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Negli ambienti a maggior rischio in caso di incendio possono essere installati soltanto i componenti elettrici strettamente necessari per l’uso dell’ambiente stesso.
Unica eccezione consentita riguarda le condutture, che possono transitare nell’ ambiente.
E’ vietato installare nelle vie d’uscita apparecchi elettrici contenenti fluidi infiammabili (il divieto però non riguarda i condensatori ausiliari incorporati negli apparecchi).
I dispositivi di manovra, controllo e protezione devono essere installati in luoghi non accessibili al pubblico, diversamente devono essere posti entro involucri apribili con chiave o attrezzo.
Questa disposizione evidentemente non vale per i dispositivi destinati a facilitare l’evacuazione del pubblico. I componenti elettrici, sia in funzionamento ordinario sia in situazione di guasto dell’impianto, devono rispettare la disposizioni delle norme CEI 64-8/4 relative alla protezione contro gli incendi.
Inoltre i componenti elettrici installati in vista (a parete o a soffitto) per i quali non esistano le norme relative, devono essere di materiale isolante resistente alle prove previste nella tabella 1

(Prove di verifica del comportamento dei componenti elettrici in assenza di norme CEI specifiche).

Un’adeguata distanza deve essere interposta fra apparecchi di illuminazione e oggetti illuminati quando questi ultimi sono di materiale combustibile.
In particolare per faretti e piccoli proiettori, tale distanza non deve essere inferiore a:
– 0,5 m per lampade di potenza fino a 100 W;
– 0,8 m per lampade di potenza da 100 a 300 W;
– 1 m per lampade di potenza da 300 a 500 W.

Inoltre se si utilizzano apparecchi di illuminazione equipaggiati con lampade ad alogeni (salvo quelle alimentate a bassissima tensione di sicurezza) o con lampade ad alogenuri, questi devono essere dotati di un proprio dispositivo di protezione contro le sovracorrenti e di uno schermo di sicurezza onde evitare, in caso di rottura delle lampade, la proiezione di frammenti la cui temperatura potrebbe innescare l’incendio.

Barriere tagliafiamma
Barriere tagliafiamma devono essere predisposte ogni qualvolta una conduttura attraversa solai o pareti che delimitano il compartimento antincendio.
Le barriere devono otturare le aperture che restano dopo il passaggio della conduttura e, se la conduttura è costituita da tubi protettivi, canali, condotti sbarre, anche lo spazio interno di tali elementi.
Le barriere tagliafiamma devono avere caratteristiche di resistenza al fuoco almeno pari a quelle richieste per gli elementi costruttivi del solaio o pareti attraversati dalla conduttura e devono soddisfare le seguenti prescrizioni:
– non devono essere causa di danni meccanici, termici, chimici od elettrici nei riguardi dei materiali della conduttura;
– devono consentire gli spostamenti dovuti alla dilatazione termica senza una riduzione della qualità dell’otturazione;
– devono presentare una stabilità meccanica adeguata per sopportare gli sforzi che possono prodursi in seguito al danneggiamento dei supporti della conduttura causati da un incendio (diversamente è necessario che mensole o supporti siano installati a meno di 75 cm dalla barriera tagliafiamma e possano sopportare le sollecitazioni derivanti dalla rottura dei supporti dal lato incendio;
– devono resistere alle influenze esterne, in particolare alla eventuale penetrazione d’acqua.
Di massima possono ritenersi sufficienti sbarramenti disposti in corrispondenza delle pareti e solette attraversate.
Tuttavia non si devono superare i seguenti distanziamenti:
– 5 m nei percorsi verticali;
– 10 m nei percorsi orizzontali. Nei percorsi misti è opportuno aggiungere sbarramenti alla base dei tratti verticali.
Con cavi non propaganti l’incendio si può arrivare a distanziamenti di 10 m nei tratti verticali, mentre non sono strettamente necessari sbarramenti nei tratti orizzontali.
Sbarramenti antifiamma sono raccomandati inoltre, qualunque sia il tipo di cavi, all’entrata di quadri o altre apparecchiature elettriche possibili sedi di archi o di incendio.
Le barriere antifuoco possono essere realizzate con componenti inerti o attivi. I primi sono resistenti al fuoco (materiali refrattari), ma non capaci di occludere le cavità originate, in seguito all’incendio, dalla consunzione degli isolanti dei cavi o tubi in PVC, mentre i componenti attivi, sottoposti al fuoco, si espandono rapidamente occludendo le cavità formatesi.

Condutture
Particolare attenzione la norma dedica alle condutture ritenendole molto pericolose in quanto con il loro materiale isolante possono costituire sia causa di innesco sia elemento di propagazione dell’incendio.
Si ricorda che con il termine conduttura si intende l’insieme costituito da uno o più conduttori elettrici e dagli elementi che assicurano il loro isolamento, il loro fissaggio e la loro eventuale protezione meccanica.
La norma considera varie tipologie di condutture che possono essere installate in relazione al tipo di cavo e di canalizzazione impiegata e al tipo di posa

( mostra tabella Caratteristiche delle condutture)

e le classifica nei tre gruppi seguenti:
– 1 gruppo: condutture che non richiedono ulteriori requisiti di protezione. Per loro costruzione o installazione non possono essere causa di innesco dell’incendio, perché isolate dall’ambiente esterno, e neppure di propagazione delle fiamme, perché non vi può essere apporto dell’ossigeno necessario per lo sviluppo della fiamma;
– 2 gruppo: condutture che richiedono sistemi di protezione nei confronti della propagazione delle fiamme. Queste condutture non possono essere causa di innesco perché sono dotate di schermo metallico che separa i conduttori attivi dall’ambiente esterno. Tuttavia essendo dotate di una guaina esterna in materiale combustibile possono propagare l’incendio;
– 3 gruppo: condutture che richiedono idonei sistemi di protezione per quanto riguarda la prevenzione sia contro l’innesco sia contro la propagazione dell’incendio.
Sono quindi le condutture più pericolose che richiedono particolari attenzioni.

Prescrizione per l’installazione delle condutture
Le condutture che attraversano le vie di uscita di sicurezza non devono costituire ostacolo al deflusso delle persone e preferibilmente non essere a portata di mano.
Comunque, se a portata di mano, devono essere poste entro involucri o dietro barriere che non creino intralci al deflusso e che costituiscano una buona protezione contro i danneggiamenti meccanici prevedibili durante l’evacuazione.
E’ vietato l’impiego dei sistemi di distribuzione TN-C (con conduttori di protezione e di neutro combinati in un unico conduttore PEN).
Questa disposizione deriva dal fatto che il conduttore PEN viene percorso, anche un funzionamento ordinario dell’impianto, dalla corrente di squilibrio la quale, circolando nelle masse e masse estranee connesse al PEN, potrebbe anche richiudersi attraverso circuiti alternativi.
Questi, se interessano elementi metallici non previsti per costituire il circuito di ritorno della corrente (E’ vietato l’impiego di sistemi TN-C in quanto le correnti di squilibrio possono dar luogo a surriscaldamenti o scintillii mostra figura), possono dar luogo, nei punti di discontinuità o di maggior resistenza, a scintillii o surriscaldamenti pericolosi.
Per lo stesso motivo nei sistemi TN con conduttori di protezione e di neutro separarti è vietato collegare tra loro i suddetti conduttori (E’ vietato collegare il neutro al conduttore PE mostra figura). Ne risulta che sono ammessi solo i sistemi TN-S.
Una deroga a tale disposizione è consentita per le condutture solamente passanti nel luogo a maggior rischio. Al fine di non determinare temperature pericolose la norma prescrive che i conduttori dei circuiti in corrente alternata siano disposti in modo che le eventuali parti metalliche adiacenti non siano soggette a pericolosi riscaldamenti per effetto induttivo.
Una risoluzione pratica a questo problema è quella di utilizzare cavi multipolari o raggruppare i cavi unipolari in un unico circuito, infilando nello stesso tubo i conduttori di tutte le fasi. In questo caso infatti gli effetti induttivi dei cavi conduttori si elidono.

Prescrizioni per la protezione delle condutture
Le condutture devono essere protette in conformità alle prescrizioni generali indicate dalle norme CEI 64-8/4 per i luoghi ordinari, con l’obbligo però di installare i dispositivi di protezione contro cortocircuiti e sovraccarichi a monte degli ambienti a maggior rischio in caso di incendio.
La protezione contro i cortocircuiti può non essere installata:
– sulle condutture che collegano generatori, trasformatori, raddrizzatori e batterie di accumulatori ai rispettivi quadri, quando la protezione è inserita nel quadro;
– sui circuiti di misura;
– sui circuiti la cui apertura improvvisa potrebbe essere causa di pericolo (ad esempio circuiti di eccitazione delle macchine rotanti, di alimentazione elettromagneti di sollevamento, circuiti secondari dei TA, circuiti di alimentazione dispositivi antincendio) a condizione che la conduttura sia realizzata in modo da ridurre al minimo il rischio di cortocircuito e che non sia posta in vicinanza di materiali combustibili.
I soli circuiti terminali (ossia i circuiti collegati agli apparecchi utilizzatori o alle prese a spina) singoli o raggruppati, realizzati con condutture del gruppo 3, devono essere protetti, oltre che nei riguardi del sovraccarico e corto circuito, anche verso la corrente di guasto a terra che potrebbe generare sovrariscaldamenti localizzati nel punto di deterioramento dell’isolante ed in altri punti a maggior resistenza degli eventuali circuiti di ritorno (paralleli al conduttore di protezione) costituiti da masse, masse estranee ed altri elementi metallici in contatto.
La protezione può essere realizzata con una dei seguenti metodi:
– installazione di un dispositivo di rilevazione continua della corrente di dispersione verso terra che determini l’apertura automatica del circuito al manifestarsi del decadimento dell’isolamento.
Se, per ragioni di continuità del servizio, non è possibile interrompere l’alimentazione, il dispositivo di rilevazione, anziché aprire il circuito, deve azionare un allarme ottico ed acustico;
– installazione di un interruttore differenziale con corrente di intervento (anche ritardato) Idn â 0,5 mA. Dai provvedimenti indicati sono escluse le condutture di distribuzione, i circuiti di sicurezza ed inoltre le condutture dei circuiti terminali:
– racchiuse in involucri con grado di protezione almeno IP4X;
– i tratti finali di cavo uscenti dall’involucro per il necessario collegamento all’apparecchio utilizzatore. Il controllo delle correnti di guasto risulta più efficace quando la canaletta o il tubo sono metallici e svolgono anche la funzione di conduttore PE, oppure quando, con condotti isolati, si inserisce nel loro interno il conduttore di protezione nudo. In tal modo lungo tutto il circuito, a fianco ai conduttori di fase si viene a trovare un eventuale conduttore di ritorno che raccoglie e convoglia a terra la corrente di guasto.
Ciò consente di rilevare sia il guasto fase-terra sia quello fase-fase ( la presenza del conduttore PE nudo trasforma quest’ultimo in un guasto fase-terra) e di eliminarli al loro insorgere.

Prescrizioni aggiuntive relative ai vari tipi di ambiente
Oltre alle prescrizioni di carattere generale indicate nei paragrafi precedenti, devono essere osservate anche le seguenti disposizioni in relazione al tipo di luogo.

Luoghi di tipo A
Questi ambienti sono caratterizzati da grande densità di affollamento, dall’elevato tempo di sfollamento o da un elevato danno ad animali o cose.
Pertanto in caso di incendio il rischio maggiore deriva dall’eventuale presenza di fumi e gas tossici prodotti dalla combustione dei materiali isolanti. Per tale motivo la norma chiede che, quando i cavi delle condutture comprese nel II e III gruppo sono riuniti in quantità significative in relazione alle altre sostanze combustibili presenti, nei riguardi dei fumi e gas tossici, si devono adottare provvedimenti analoghi a quelli stabiliti dalle autorità competenti per le altre sostanze combustibili. In pratica è opportuno porre attenzione al probblema utilizzando eventualmente cavi a bassa emissioni di fumi e gas corrosivi (Norma CEI 20-38). Quando è richiesto che il cavo debba continuare a svolgere la sua funzione di conduttore di energia, di segnali, di comando e di informazioni (impianti antincendio, luci di sicurezza, ecc.) per far fronte all’incendio e consentire al pubblico di evacuare l’edificio, è necessario utilizzare cavi resistenti al fuoco (Norma CEI 20-36).

Luoghi di tipo B
In questi ambienti, aventi strutture combustibili, i componenti dell’impianto (quindi con esclusione degli apparecchi utilizzatori) che nel funzionamento ordinario possono produrre archi o scintille (come, ad esempio, gli apparecchi di manovra, le morsettiere, i relè, ecc.) devono essere racchiusi in custodie aventi grado di protezione almeno IP4X.

Luoghi di tipo C
Sono luoghi a maggior rischio in caso d’incendio per la presenza di materiale infiammabile o combustibile.
Per essi la norma stabilisce le seguenti prescrizioni aggiuntive: a) Tutti i componenti dell’impianto (ad esclusione delle condutture), gli apparecchi di illuminazione ed i motori devono essere posti entro involucri aventi grado di protezione non inferiore a IP4X e comunque conformi alle prescrizioni di sicurezza delle rispettive norme, scelti e messi in opera tenendo conto delle condizioni ambientali di installazione. Per gli apparecchi di illuminazione questa prescrizione si applica ai vari componenti con esclusione delle lampade. Per i motori il grado di protezione IP4X è riferito alle custodie delle morsettiere e dei collettori; per le altre parti attive il grado di protezione deve essere almeno IP2X. b) I componenti elettrici devono essere ubicati o protetti in modo da non essere soggetti allo stillicidio di eventuali combustibili liquidi.
Le prescrizioni dei punti a) e b) si applicano generalmente a tutto l’ambiente considerato; tuttavia, nei casi particolari in cui il volume di materiale combustibile è ben definito, prevedibile e controllato, la zona entro la quale gli impianti elettrici e i relativi componenti devono avere i suddetti requisiti può essere limitata alla sola zona circostante il volume del materiale combustibile stesso.

In mancanza di elementi di valutazione delle caratteristiche del materiale infiammabile e combustibile e del comportamento in caso di guasto dei componenti elettrici, si assumeranno distanze non inferiori a (mostra figura Individuazione della zona. attorno al volume del materiale combustibile, nella quale gli impianti elettrici devono presentare particolari requisiti):
– 1,5 m in orizzontale, in tutte le direzioni o comunque non oltre le pareti che delimitano il locale e relative aperture provviste di serramenti;
– 1,5 metri in verticale, verso il basso e comunque non al di sotto del pavimento;
– 3 m in verticale, verso l’alto e comunque non al di sopra del soffitto.