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Le voci su un possibile Quinto Conto Energia per il fotovoltaico stanno mettendo in fibrillazione le imprese del settore.
Nel corso di un convegno a Modena, il ministro dell’Ambiente Corrado Clini ha toccato il tema degli incentivi agli impianti fotovoltaici, parlando di un 5° Conto Energia che “darà la priorità al fotovoltaico destinato all’autoconsumo civile e industriale, privilegiando le soluzioni rinnovabili applicate agli edifici connessi con sistemi di efficienza energetica”.
Sull’argomento, gli energy consultants Tommaso Barbetti, Andrea Marchisio, Alida Speciale, Joel Zunato, della eLeMeNS (società di consulenza indipendente nel settore dell’energia) hanno pubblicato un articolo che riportiamo di seguito.
“Operatori fotovoltaici nervosi, investimenti rallentati dopo la bolla 2011: l’attuale sistema incentivante non offre certezza. Incertezza che vale, in primis, sul valore delle tariffe dopo il primo semestre 2013; oltre questo periodo risulta difficile sviluppare piani affidabili e costringe gli operatori a gestire solo il breve periodo. A questo si aggiungono voci su un eventuale quinto Conto energia, giustificato dal rapido avvicinarsi del tetto dei 7 miliardi di euro previsti come complessivo costo annuale di incentivazione del settore.
Infatti, il Quarto Conto energia, nato con l’intento di contenere una crescita dei costi e dell’installato giudicata fuori controllo, ha previsto per la sua efficacia una scadenza temporale precisa, il 31 dicembre 2016, e due obiettivi: uno in termini di potenza complessiva installata (23.000 MW), l’altro, appunto, di costo cumulato indicativo (tra i 6 e 7 miliardi di euro). Cerchiamo di capire l’evoluzione dei costi e le prospettive che si aprono nell’immediato futuro.
Di certo, sappiamo che il costo cumulato annuo raggiunto a fine 2011 è arrivato a valori prossimi a 5,4 miliardi. Questi valori hanno allarmato parecchi osservatori, tuttavia il 2012 avrà con tutta probabilità un andamento ben diverso rispetto al recente passato. Questo è dovuto non solo, e non tanto, al taglio dell’incentivo quanto all’impianto complessivo del quarto Conto (mancata apertura del registro grandi impianti per il secondo semestre 2012) e agli effetti del blocco alla realizzazione di impianti su terreno agricolo (decreto legislativo 28 del 2011).
L’insieme di questi elementi comprimerà l’installato dell’anno in corso rispetto ai numeri che immaginavamo. Molto probabilmente quindi la prima soglia indicativa di 6 miliardi di euro non sarà raggiunta nel corso del 2012 bensì nel corso del primo semestre 2013.
A questo punto saremo all’interno del nuovo meccanismo previsto dal quarto Conto energia per il quadriennio 2013-2016, che blinda la spesa a non più di 1.361 milioni di euro. Dall’impianto del decreto stesso si deduce, infatti, che valore dell’incentivo e termine di efficacia del decreto stesso diventano variabili in funzione di questo limite di costo. Partendo da questi presupposti i possibili scenari sono: o di forte crescita, in cui i 7 miliardi di costo dell’incentivo verrebbero raggiunti tra giugno e dicembre 2014, o al contrario di stabilizzazione, caratterizzata quindi dalla scomparsa dei grandi impianti a terra in area agricola, stentata crescita di quelli su edificio, diffusione accelerata di quelli piccoli che, tuttavia, aumentano marginalmente la potenza cumulata. In questo caso il budget degli incentivi verrebbe raggiunto nel corso del secondo semestre 2015.
Da analisi sviluppate in eLeMeNS, azzardando alcune ipotesi sull’installato nei vari semestri, possiamo attenderci la fine del quarto Conto energia entro giugno 2015. Per come strutturato, il quarto Conto energia non è quindi di per sé in immediato pericolo di vita. Le voci sempre più insistenti di un suo prepensionamento non trovano oggettivi riscontri nei valori che genera. Se così sarà, dipenderà quindi esclusivamente da valutazioni di carattere politico (governativo) e probabilmente qualsiasi intervento in tal senso dovrebbe in ogni caso essere fatto entro l’estate, probabilmente dopo il varo del “decreto elettrico” che regolerà l’incentivazione per le altre fonti rinnovabili.
In quest’ottica, siamo convinti della scarsa utilità di modifiche nel corso del 2012 che, come abbiamo già argomentato, non sarà un anno caratterizzato da impreviste impennate dell’installato; sarebbe inoltre ragionevole concedere agli operatori il tempo necessario a rivedere i propri piani di investimento con qualche mese di anticipo. I recenti avvenimenti in Germania (taglio repentino della tariffa del 20% – 30%) tuttavia non aiutano in tal senso.
Per quanto riguarda invece la discussione circa i tagli alle tariffe, questi devono essere presi in esame sotto una duplice veste. In primo luogo potrebbero scoraggiare una rischiosa corsa all’installato nel primo semestre 2013, neutralizzando una possibile seconda bolla fotovoltaica. La messa in moto di queste dinamiche consentirebbe, in seconda battuta, una migliore distribuzione dei costi negli anni ed un sensibile incremento dell’installato totale. Tagli delle tariffe nel primo semestre 2013 nell’ordine del 10% – 20% andrebbero nella direzione di mantenere a livelli sostenibili i decrementi semestrali successivi e avvicinerebbero l’attuale sistema di incentivazione alla “naturale” scadenza del 31 dicembre 2016 senza superare il tetto dei 7 miliardi”.