Fornire energia alla Diamond Tower di Milano ha significato installare 1.000 metri di condotti sbarre e un impiantistica elettrica in grado di distribuire l’energia e segnali a 2.000 lavoratori e a tutti i servizi dell’edificio.
Dall’alto dei suoi 140 metri, la Diamond Tower è il quarto edificio più alto di Milano. E’ il palazzo in acciaio più alto d’Italia. Un’opera architettonica, ideata dallo studio Kohn Pedersen Fox, unica nel suo genere perché caratterizzata da una geometria irregolare: le colonne perimetrali dell’edificio sono inclinate rispetto alla verticale. Una peculiarità ulteriormente esaltata dal singolare taglio della struttura, che permette al grattacielo di generare riflessi cangianti, proprio come un diamante, da cui prende il nome.
Dalla fine del 2016 l’edificio è pienamente operativo e ospita la sede centrale del Gruppo Bnp Paribas Italia. Al suo interno, ogni giorno, lavorano oltre 2.000 persone, che occupano i 30mila metri quadri dell’edificio, distribuiti su 28 piani. Il progetto di interior design è stato curato dall’architetto Paolo Mantero che, per gli uffici, ha creato le postazioni di lavoro prevalentemente in configurazione shared desk, rispondendo ai più attuali modelli organizzativi degli spazi di lavoro. L’aspetto peculiare, per quanto riguarda sia la struttura sia gli interni, è legato all’estrema attenzione riservata all’ottimizzazione dei consumi energetici. Un risultato ottenuto creando ampie vetrate, grazie alle quali è possibile sfruttare al meglio la luce naturale proveniente dall’esterno, ma anche i più moderni criteri d’isolamento, oltre a sistemi di approvvigionamento energetico basati sull’impiego delle fonti rinnovabili. Accorgimenti che hanno permesso alla Torre Diamante di ottenere la certificazione Leed Gold, uno dei più alti livelli riconosciuti dal Green Building Council per edifici costruiti secondo i principi di sostenibilità ambientale.
Non basta la sostenibilità
Pur attenendosi a questi principi, la presenza di 2.000 dipendenti ha implicato l’impiego di altrettanti computer, ai quali si sono aggiunti i consumi dell’illuminazione nelle ore serali e l’energia necessaria per il funzionamento di tutti i servizi destinati a un così elevato numero di persone. Da qui la necessità di realizzare una rete di distribuzione elettrica particolarmente performante, sia in termini di potenza, sia di continuità d’esercizio. E’ stata creata quindi un’infrastruttura di distribuzione a elevata affidabilità e capace di supportare carichi che, durante la giornata, variano in modo sensibile in funzione degli orari e delle condizioni atmosferiche. Senza dimenticare che, anche i migliori componenti, possono subire guasti accidentali o legati all’usura del tempo. Situazioni immancabili, anche in considerazione del fatto che il Gruppo Bnp Paribas Italia ha affittato la torre per 22 anni. Per oltre due decenni sarà quindi indispensabile garantire sia la qualità dell’energia distribuita sia la cura estetica dei dettagli. Un gruppo finanziario, infatti, deve comunicare la propria attenzione alla qualità di ogni singola scelta.
Da qui la decisione di realizzare l’intera infrastruttura di distribuzione elettrica con soluzioni tecnologiche di grande affidabilità, tra le quali molte sono presenti nel catalogo BTicino. L’azienda, grazie allo stretto legame con il territorio italiano e all’elevato livello di competenza dei suoi insediamenti produttivi, è in grado di fornire un elevato supporto logistico e tecnico locale, che garantisce la veloce reperibilità di ogni componente e, al tempo stesso, consulenza e design adeguati a qualunque esigenza. L’appartenenza a un gruppo internazionale, come Legrand, rende inoltre disponibili soluzioni tecnologiche già sperimentate in alcune delle più importanti installazioni a livello mondiale.
Se le prese scompaiono
Considerando che i principi dello shared desk portano i dipendenti a non avere una scrivania fissa ma, ogni volta, a collegarsi da un punto differente, anche le soluzioni per l’alimentazione e le connessioni di rete hanno avuto un’importanza funzionale, oltre che estetica. Da qui scelta di equipaggiare le sale riunioni nelle cassette di distribuzione a pavimento Interlink. Una peculiarità che ha permesso di posizionare sottopavimento centinaia di prese elettriche e dati, accessibili attraverso sportellini ergonomici. Una scelta che consente di modificare rapidamente le divisioni interne degli spazi, perché lo spostamento di pareti mobili e scrivanie non è condizionato dalla posizione delle prese elettriche. Le cassette di distribuzione sono equipaggiate con interruttori automatici BTDin e prese di alimentazione e dati della linea Livinglight BTicino, il cui design, ispirato ai più moderni criteri architettonici, può essere personalizzato scegliendo tra le decine di opzioni a catalogo. L’impiego degli apparecchi di questa serie civile, molto diffusi sul mercato, garantisce facile reperibilità anche per il futuro.
L’energia arriva dai condotti sbarre
La predisposizione e l’installazione di migliaia di prese elettriche e dei sistemi tecnologici per la gestione dell’illuminazione e dei servizi ha rappresentato, per i tecnici di Alpiq InTec Italia, l’azienda leader nell’installazione d’impianti tecnologici, un’attività sostanzialmente di routine. Molto più delicata, invece, la posa delle linee montanti che, dalla cabina di trasformazione installata nel sottosuolo, trasportano l’energia agli armadi di distribuzione di ognuno dei 28 piani della torre. A fronte di potenze elevate, i progettisti hanno dovuto confrontare i pregi e i limiti dei montanti, realizzati con cavi di grande diametro, con le caratteristiche dei condotti sbarre di potenza. I cavi, infatti, offrono una maggiore flessibilità e, dal punto di vista progettuale, richiedono una minor attenzione, ma occupano un maggiore volume. I condotti sbarre, per la loro rigidità, impongono invece una progettazione particolarmente minuziosa, accompagnata da una logistica precisa. Garantiscono però un elevato livello di sicurezza e una maggior affidabilità nel tempo. Da qui la decisione di affidarsi ai canali elettrificati prefabbricati di potenza SuperCompactPainted (SCP) firmati Zucchini, uno dei brand di BTicino. “Si tratta di una scelta impegnativa – spiega il responsabile dell’installazione elettrica Luciano Borin per conto di Alpiq InTec Italia – L’impiego di queste soluzioni deve essere pianificato con estrema attenzione, anche perché si opera all’interno di uno stabile già realizzato dove gli spazi d’installazione sono ormai definiti”. In un edificio come la Torre Diamante, la complicazione è stata data dalla necessità di posare oltre 1.000 metri di condotti sbarre per i soli montanti verticali. “Elementi che – riprende Borin – dovevano essere installati seguendo schemi molto precisi, oltre a garantire la ridondanza attraverso percorsi differenti. In quest’attività si è rivelato fondamentale il rapporto di stretta collaborazione instaurato con i tecnici di BTicino. Un team di specialisti, infatti, ha effettuato tutte le misure relative ai cavedi, ai passaggi e ai relativi ingombri. Insieme abbiamo poi definito i singoli elementi necessari che, nei tempi previsti, sono stati consegnati in cantiere corredati dalla documentazione e da una chiara numerazione relativa alla sequenza d’installazione. In questo modo i nostri tecnici specializzati, che hanno effettuato la posa dei condotti sbarre, si sono concentrati solo sulla corretta esecuzione del proprio lavoro, senza doversi preoccupare delle problematiche connesse a ingombri e intersezioni, che erano già state risolte in fase progettuale”.
Quattro piani di tecnologia
Il cuore tecnologico della Torre Diamante è però nei quattro piani sotterranei, dove si trovano i gruppi di continuità, gli armadi principali e le cabine di trasformazione che alimentano l’edificio. Una scelta, quella dei trasformatori, particolarmente delicata, in quanto la tensione deve essere abbassata da 23.000 a 380 V. Un’operazione che comporta, immancabilmente, uno spreco di energia e una situazione di rischio. A fronte di queste potenze, infatti, ogni malfunzionamento metterebbe in crisi l’intero impianto. I timori potevano essere legati alle possibili conseguenze di un incendio dell’olio utilizzato per l’isolamento. Da qui la scelta irrinunciabile, di orientarsi verso trasformatori isolati in resina. L’assenza di olio, infatti, garantisce maggiori livelli di sicurezza in caso incendio, così come previene i danni ambientali di un eventuale sversamento. Caratteristiche che hanno indotto il team di progettazione a installare due trasformatori a resina Green T.HE (Green Trasformes High Efficiency) da 2.500 kVA e due da 2.000 kVA di BTicino. Si tratta di macchine che, oltre ad essere prive di olio, hanno ottenuto, al termine di una serie di test affidati a enti terzi, le più basse perdite di categoria. Una caratteristica, quella dell’efficienza, fondamentale per la Diamond Tower, che ha ottenuto la certificazione Leed Gold. Attraverso l’impiego di questi componenti, la tensione è abbassata da 23mila a 380 V in condizioni di massima sicurezza e di minimo spreco.
Sbarre e passerelle
Tutte le montanti verticali principali, come spiega lo stesso Borin, sono realizzate attraverso condotti sbarre. Così come, condotti sbarre Zucchini da 4.000 A, composti da elementi disegnati su misura dai tecnici di BTicino per sfruttare gli angusti passaggi esistenti, collegano le cabine di trasformazione con il gruppo elettrogeno. Un elemento che, insieme agli Ups, permette di alimentare in qualunque condizione tutte le utenze di continuità presenti nell’edificio. Considerando le dimensioni della Diamond Tower, oltre alla distribuzione verticale, è altrettanto importante la distribuzione orizzontale, la cui predisposizione ha richiesto un’attenta attività sia in fase di progettazione che d’istallazione. In questi casi, infatti, si contrappone la scuola di pensiero più tradizionale, ancora legata alle passerelle chiuse, e quanti prediligono le passerelle a filo. Soluzioni, quest’ultime, che risultano molto più flessibili e semplici da installare, anche se apparentemente meno adatte a supportare notevoli quantità di cavi. Senza dimenticare che gli stessi condotti sbarre Zucchini sono alimentati da quattro corde da 185 mm2 in parallelo per ogni fase, per una lunghezza totale di ogni corda di oltre 70 m. “A fronte della necessità di posizionare decine di chilometri di cavi – spiega Borin – l’impiego di passerelle aperte ha imposto una notevole attenzione nell’ancoraggio delle staffe. Ma, una volta noti i pesi e le relative esigenze impiantistiche, il lavoro ha potuto procedere nel rispetto dei tempi previsti. Il tutto con l’ulteriore vantaggio legato al fatto che le passerelle aperte Cablofil, fornite da BTicino, una volta installate, hanno permesso una predisposizione decisamente più facile di tutti i cavi. Inoltre, trattandosi di un impianto a vista, i nostri tecnici possono individuare immediatamente eventuali problematiche a carico dei cavi. Senza dimenticare che la presenza di una struttura a rete aperta, nel nostro caso, previene il deposito di polvere o l’insediamento di eventuali roditori, oltre a facilitare la dispersione del calore in cavi che dovessero scaldarsi per effetto Joule”. Oltre agli aspetti prettamente installativi, Borin sottolinea il fatto che, anche a fronte di future evoluzioni, questa soluzione può ospitare agevolmente nuovi cavi. Ma, soprattutto, “le passerelle Cablofil permettono a chiunque di osservare a colpo d’occhio il lavoro svolto nella posa dei cavi. I responsabili di BNP Paribas hanno così apprezzare maggiormente il lavoro fatto dai tecnici di Alpiq InTec Italia”.