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Le cause più frequenti che fanno perdere le prerogative di sicurezza previste dalle norme CEI, a causa di mancata o cattiva manutenzione, si possono individuare in cinque punti.
1. Mancanza di adeguata pulizia delle superfici dei componenti elettrici che cedono il calore all’ambiente ad esempio cavi posati in cunicoli a pavimento, canali o passerelle, motori elettrici, trasformatori di potenza, sui quali si formano strati di polvere che non permette il dissipamento del calore all’ambiente circostante.
2. Mancato controllo dell’eventuale allentamento delle viti e morsetti dei quadri elettrici e giunzioni in genere.
3. Assenza o limitate verifiche periodiche dello stato dell’impianto in relazione ad eventuali cambiamenti d’uso dei locali.
4. Mancanza di controllo delle protezioni contro i contatti indiretti (differenziali) e le protezioni contro le sovracorrenti.
5. Mancanza di verifica del funzionamento e dell’autonomia delle apparecchiature predisposte per servizi di sicurezza quali: illuminazione di sicurezza, uscite di sicurezza, alimentazione dei servizi antincendio (ad esempio sistemi di rivelazione incendio, spegnimento e allarmi), gruppi di soccorso UPS, gruppi elettrogeni di emergenza (in generale mancanza o insufficienza di carburante, filtri carburante sporchi, batterie di avviamento scariche).
Si ricorda che la manutenzione è un complesso di operazioni necessarie a mantenere nel tempo l’efficienza funzionale e la sicurezza di un impianto. Le operazioni previste per una corretta manutenzione sono riportate dalla Guida CEI 0-10.

Cosa serve per una corretta manutenzione
Innanzitutto disponibilità e conoscenza dell’impianto; accessibilità in sicurezza dei componenti; materiali di ricambio a disposizione; adeguata strumentazione per le misure e utensili idonei.
Esiste poi il problema di avere a disposizione una documentazione aggiornata e poter contare su personale formato ed addestrato. Infine si dovrà attuare il piano di manutenzione e stabilire una efficiente gestione e registrazione degli interventi. Analizziamo i vari punti.
Disponibilità, conoscenza e accessibilità dipendono dalle esigenze dell’impianto e l’argomento deve essere già preso in considerazione in fase di progetto dal progettista in accordo con il committente (attenzione ai blocchi di sicurezza, alle segregazioni degli impianti, alla forma costruttiva dei quadri).
Per quanto riguarda i materiali di ricambio è fondamentale avere a disposizione materiali compatibili con i materiali installati in origine (vedere manuali). Se si cambiano i componenti occorre verificare come gli stessi vanno ad interferire con la parte esistente, occorrerà poi comunque modificare la documentazione.
La dotazione strumentale deve essere conforme alle norme di sicurezza.
Gli strumenti devono essere realizzati e provati secondo quanto previsto dalle relative norme. Ricordiamo che la guida CEI 0-11 fornisce indicazioni sulla gestione in qualità delle misure.

Documentazione aggiornata
Il problema della documentazione aggiornata riguarda la documentazione finale di impianto e il manuale di manutenzione. Si ricorda che la guida CEI 0-2 richiama in più punti il progettista a tenere conto della manutenzione che l’impianto dovrà avere. è importante sottolineare che l’applicazione corretta della guida CEI 0-2 consente la valutazione, la realizzazione, la verifica e la manutenzione secondo la regola d’arte degli impianti elettrici, elettronici e di protezione contro i fulmini con riferimento alle norme CEI e UNI.
Cos’è la documentazione finale di impianto? La documentazione finale di impianto è costituita dalla documentazione finale di progetto, che riprodurrà quindi il “come costruito” degli impianti realizzati, più quella da allegare obbligatoriamente alla dichiarazione di conformità dell’impianto ai sensi del Decreto 37/08.
La documentazione finale di progetto è costituita dai documenti del progetto esecutivo, integrati con eventuali variazioni realizzate in corso d’opera.
La documentazione finale di impianto deve comprendere la documentazione fornita dai costruttori di componenti elettrici riguardante le istruzioni per l’installazione, la messa in servizio, l’esercizio, la verifica dopo l’installazione, la manutenzione e, quando prevista, la documentazione specifica per l’affidabilità e manutenibilità dei componenti dell’impianto.
La documentazione finale di impianto è predisposta dall’impresa installatrice.
Cosa deve contenere il manuale di manutenzione? Il manuale di manutenzione deve almeno contenere i seguenti elementi: relazione descrittiva dell’impianto; indirizzi con numeri di telefono dei costruttori dei componenti installati; disegni esecutivi/costruttivi “come costruito” degli impianti e dei quadri; schemi funzionali dei quadri elettrici; copie dei cataloghi dei componenti installati; manuali operativi e di manutenzione dei componenti installati rilasciati dai costruttori; la sigla di ordinazione del fabbricante dei componenti.
Il manuale di manutenzione conterrà inoltre le istruzioni necessarie per le operazioni di manutenzione ordinaria e straordinaria da eseguire su tutti i componenti elettrici installati e le scadenze temporali, entro le quali effettuare le indispensabili verifiche periodiche, ossia il programma di manutenzione.

Il piano di manutenzione
Il piano di manutenzione è il documento complementare al progetto esecutivo che prevede, pianifica e programma, l’attività di manutenzione al fine di mantenere nel tempo la funzionalità, le caratteristiche di sicurezza e qualità, l’efficienza ed il valore economico dell’opera, tenendo conto degli elaborati progettuali esecutivi effettivamente realizzati.
Il piano di manutenzione assume contenuto differenziato in relazione all’importanza e alla specificità dell’opera e contiene l’insieme delle informazioni atte a permettere all’utente di conoscere le modalità di fruizione dell’opera, nonché tutti gli elementi necessari per limitare quanto più possibile i danni derivanti da un’utilizzazione impropria. Il programma di manutenzione prevede un sistema di controlli e di interventi da eseguire periodicamente, a cadenze prestabilite o altrimenti prefissate, al fine di una corretta gestione dell’opera e delle sue parti nel corso degli anni.
Viene in genere realizzato mediante schede ove sono indicate le operazioni di controllo e di manutenzione ritenute necessarie per prevenire avarie, guasti e disservizi.
Il programma deve contenere anche la valutazione dei rischi dell’intervento; devono pertanto essere indicate le precauzioni necessarie, le procedure, le attrezzature di lavoro, i DPI da adottare durante l’intervento e le competenze professionali degli operatori. Come deve essere organizzato il programma di manutenzione? Deve essere semplice, facilmente leggibile e flessibile, nel senso che deve potersi adeguare ai cambiamenti e alle nuove strategie manutentive.
I dati informativi di un programma è opportuno che siano classificati e codificati in modo da essere facilmente rintracciabili dall’operatore e in modo da semplificare tutto il processo del controllo gestionale.
La classificazione e la codifica costituiscono condizioni indispensabili per la creazione di una banca dati, di un controllo statistico e della gestione del magazzino.
Si deve tener conto delle scorte di magazzino, del tipo di intervento da eseguire e delle specializzazioni necessarie per l’intervento. Le verifiche devono essere effettuate in base all’esperienza tecnica di chi gestisce l’impianto, tenuto conto delle condizioni di esercizio, e delle indicazioni fornite dal costruttore dell’apparecchiatura. Un aspetto rilevante per le verifiche lo assume la documentazione, infatti, deve essere disponibile, per le persone che effettuano le verifiche la documentazione finale di impianto, documentazione come costruito.
Per quanto riguarda l’effettuazione delle verifiche si ricorda che: le prove e le misure sui sistemi elettrici vengono trattate in modo approfondito nella quarta edizione della Norma CEI 11-27.

Come avvengono i controlli?
Il programma dei controlli avviene in genere mediante schede, dove, oltre alla frequenza, vengono indicati gli elementi e i componenti da ispezionare insieme alle modalità e alle strumentazioni necessarie. Il personale incaricato deve avere adeguata competenza a seconda del tipo di controllo, che può essere semplice (in genere affidato a operai), complesso (affidato a tecnici), molto complesso (affidato a specialisti).
I controlli possono ad esempio interessare: idoneità dei locali (umidità, pulizia, temperatura ambiente, ecc.); esistenza ed integrità dei DPI con relativa documentazione di uso e stato di conservazione; integrità meccanica ed elettrica delle apparecchiature e componenti; rispondenza delle tarature delle protezioni ai valori progettuali; stato di conservazione delle apparecchiature e dei componenti nei confronti delle influenze esterne (inquinamento, polvere, ecc.); assenza di perdite di fluidi refrigeranti e controllo delle loro caratteristiche fisiche (temperatura, pressione, ecc.); efficienza e funzionalità dei segnalatori, indicatori, commutatori, ecc.; controllo del serraggio dei morsetti.
Le prove e le misure possono ad esempio interessare: l’efficienza dei relè di protezione; l’efficienza delle leve e delle parti soggette a movimento; la corretta funzionalità degli interblocchi meccanici e elettrici; l’efficienza dei comandi manuali e elettrici; l’efficienza dei dispositivi di sgancio; la continuità dei conduttori di terra e protezione; l’integrità e funzionalità della strumentazione di misura e controllo; la funzionalità dei circuiti di potenza e dei circuiti ausiliari con relativi circuiti di comando; il mantenimento dei dati di progetto (potenze assorbite, tensioni, fattore di potenza, ecc.) e dei parametri elettrici di sicurezza (impedenze di guasto, resistenza di terra, ecc.); il corretto smaltimento del calore in modo da non causare temperature eccessive nei componenti e apparecchiature; l’isolamento dei circuiti e apparecchiature.

Procedure e gestione degli interventi
Gli interventi manutentivi costituiscono la parte fondamentale del programma di manutenzione, cui sono finalizzati i controlli. Gli interventi manutentivi vengono stabiliti e pianificati sulla scorta delle indicazioni fornite dal progettista dell’impianto, dai costruttori delle apparecchiature, da obblighi di legge o normative e da prescrizioni contrattuali.
Oltre alla descrizione degli interventi con relative scadenze temporali, dovranno essere indicate le modalità di esecuzione delle operazioni con il piano di sicurezza, e la professionalità e specializzazione degli operatori addetti. Il programma manutentivo si compone generalmente di diverse tipologie di interventi (strategie manutentive) che vanno scelte in modo da mantenere i costi di manutenzione ai livelli più bassi possibili, senza nello stesso tempo perdere l’affidabilità del sistema, né tanto meno le condizioni di sicurezza.

Gli interventi manutentivi possono essere costituiti da operazioni di manutenzione programmata (finalizzati a prevenire guasti o degrado); manutenzione predittiva o secondo condizione (interventi nel momento di effettiva necessità); manutenzione a guasto (interventi dopo che si è verificata la rottura del componente, minimizzando i costi della manutenzione); manutenzione di opportunità (se gli interventi sono ottimizzati, sfruttando altre fasi di intervento, come ad esempio il programma delle ispezioni o il programma di conduzione).
Le attività di manutenzione potranno essere articolate in interventi a breve, medio e lungo termine. Il programma di manutenzione, redatto ad esempio con schede, dovrà pertanto contenere la frequenza dell’intervento, la tipologia dell’intervento (se cioè preventivo, a rottura, combinato con il controllo ispettivo, ecc.), la individuazione del componente interessato, definendo nello stesso tempo le tecniche, le procedure e le modalità dell’intervento manutentivo. Dovrà contenere anche il costo dell’intervento. è opportuno che l’attività di manutenzione venga periodicamente sottoposta a verifica al fine di migliorarne le prestazioni, di stabilire eventuali piani d’investimento e valutarne i costi e benefici.
Le verifiche potrebbero essere fatte anche più volte l’anno con la partecipazione congiunta di tutte le componenti interessate al miglioramento del servizio di manutenzione.
Si elencano, a titolo esemplificativo, alcuni dati da registrare durante il periodo di manutenzione e che possono essere utili durante le verifiche:
. cause degli eventi di guasto e avarie riscontrati;
. tempi intercorsi tra l’evento ed il tempo di inizio dell’esame dell’evento di guasto o di avaria;
. tempi necessari all’individuazione del guasto o dell’avaria;
. tempi necessari alle operazioni di ripristino delle parti oggetto dell’intervento;
. numero di interventi di manutenzione nelle varie tipologie;
. tempo intercorso tra due guasti o avarie di un componente e il tempo di funzionamento tra i due guasti ecc…

Verbalizzare i controlli
Ai sensi dell’articolo 86 del Dlsg 81/08 l’esito dei controlli di manutenzione deve essere verbalizzato e mantenuto a disposizione degli organi di vigilanza. Nei luoghi di lavoro il registro dei controlli di manutenzione può essere richiesto ad esempio in sede di verifica ispettiva (DPR 462/01) dall’ASL, INAIL o dagli organismi abilitati. NT24 ha realizzato allo scopo dei “Registri dei controlli di manutenzione” pronti all’uso, da stampare e consegnare ad esempio ai propri clienti.
E’ possibile acquistare i registri nel bookshop di NT24.