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Il numero scorso della newsletter del GME riporta un approfondimento dal titolo “Il futuro prossimo dell’incentivazione alla generazione rinnovabile” basato su analisi di Ref-E (una società di ricerca e consulenza per i mercati energetici e ambientali che si occupa di analisi della concorrenza e della regolazione), secondo il quale, almeno per i prossimi anni, gli incentivi rimangono “l’unica via per l’incremento della generazione rinnovabile, anche se le recenti riforme hanno mostrato come strumenti quali contingentamento, concorrenza del mercato e aggiustamenti automatici, siano in grado di migliorare notevolmente l’efficienza degli interventi sul settore”.

Secondo le stime pubblicate “l’obiettivo PAN (Piano di Azione Nazionale) dovrebbe essere raggiunto già al 2015: grazie soprattutto all’overshooting rispetto al target del FV, già ampiamente superato (con una produzione che si attesta sopra i 24 TWh rispetto agli 11,4 previsti per il 2020), la quota rinnovabile complessiva arriva a 111 TWh.
L’obiettivo è, tuttavia, raggiunto senza superare il limite di spesa previsto.
La spesa complessiva, considerato anche il costo prospettico annuo legato ai Certificati Verdi (CV), alla remunerazione della mini-generazione tramite tariffa omnicomprensiva (TO) e all’onere delle convenzioni CIP6 ancora in essere, dovrebbe infatti fermarsi a 4,7 miliardi di euro”.

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