Nel dimensionare una blindo sbarra per un officina meccanica, è scaturito un valore di circa 239 A in base ai carichi forniti dal committente. Ovviamente si è seguito il criterio valido per il dimensionamento delle blindo e dal valore di cui sopra si è pensato di adottare una blindo da 250A
Da un dibattito con il committente, emerge che gli stessi carichi ubicati in un’altra officina che dovranno lasciare, sono alimentati con una blindo da 160A in quanto afferma che non vengono mai utilizzati insieme e se pure fosse, la totale contemporaneità la si può avere una o due volte l’anno.
Lui è intenzionato a comprare e fare installare una blindo da 160 A. Dal mio lato ovviamente i numeri dicono tutt’altro.
Sapete cortesemente darmi un riscontro per capire come comportarci e far comprendere al committente che un progetto ha sempre una certa valenza?
C’è qualche articolo di legge che si può interpellare?
Nel caso in cui il committente ordina e compra una blindo sotto dimensionata? In tutto questo, l’elettricista cosa rischia?
Ing. Marco Orfei
La relazione di riferimento è Ib < In < Iz dove Ib è la corrente d’impiego del circuito, In è la corrente nominale del dispositivo di protezione, Iz è la portata della conduttura. Nel caso dei condotti sbarre si devono consultare i fogli tecnici del costruttore per determinare la corretta portata in Ampere.
Per la determinazione della Ib massima da applicare al circuito sono da considerare i fattori di utilizzazione e i fattori di contemporaneità.
Ai fini del suo obiettivo consigliamo di richiedere formalmente al committente l’elenco dettagliato dei carichi con i relativi coefficienti di utilizzazione e di contemporaneità e da questi procedere al dimensionamento della condotto sbarra informando il committente del risultato consegnando il progetto ai sensi del decreto 37/08 o una variante allo stesso.