche dell’SPD fare riferimento alla Sezione 534, che esplicita quanto segue:
“Per la protezione contro gli effetti delle sovratensioni dovute a fulminazioni e a manovre, si utilizzano gli SPD di Tipo 2.
Se la struttura è dotata di un sistema di protezione esterno dai fulmini o se è, in altro modo, specificato un sistema di protezione contro gli effetti della fulminazione diretta si devono utilizzare gli SPD di Tipo 1”.
(16) Si intende per
QUA: Quadro di Unità Abitativa
CRL: Livello di Rischio Calcolato
Continua con l’analisi della Parte quarta…. (a breve online!)