
Il settore elettrotecnico ed elettronico rappresenta uno dei pilastri fondamentali dell’industria italiana, contribuendo in modo decisivo alla crescita economica, alla transizione digitale e alla sostenibilità ambientale del Paese. Con un fatturato che supera i 100 miliardi di euro e un impatto diretto sul 56% del PIL nazionale, questa filiera si conferma come motore strategico per produttori, distributori, installatori e progettisti. In questo articolo analizziamo il ruolo di ANIE Confindustria, le tecnologie chiave, le sfide di competenze, l’innovazione e le strategie per rafforzare un comparto indispensabile per il futuro industriale
Cosa fa ANIE Confindustria e perché è strategica per l’industria italiana?
Nel 2025 ANIE Confindustria celebra 80 anni al fianco dell’industria elettrotecnica ed elettronica italiana. Il comparto rappresentato da ANIE – con aziende attive nei settori dell’Energia, Building, Industria e Infrastrutture – è oggi centrale per la strategia industriale italiana ed europea. ANIE non è solo un attore di filiera, ma una piattaforma tecnologica abilitante che sostiene l’intera catena del valore industriale. Durante l’evento “Da 80 anni ANIE conduce OLTRE”, è stato presentato lo studio realizzato con The European House – Ambrosetti, che mostra come il comparto contribuisca direttamente a innovazione, sostenibilità e digitalizzazione dell’economia.
ANIE è oggi una delle colonne portanti della trasformazione tecnologica dell’industria italiana.
Quanto vale il settore elettrotecnico in Italia e perché è centrale per l’economia?
Il valore generato dalle tecnologie elettrotecniche ed elettroniche supera i 1.100 miliardi di euro, pari al 56% del PIL nazionale. Parliamo di una filiera strategica per l’economia reale, che genera un fatturato aggregato di oltre 103 miliardi di euro e traina comparti chiave come l’automazione industriale, la gestione dell’energia e la digitalizzazione delle infrastrutture. Il settore elettrotecnico italiano è un motore silenzioso ma potente dell’economia del Paese.
Tra il 2019 e il 2023, il comparto è cresciuto del +40%, rispetto a una media nazionale del +25%. Le imprese ANIE hanno dimostrato solidità anche in un contesto economico incerto, con performance anticicliche (+2,2% nel 2024, contro -3,7% del manifatturiero).
Quali tecnologie guidano la transizione digitale ed ecologica in Italia?
Secondo l’IEA, l’86% della riduzione delle emissioni europee entro il 2030 dipenderà da tecnologie avanzate. Molte di queste – automazione, efficientamento, digitalizzazione – sono sviluppate dalle imprese ANIE.
La transizione digitale e green si fa con sensori, inverter, quadri elettrici intelligenti e infrastrutture connesse. Nel 2023, oltre il 33% delle imprese ANIE ha depositato brevetti e più della metà esporta stabilmente. L’adozione di queste tecnologie ha impatti diretti su sostenibilità ambientale e produttività: la produttività media del lavoro nel comparto è di oltre 91.000 euro per addetto, contro i 58.800 della media nazionale.
Perché mancano tecnici specializzati nel settore elettrico e come colmare il gap?
Oltre il 75% delle aziende del comparto segnala difficoltà nel reperire competenze tecniche. Mancano installatori, progettisti, tecnici dell’automazione, esperti in digitalizzazione e figure di raccordo tra progettazione e cantiere.
Il vero collo di bottiglia della filiera elettrica italiana oggi è il capitale umano qualificato.
La formazione tecnica è debole: solo il 49% della popolazione italiana possiede competenze digitali di base. Gli ITS hanno tassi occupazionali dell’84%, ma sono ancora marginali. Serve una visione sistemica, con coinvolgimento di imprese, scuole, famiglie e istituzioni per rendere attrattive le professioni tecniche.
Come investe il settore elettrotecnico in ricerca e innovazione? Dati e opportunità
Il comparto ANIE investe circa il 4% del fatturato in Ricerca & Sviluppo, posizionandosi ai vertici dell’industria italiana. Il 79% delle imprese svolge attività di ricerca interna, il 58% collabora con fornitori, il 48% con università e centri di ricerca.
Tra il 2015 e il 2023, le richieste di brevetto ANIE sono cresciute del 57%, superando Germania e USA.
Nonostante questi numeri, l’Italia resta indietro: solo l’1,3% degli occupati lavora in R&S. Per competere servono incentivi semplici, percorsi ibridi di carriera, e una cultura industriale che premi l’innovazione anche nelle PMI.
Quali rischi corre la supply chain del settore elettrico e come renderla resiliente?
Oltre il 55% delle aziende ANIE ha avuto problemi di approvvigionamento di materie prime, e il 58% ha riscontrato difficoltà sui componenti elettronici. Le fragilità sono legate alla dipendenza da fornitori esteri e filiere opache.
In un sistema altamente interconnesso, la resilienza della supply chain è un fattore competitivo decisivo.
Servono politiche industriali che favoriscano il reshoring, il riciclo locale, e accordi di filiera per garantire continuità produttiva. Le PMI, in particolare, devono essere supportate con strumenti mirati per evitare blocchi e perdita di competitività.
Quali sono le strategie per rafforzare il settore elettrotecnico in Italia nei prossimi anni?
Tre sono le leve strategiche identificate da ANIE e Ambrosetti per rafforzare il comparto:
• Competenze – Rafforzare la formazione tecnica e digitale, sostenere ITS e programmi di aggiornamento professionale.
• Ricerca & Sviluppo – Stabilizzare gli incentivi, favorire il trasferimento tecnologico e supportare le PMI nell’accesso agli strumenti R&S.
• Resilienza della filiera – Potenziare il reshoring, valorizzare le materie prime seconde e incentivare accordi di filiera nazionali ed europei.
Il settore elettrotecnico è un asset strategico per l’Italia: serve una politica industriale integrata, coordinata e strutturale.