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impianti elettriciMi è stato richiesto da parte di un installatore di adeguare l’impianto elettrico esistente del suo stesso stabile di cui esistono già degli schemi elettrici e delle planimetrie. In sostanza si tratta di realizzare dei nuovi sottoquadri in modo tale da dividere le zone, senza modificare altre parti di impianto. Mi chiedevo se questa modifica implica dover adeguare anche il resto dell’impianto alla nuova 64-8 (ad esempio installare nei quadri SPD, lasciare lo spazio necessario nei quadri già esistenti ecc…) e a cosa devo prestare particolare attenzione da un punto di vista normativo. Mi è stato richiesto inoltre di realizzare delle modifiche all’attuale sistema dati creando un apposito Rack dove concentrare le linee al momento esistenti, in questo caso pensavo di realizzare uno schema a blocchi ed eventualmente degli schemi funzionali di cablaggio, è corretto?

Luca Iaconis

L’intervento descritto presuppone una preventiva attività di verifica e rilievo degli impianti con classificazione dei luoghi con l’obiettivo di determinare quali parti d’impianto possono essere considerate conformi e quali altre parti d’impianto necessitano di interventi di adeguamento dal punto di vista della sicurezza e funzionale. Qualora applicabile e praticamente realizzabile è possibile, per le parti d’impianto conformi, rilasciare nei modi e nei termini prescritti dall’ art. 7 comma 6 DM 37/08 una dichiarazione di rispondenza, corredata da calcoli dimensionali, schemi elettrici, disegni planimetrici, etc.. Per le altre parti d’impianto dovrà essere esperita la preventiva procedura di progettazione ai sensi del DM 37/08 da progettista libero professionista o dal responsabile tecnico di impresa installatrice. Il progetto dovrà essere redatto secondo le procedure e con i riferimenti documentali della Guida CEI 0-2. La norma di riferimento per gli impianti elettrici è la CEI 64-8, per i quadri elettrici la famiglia di norme CEI EN 61439-1. Per gli impianti di comunicazione elettronica dovranno essere seguite le norme emesse dal CT 306. Altro aspetto riguarda la classificazione dei luoghi e la valutazione del rischio dovuto al fulmine dell’edificio ai sensi CEI EN 62305-1.