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È in vigore dal primo novembre la nona edizione della Norma CEI 64-8. Il precedente documento normativo, l’ottava edizione, non avrà un periodo di validità in parallelo alla nona. In questo articolo, primo di una serie di approfondimenti che pubblicheremo nelle prossime settimane, presenteremo  i contenuti della nuova Norma, evidenziandone le principali novità capitolo per capitolo.

La Norma CEI 64-8 non è il primo e l’unico documento che il CEI dedica agli impianti elettrici di bassa tensione. Le prime prescrizioni risalgono all’edizione della Norma CEI 11-1 del 1910. A queste hanno fatto seguito la Norma CEI 23-1 del 1942 contenente le “Norme per gli impianti interni a tensione non superiore a 600 V”, la Norma CEI 11-11 del 1959 “Norme per gli impianti elettrici negli edifici civili” e la Norma CEI 64-6 (1978) “Norme generali per gli impianti elettrici utilizzatori. Protezione contro le sovracorrenti delle condutture nei sistemi a tensione nominale non superiore a 1.000 V in corrente alternata e 1.500 V in corrente continua”.

Agli “impianti elettrici utilizzatori negli edifici a destinazione residenziale e similare” era dedicata anche la Norma CEI 64-9 (prima edizione 1987) che sostituiva la citata Norma CEI 11-11 e la Norma 64-3 (1972) “Impianti elettrici negli edifici prefabbricati e nelle costruzioni modulari”.
Come ricorda la premessa alla prima edizione della Norma CEI 64-8, poi, «Le presenti Norme sostituiscono le Norme CEI 11·1 e 11-8 per quanto riguarda gli impianti utilizzatori e, con il Cap. VI, le Norme CEI 64-6».

Oltre alle prescrizioni contenute nella Norma CEI 64-8 possiamo fare riferimento anche alle guide emanate per l’edilizia a uso residenziale e terziario, dedicate all’integrazione degli impianti elettrici utilizzatori e per la predisposizione delle infrastrutture per gli impianti di comunicazioni e impianti elettronici negli edifici (serie CEI 64-50) e alle guide per la predisposizione delle infrastrutture per gli impianti elettrici, elettronici e per le comunicazioni (serie CEI 64-100).

Agli impianti elettrici di bassa tensione si applicano inoltre le seguenti:
– Guida CEI 0-2 “Guida per la definizione della documentazione di progetto degli impianti elettrici”;
– Guida CEI 64-12 “Guida per l’esecuzione dell’impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario”;
– Guida CEI 64-14 “Guida alle verifiche degli impianti elettrici utilizzatori”;
– Norma CEI 64-15 “Impianti elettrici negli edifici pregevoli per rilevanza storica e/o artistica”;
– Guida CEI 64-17 “Guida all’esecuzione degli impianti elettrici nei cantieri”;
– Guida CEI 64-19 “Guida agli impianti di illuminazione esterna”;
– Norma CEI 64-20 “Impianti elettrici nelle gallerie stradali”;
– Norma CEI 64-21 “Ambienti residenziali. Impianti adeguati all’utilizzo da parte di persone con disabilità o specifiche necessità”;
– Guida CEI 64-61 “Linee guida per l’ammodernamento delle colonne montanti dei condomini e indicazioni per la messa in opera degli impianti di servizi aggiuntivi”;
– Guida CEI 64-62 “Scelta delle protezioni degli apparecchi di illuminazione per installazione fissa”;
– Norma CEI 64-63 “Guida alla raccolta di deviazioni nazionali in Europa relative alla serie HD 60364”;
– Norma CEI 64-7 “Impianti di illuminazione situati all’esterno con alimentazione serie”.

Per la connessione alla rete elettrica di bassa tensione, si applica, infine, la Norma CEI 0-21 “Regola tecnica di riferimento per la connessione di Utenti attivi e passivi alle reti BT delle imprese distributrici di energia elettrica”.

Tabella 1 – Data di entrata in vigore delle nove edizioni della Norma CEI 64-8 a partire dal 1984.

Struttura della norma

Per affrontare lo studio della Norma CEI 64-8, a prescindere dall’edizione di riferimento, e applicare le prescrizioni minime a favore della sicurezza degli impianti elettrici di bassa tensione è necessario comprendere la struttura del documento.
Cominciamo dicendo che la norma può essere suddivisa idealmente in tre insiemi principali:
– Le prescrizioni generali che si applicano a tutti gli impianti elettrici fino a 1.000 V in corrente alternata e 1.500 V in corrente continua, contenute nelle parti dalla 1 alla 6;
– Le prescrizioni particolari che si applicano ad ambienti e applicazioni speciali contenute nella Parte 7;
– Le prescrizioni per l’efficienza energetica degli impianti elettrici e per gli impianti elettrici dei prosumer contenute nella Parte 8.

Nella premessa generale è indicato che la Norma CEI 64-8 costituisce il riferimento CEI alla regola dell’arte per gli impianti elettrici di bassa tensione. Fa seguito l’elenco “delle principali disposizioni legislative che fanno riferimento alle Norme CEI, e per i cui ambiti di applicazione risulta fondamentale la […] Norma CEI 64-8”, seguite dalle note informative «di esclusivo carattere informativo, relative all’importanza delle Norme CEI in generale e della Norma CEI 64-8 in tutti i contesti in cui siano realizzati impianti elettrici in bassa tensione».

Prescrizioni generali

Prima di cominciare l’analisi dei contenuti, si segnala che la Norma ha ora come titolo “Impianti elettrici a tensione nominale non superiore a 1000 V in corrente alternata e a 1500 V in corrente continua”. E’ stata eliminata la dicitura “impianti utilizzatori”, del resto, non ha più senso parlare dei soli impianti “utilizzatori”, visto che in italia raggiungeremo ben presto quota due milioni di utenti attivi, grazie all’avvento della generazione distribuita (1,5 milioni di impianti fotovoltaici attivi a dicembre 2023).

Oggetto, scopo e principi generali

Per quanto riguarda la Parte 1 della Norma, non si segnalano particolari stravolgimenti. Viene ricordato che i principi contenuti nella Norma CEI 64-8 sono da ritenersi validi anche per gli impianti realizzati nei luoghi pericolosi per la presenza di atmosfere esplosive, inoltre si fa esplicito riferimento ad ulteriori documenti normativi, tra cui la Regola tecnica 0-21 e la Guida CEI 64-15 per gli edifici pregevoli per arte o storia. Per completezza, anche la nuova Norma CEI 64-64 è citata nel testo, e si riferisce agli impianti di bassa tensione di competenza dei Distributori.

1 Oggetto, scopo e principi fondamentali
11 Oggetto
La presente Norma si applica anche agli impianti elettrici nei luoghi pericolosi per la presenza di atmosfere esplosive con le modifiche e integrazioni fornite dalle Norme della famiglia CEI EN 60079.
Commento
11.1 Gli impianti elettrici utilizzatori di edifici a destinazione residenziale e gli impianti che richiedono potenze dello stesso ordine di grandezza, sono generalmente alimentati direttamente da una rete di distribuzione pubblica di I Categoria e il loro modo di collegamento a terra può essere del tipo TT. Vedi in proposito la Norma CEI 0-21.
Gli impianti di cui sopra corrispondono agli impianti “utente” (utenti passivi) di cui alla CEI 0-21.
Gli impianti elettrici utilizzatori che richiedono potenze maggiori sono generalmente alimentati tramite una cabina di trasformazione ed il loro modo di collegamento a terra può essere del tipo TN oppure IT.

Inoltre si ricorda che la Norma CEI 64-15 fornisce i criteri da seguire per la progettazione, la realizzazione, le verifiche, l’esercizio e la manutenzione degli impianti elettrici negli edifici pregevoli per arte o storia e in quelli destinati a contenere oggetti d’interesse culturale, pubblici e privati, che risultino sottoposti a tutela ai sensi del Decreto Legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004 e successive modificazioni e integrazioni.

11.4 La presente Norma non si applica neppure: agli impianti per la distribuzione pubblica dell’energia elettrica;
NOTA agli impianti per la distribuzione pubblica dell’energia elettrica si applica la futura CEI 64-64;

Nel successivo capitolo 13 “Principi fondamentali” si fa riferimento alle definizioni aggiornate di protezione contro i contatti diretti e indiretti, definizioni internazionali che verranno poi riprese nella parte 2:

13.1 Prescrizioni per la sicurezza
13.1.1 Generalità
13.1.2 Protezione contro i contatti diretti (protezione principale)
Le persone devono essere protette contro i pericoli che possono derivare dal contatto con parti attive dell’impianto.
Questa protezione può essere ottenuta mediante uno dei seguenti metodi:
– impedendo che la corrente passi attraverso il corpo umano;
– limitando la corrente che può attraversare il corpo umano ad un valore inferiore a quello patofisiologicamente pericoloso.
NOTA protezione principale vedi 23.5 bis.

13.1.3 Protezione contro i contatti indiretti (protezione in caso di guasto)
Le persone devono essere protette contro i pericoli che possono derivare dal contatto con masse in caso di guasto dell’isolamento.

Questa protezione può essere ottenuta mediante uno dei seguenti metodi:
– impedendo che la corrente passi attraverso il corpo umano;
– limitando la corrente che può attraversare il corpo umano ad un valore inferiore a quello patofisiologicamente pericoloso;
– interrompendo automaticamente il circuito in un tempo determinato al verificarsi di un guasto suscettibile di provocare attraverso il corpo umano, in contatto con le masse, una corrente pericolosa per il corpo umano.

Parallelamente, nella parte 2, per quanto riguarda le definizioni quindi dovremo abituarci a parlare di “basic protection” (protezione principale) e “fault protection” (protezione in caso di guasto) al posto che protezione dai contatti diretti e indiretti.
Gli articoli 23.5 e 23.6 vengono quindi così aggiornati:

23.5 Contatto diretto
Contatto di persone con parti attive.
Commento
23.5 La presente Norma non prevede prescrizioni particolari per la protezione degli animali.Vedi la Sezione 705 della Parte 7 per gli animali da allevamento.
23.5bis Protezione principale (basic protection)
Protezione contro lo shock elettrico in condizioni prive di guasti.
Commento
23.5bis L’espressione “protezione contro i contatti diretti” è equivalente a quella di protezione principale.

Nel testo di tutte le parti della Norma le due espressioni sono utilizzate indifferentemente.

23.6 Contatto indiretto
Contatto di persone con una massa in tensione per un guasto.
Commento: 23.6 È ugualmente da ritenere contatto indiretto il contatto con una parte conduttrice in contatto con una massa durante un guasto dell’isolamento.
23.6bis Protezione in caso di guasto (fault protection) Protezione contro lo shock elettrico in condizioni di guasto singolo.
Commento:
23.6bis L’espressione “protezione contro i contatti indiretti” è equivalente a quella di protezione in caso di guasto.

Nel testo di tutte le parti della Norma le due espressioni sono utilizzate indifferentemente.

Tra i rimandi aggiornati, segnaliamo, al capitolo 13.3 Scelta dei componenti elettrici, il rimando alle prescrizione contenute nelle norme di prodotto.

13.3.1 Generalità
Tutti i componenti elettrici utilizzati negli impianti elettrici devono essere conformi alle prescrizioni delle Norme CEI che sono loro applicabili.
Commento:
13.3.1 Sono da considerare prescrizioni delle Norme CEI relative ai componenti elettrici quelle prescrizioni intese a conseguire la sicurezza delle persone e dei beni contro i pericoli ed i danni che possono derivare dall’uso dei componenti stessi nelle condizioni previste dalle loro Norme.
Non sono da considerare tali le prescrizioni intese ad ottenere una realizzazione più economica o più funzionale dell’impianto elettrico.
Ulteriori prescrizioni sono date nel Commento alla Sezione 511 della Parte 5.
2.2 Parte 2: definizioni
Oltre alle già citate definizioni di basic e fault protection, descritte nel capitolo precedente per uniformità, la parte seconda non contiene particolari stravolgimenti, ma alcune modifiche alle seguenti definizioni:

23.17 Isolamento principale
Isolamento delle parti attive pericolose che fornisce una protezione principale.
NOTA Questo concetto non si applica all’isolamento utilizzato esclusivamente per scopi funzionali.
Commento:
23.17 L’isolamento principale fornisce una protezione anche nei confronti dei contatti indiretti.

23.18 Isolamento supplementare
Isolamento indipendente applicato in aggiunta all’isolamento principale, per la protezione in caso di guasto.
Commento:
23.18 L’isolamento supplementare fornisce una protezione anche nei confronti dei contatti diretti.

24.11 Impianto di terra
Sistema costituito da dispersori, conduttori di terra, collettori (o nodi) principali di terra e dai conduttori di protezione ed equipotenziali, destinato a realizzare la messa a terra di protezione e/o di funzionamento.

Da sottolineare l’introduzione del nuovo capitolo dedicato all’alimentazione di emergenza e la migliore caratterizzazione di alimentazione di riserva e di sicurezza, inizialmente introdotto dalla “famosa” Variante fuoco alla scorsa edizione della Norma, alcuni anni fa.

28.3 Arresto di emergenza
Operazione di emergenza prevista per arrestare un processo o un movimento diventati pericolosi.

28.4 Comando funzionale
Comando destinato alla chiusura, apertura o variazione dell’alimentazione di un componente elettrico o di una qualsiasi parte dell’impianto, per il funzionamento ordinario.

28.5 Manovre di emergenza
Operazione prevista per eliminare, il più rapidamente possibile, i pericoli che possono verificarsi in modo imprevisto.
La manovra di emergenza include le funzioni, separatamente o in combinazione tra loro, di:
– arresto di emergenza,
– avvio di emergenza,
– interruzione di emergenza,
– chiusura di emergenza.

28.6 Avvio di emergenza
Operazione di emergenza prevista per avviare un processo o un movimento allo scopo di rimuovere od evitare una condizione di pericolo.

28.7 Interruzione di emergenza
Operazione di emergenza prevista per interrompere l’alimentazione dell’energia elettrica ad una parte o all’intero impianto, quando vi sia un rischio di scossa elettrica od un pericolo di origine elettrica di altro tipo.

28.8 Chiusura di emergenza
Operazione di emergenza prevista per attivare l’alimentazione dell’energia elettrica ad una parte dell’impianto, che è prevista per funzionare in una situazione di emergenza.
NOTA L’espressione “operazione di emergenza” può indicare sia un’operazione di interruzione di emergenza che di chiusura di emergenza.

30 Servizi di emergenza (Riserva e Sicurezza)
30.1 Alimentazione per i servizi di sicurezza
Alimentazione prevista per mantenere in funzione le parti essenziali di un impianto e di un’apparecchiatura elettrica per evitare:
– rischi per la salute e la sicurezza di persone e animali, e/o
– danni all’ambiente e ad altre apparecchiature.
L’alimentazione comprende la sorgente ed i circuiti elettrici sino ai morsetti degli apparecchi elettrici facenti parte dei servizi di sicurezza.

Il commento 30.1: “Esempi di servizi di sicurezza”:
– illuminazione antipanico o per l’evacuazione;
– pompe antincendio;
– ascensori per i servizi di soccorso antincendio;
– sistemi di allarme, quali gli allarmi d’incendio, gli allarmi CO;
– sistemi di ventilazione per estrazione del fumo.
Per alimentazione di emergenza si intende un’alimentazione di sicurezza o di riserva.” viene corredato dalla tabella introdotta invero dalla Variante fuoco che definisce “Servizi di Riserva” e “Servizi di Sicurezza”.

Figura 1 – “Servizi di Riserva” e “Servizi di Sicurezza”.

La precedente definizione 21.5 per “alimentazione dei servizi di sicurezza” intendeva il “sistema elettrico inteso a garantire l’alimentazione di apparecchi utilizzatori o di parti di impianto necessari per la sicurezza delle persone”.
La nuova definizione aggiorna così: “alimentazione prevista per mantenere in funzione le parti essenziali di un impianto e di un’apparecchiatura elettrica per evitare rischi per la salute e la sicurezza di persone e animali e/o danni all’ambiente e ad altre apparecchiature”.
Viene esteso quindi l’ambito della definizione anche alla sicurezza degli animali, e ai danni all’ambiente e ad altre apparecchiature.
Sarà quindi necessario definire con il committente i limiti dell’applicazione del Capitolo 56 “Alimentazione dei servizi di sicurezza”. Quali ambienti? Quali apparecchiature? Quali… animali!?
Segnaliamo infine che sono state ritoccate “qua e là” le definizioni dell’articolo 30:

30.2 Alimentazione di riserva
Alimentazione prevista per mantenere in funzione apparecchi utilizzatori o di parti dell’impianto per motivi diversi dalla sicurezza delle persone nel caso di interruzione dell’alimentazione ordinaria.

30.3 Sorgente elettrica per i servizi di sicurezza
Sorgente elettrica prevista per essere utilizzata come parte di un’alimentazione dei servizi di sicurezza.

30.4 Circuiti elettrici per i servizi di sicurezza
Circuiti elettrici previsti per essere utilizzati come parte di un’alimentazione dei servizi di sicurezza.

30.5 Sorgente di alimentazione di riserva
Sorgente di alimentazione elettrica prevista per essere utilizzata come parte di un’alimentazione di riserva.

Commento:
30.5 Se una sorgente di alimentazione di riserva viene impiegata anche per l’alimentazione di apparecchi utilizzatori o parti di impianto necessari per la sicurezza delle persone, questa deve soddisfare i requisiti previsti per l’alimentazione dei servizi di sicurezza

30.7 Apparecchio di illuminazione di emergenza
Apparecchio di illuminazione che può essere, o meno, dotato di una propria sorgente di alimentazione elettrica e che viene utilizzato per l’illuminazione di sicurezza o di riserva.
30.8 Apparecchio di segnalazione delle vie di fuga
Apparecchio di illuminazione che indica ed assiste nell’identificazione delle vie di fuga.

30.9 Modo permanente
Modo di funzionamento di un sistema d’illuminazione nel quale le lampade di illuminazione di emergenza sono alimentati in modo continuativo quando è richiesta sia l’illuminazione ordinaria che quella di emergenza.

30.10 Modo non permanente
Modo di funzionamento di un sistema d’illuminazione nel quale le lampade di illuminazione di emergenza sono in funzione solo in caso di guasto dell’illuminazione ordinaria.

30.11 Tempo di risposta
Tempo che intercorre tra il guasto dell’alimentazione ordinaria ed il momento in cui la sorgente elettrica dei servizi di sicurezza alimenta l’apparecchiatura.

30.12 Sistema di alimentazione centralizzato
Sistema che alimenta le apparecchiature di emergenza (sicurezza e/o riserva).

30.13 Via di fuga
Percorso che deve essere seguito per accedere ad un’area di sicurezza in caso di emergenza.

30.14 Illuminazione minima
Illuminazione di emergenza che deve rimanere accesa per tutto il tempo di funzionamento nominale vedi Articolo 560.3.16.

30.15 Condizione di incendio
Condizioni definita dalla curva temperatura-tempo della ISO 834-1, o dalla legislazione locale. NOTA La curva ISO 834-1 non trova applicazione per i cavi resistenti al fuoco secondo la Norma CEI 20-45:2019.
30.16 Ambiente idoneo
Locale isolato o compartimento antincendio che assicura il normale funzionamento delle apparecchiature in condizioni di incendio con prestazione di resistenza al fuoco “P” secondo UNI EN 13501-3; CEI EN 50200; CEI EN 50577.

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