Proseguiamo il nostro percorso con una tipologia di chiusura molto diffusa: la barriera motorizzata. Considerata convenzionalmente sicura per le persone, perché la sua destinazione d’uso, ad accesso veicolare, non consentirebbe teoricamente il transito ai pedoni, in realtà presenta rischi e i pericoli relativi alla zona di attraversamento.
Riassumendo alcuni concetti definiti nelle precedenti edizioni, vi ricordiamo che tra le chiusure/porte automatiche regolarizzate dalla norma EN 12453 rientrano anche le barriere che, se motorizzate, sono considerate delle vere e proprie macchine rispondenti quindi alla Direttiva Macchine 2006/42/CE attualmente in vigore e recepita come legge con il decreto legislativo n° 17 del 2010.
Valutazione dei rischi di una barriera
Nella Norma EN 12453:2017 la barriera viene considerata una chiusura a uso promiscuo, quindi in fase di valutazione dei rischi si dovranno individuare i punti di pericolo come una qualsiasi porta o cancello. In Figura 1 vengono indicati almeno 4 punti o zone di rischio per le persone, che è necessario eliminare o ridurre al minino.
Figura 1. Barriere automatiche e zone di rischio per le persone
1 = Impatto / Schiacciamento – Sul bordo inferiore dell’anta in chiusura
2 = Impatto / Sollevamento – Sul bordo superiore dell’anta in apertura
3 = Convogliamento / Cesoiamento / Taglio – Tra l’anta e il sistema di azionamento in chiusura e in apertura
4 = Schiacciamento/ Intrappolamento – Sul contrappeso dell’anta (se presente) in chiusura e in apertura
Per ogni punto è necessario intervenire in modo diverso e per avere un aiuto concreto possiamo prendere spunto dai pittogrammi (Figura 2) che si utilizzano per individuare i rischi relativi alle chiusure verticali (molto simili).
Figura 2. Pittogrammi utili all’individuazione dei rischi relativi alle chiusure verticali
Impatto / Schiacciamento – Sul bordo inferiore dell’anta in chiusura
Per ridurre il rischio di schiacciamento e/o impatto sul bordo principale è necessario misurare la forza dinamica con l’apposito strumento come indicato nel punto 2 della Figura 3 (posizione di misura), di conseguenza si deve “regolare la forza” agendo sulla centrale che comanda il motore della barriera.
Nel caso la regolazione sia difficoltosa o fuori limite sarà necessario installare un profilo sensibile lungo il bordo principale, anche definito dispositivo di sicurezza a norma EN 12978. Esistono anche altri dispositivi di sicurezza come gli scanner laser o le barriere fotoelettriche, chiamati anche dispositivi ESPE di tipo “E” a norma EN 12978, molto efficaci ma sicuramente più costosi del classico intervento di “limitazione della forza + bordo sensibile”.
Le posizioni di misura, previste dalla norma EN 12453, sono indicate nella Figura 1: una è a 2 metri dal pavimento con un angolo d’incidenza di 45 gradi, le rimanenti sono dal lato del contrappeso (se presente). Nella Figura 3 è rappresentato il particolare accessorio “angolare” necessario per questo tipo di misura: il suo utilizzo consente di posizionare lo strumento all’altezza prevista e con l’inclinazione richiesta.
N.B. Nelle barriere dotate di “siepe” installata sotto il bordo principale è necessario considerare anche il rischio di taglio/cesoiamento che può avvenire tra le sbarrette di metallo che compongono la struttura e che si chiudono ad effetto “forbice” quando l’anta si muove in apertura verso l’alto.
Figura 3. Posizione di misura della forza dinamica delle barriere
Impatto / Sollevamento – Sul bordo superiore dell’anta in apertura
Per ridurre il rischio di impatto/sollevamento in apertura è necessario agire sulla regolazione della forza, ma in questo caso si deve utilizzare un peso di riferimento, poiché la norma prevede che la barriera non possa sollevare un corpo con peso maggiore di 20 Kg (in area pubblica) e 40 Kg (in area privata). Il caso del sollevamento è abbastanza raro ma l’impatto improvviso è molto pericoloso per il viso e le braccia delle persone, inoltre il bordo superiore deve essere modellato/livellato e non deve presentare sporgenze tali da causare rischio di uncinamento. Anche in questo caso si può eventualmente intervenire con l’installazione dei dispositivi di sicurezza citati nel punto precedente (per es. una costa sensibile EN 12978).
Convogliamento / Cesoiamento / Taglio
Il rischio di convogliamento è relativo al punto di incontro tra la superficie della struttura portante (colonna/armadietto) e la barriera, individuato nel punto di rotazione anta-motore. In questo caso, riducendo la forza di schiacciamento, non è possibile ridurre le forze presenti in prossimità del fulcro di rotazione. Effettivamente nella maggior parte dei casi le aziende costruttrici riducono il più possibile la fenditura tra barriera e colonna portante ed inseriscono delle semi-cupole a copertura e protezione della zona di rotazione per mitigare il più possibile il rischio di taglio/convogliamento.
Schiacciamento/ Intrappolamento
Il rischio di schiacciamento/intrappolamento/convogliamento nella parte retrostante della barriera si verifica solo quando è presente il “contrappeso”; questa sporgenza meccanica è piuttosto rara nelle barriere recenti, ma in ogni caso, se presente ed accessibile, è necessario eliminare questo rischio chiudendo/segregando la zona indicata, oppure è possibile installare un dispositivo a protezione totale della zona di tipo ESPE, citato precedentemente.
Come indicato dalle linee guida, in tutte le chiusure, per aumentare la sicurezza nell’area interessata dal movimento delle ante, è sempre raccomandabile installare una o più coppie di fotocellule e nel caso di uso promiscuo auto/pedoni è consigliabile l’evidenziazione sulla pavimentazione e sulle ante oltre al classico dispositivo lampeggiante e/o semaforo indicatore.
Gli altri controlli di sicurezza ed efficienza operativa
Questi appena descritti sono i rischi relativi al movimento dell’anta, ma durante l’analisi dei rischi è necessario effettuare anche altri controlli di sicurezza ed efficienza operativa che indichiamo di seguito:
– Verificare la solidità/stabilità della struttura e degli organi meccanici di sostegno;
– Verificare lo stato e l’usura di cuscinetti/cardini e/o sistemi di scorrimento;
– Verificare lo stato e il fissaggio del motore o degli organi adibiti al movimento;
– Verificare lo stato e la solidità dei fermi meccanici di fine corsa (limitazione corsa dell’anta/e);
– Verificare il sistema di sblocco manuale/meccanico; (deve permettere la chiusura/apertura manuale dell’anta);
– Se presente, verificare che il comando manuale (tastiera, chiave, pulsante, ecc.), non sia posizionato in una zona pericolosa per l’utilizzatore;
– Verificare che l’impianto elettrico sia protetto da un sezionatore/interruttore elettrico (e che non sia accessibile involontariamente);
– Verificare che il gruppo di azionamento/motore riprenda il suo regolare funzionamento dopo una temporanea mancanza dell’alimentazione elettrica;
– Verificare se è stato rispettato il livello minimo di protezione sui bordi principali;
– Se presenti, verificare lo stato dei cartelli indicatori, dei catarifrangenti e delle segnalazioni sul pavimento;
– Nel caso siano presenti dei “rischi residui non protetti per eventuali usi non conformi prevedibili”, evidenziarli e segnalarli nell’Analisi dei Rischi.
Il controllo della stabilità meccanica è molto importante per la sicurezza delle persone, un eventuale distacco con relativa caduta dell’anta può causare infortuni gravi.
Un particolare controllo indicato dalla norma EN 12453 è la valutazione del rischio residuo per l’uso non conforme, ma prevedibile, della chiusura; questa eventualità di rischio è possibile nel caso sia presente una situazione di promiscuità veicoli/pedoni nell’area di attraversamento. Nella Figura 4 si individua facilmente il passaggio pedonale e veicolare, ma in realtà non è possibile prevedere la direzione del flusso pedonale, per questo motivo la norma prescrive l’utilizzo di cartelli indicatori, proprio per evitare il passaggio delle persone sotto la barriera in movimento ed indicare il corretto transito dei veicoli.
Figura 4. Esempio di potenziale uso non conforme della chiusura e relativi cartelli indicatori
Da questa breve panoramica, si evince che anche la “barriera” è un tipo di chiusura motorizzata che può essere particolarmente insidioso sotto il profilo della messa in sicurezza, in quanto concepita principalmente per regolare l’accesso ai veicoli. Tuttavia, non si può prescindere dalla valutazione dei rischi che comporta l’eventuale attraversamento o anche soltanto l’avvicinamento da parte di un pedone. Per questo, come per tutte le altre tipologie di chiusure motorizzate, abbiamo a che fare con delle vere e proprie “macchine” a tutti gli effetti, dove quasi sempre siamo di fronte di volta in volta ad un modello unico nel suo genere, la cui messa in sicurezza è un’operazione delicata che non lascia spazio all’improvvisazione.
Microtronics da quasi 20 anni è a fianco dei Professionisti del settore con lo strumento di misura delle forze BlueForce, ed oggi anche con il Programma di Formazione rivolto principalmente agli installatori, nonché con le apposite Guide on-line per effettuare la valutazione dei rischi su tutti i tipi di chiusure motorizzate.
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