In un impianto elettrico di tipo civile, viene contestato ad un impiantista che i cassetti sono molto pieni. Il committente voleva la minore quantità di cassetti e quindi, errando, l’impiantista ha installato cassetti non troppo grandi, ma a chi è stato affidato il collaudo degli impianti, lamenta cassetti di derivazione troppo pieni ma non sa citare una norma specifica.
Come mi devo comportare ? Esiste una norma specifica che prevede il riempimento di un cassetto di derivazione?
Alessandro Sciutto
Al caso prospettato si applica il principio generale di cui all’art. 13.2.12 “Accessibilità dei componenti elettrici”, dove viene specificato che i componenti elettrici devono essere installati in modo da:
a) lasciare uno spazio sufficiente per l’installazione iniziale e la successiva sostituzione
b) permettere l’accessibilità per ragioni di funzionamento, verifica, manutenzione o riparazione.
Nello specifico l’unica prescrizione normativa che definisce i fattori di riempimento delle cassette di derivazione è indicata al penultimo capoverso dell’art. 37.2 Dimensionamento dell’impianto del Capitolo 37 “Ambienti residenziali – Prestazioni dell’impianto” qualora applicato per volontà del committente all’installazione descritta. Detto capoverso recita:
Come si legge non è una prescrizione ma un consiglio di opportunità.
Altro articolo applicabile in termini generali è il 526.4 che non dà indicazioni dimensionali.
Pertanto, il dimensionamento delle cassette di derivazione non è regolato da uno specifico disposto normativo, salvo nell’applicazione del Capitolo 37, ma è indicazione generale di un principio della “regola dell’arte” che sintetizza le prescrizioni di cui agli articoli citati. Al progettista e all’installatore l’applicazione pratica del principio considerando anche le norme di prodotto e le indicazioni di montaggio del costruttore.