Il proprietario dell’appartamento al piano di sopra di un condominio, nel sostituire i suoi pavimenti, ha incontrati i cavi che portano corrente ai miei lampadari. Avendo tagliato tali cavi, mi trovo le stanze del mio appartamento completamente al buio.
Ho parlato col suo elettricista che mi ha informato che, per adeguarsi alle nuove normative, non ci possono essere cavi di un proprietario che sconfinano nella proprietà altrui.
Ora anche se da un punto di vista logico capisco i problemi di sicurezza elettrica che tale situazione comporta ma, a mio avviso, i costruttore dell’immobile al momento della costruzione ha, di fatto, realizzato una servitù, in virtù della quale, ora il proprietario del piano di sopra, non può intervenire sui miei cavi, a meno che, non provvede, col mio accordo e a suo carico, a farli passare nel mio soffitto (anche se ciò, durante i lavori, comunque mi provocherebbe dei problemi non indifferenti di polvere). Voi cosa ne pensate? Mi posso opporre?
Alfonso Caglianone
La condizione di posa dei conduttori da lei descritta si configura come una servitù “non apparente” che il costruttore dell’edificio doveva inserire nei contratti di compravendita delle unità immobiliari.
In assenza di tale clausola contrattuale il proprietario dell’appartamento superiore ha il diritto di rimuovere i cavi che transitano sulla sua proprietà e non sono alimentati dal proprio impianto elettrico.
Se non presente la comunicazione della costituzione della servitù il proprietario dell’appartamento sottostante può citare in giudizio per il rimborso dei danni il costruttore entro dieci anni dall’atto di acquisto dell’unità immobiliare
Consigliamo quindi l’attenta lettura delle condizioni contrattuali inserite negli atti d’acquisto per poi procedere nei termini adeguati.