QUESITO TECNICO
Un impianto elettrico molto datato, ma…
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- 15 Aprile 2020
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Vengo chiamato per eseguire lavori di ampliamento impianto elettrico cucina su un appartamento appena acquistato da un mio cliente: appartamento degli anni ’50 a Bologna, appena entro inizio a controllare l’impianto esistente e mi accorgo che alcuni interruttori di accensione punti luce hanno ancora i fili rigidi di sezione 0,5 mmq, le prese di servizio sono 10 A – 16 A bivalenti ,servite da fili N07V-K sezione 1,5 mmq, a quel punto chiedo di vedere la dichiarazione di conformità rilasciata dal proprietario nell’atto di vendita, il “collega” che l’ha rilasciata, dichiara che è tutto eseguito secondo le vigenti normative. Cosa devo fare? secondo me l’impianto non è “idoneo” .
Leo Remondini
Senza entrar nel merito della veridicità e della sostenibilità della dichiarazione rilasciata dal collega, se la tensione nominale di isolamento dei conduttori in filo rigido (tipo H03KU o H05KU ormai fuori produzione e commercio), è pari appunto a Uo/U 300/300 V oppure 300/500, risulta essere superiore alla tensione Uo/U del sistema monofase (Uo 230 V) e lo stato di conservazione dei conduttori e dell’isolamento è buono nessuna norma impone la sostituzione qualora i conduttori siano correttamente protetti contro il sovraccarico e il corto circuito e vi sia presente la protezione contro i contatti indiretti. Si veda al proposito anche l’art. 5 del DPR 447/91 e l’art. 6 del decreto 37/08.
Quindi un conduttore da 0,5 mmq con quale interruttore magnetotermico dovrebbe essere protetto? 6A? Se dovessero (per qualsiasi ragione) “incollarsi” i contatti del suddetto magnetotermico e quindi prelevare una corrente di 16A, per es. attaccando ad un paio di prese del circuito luce un paio di stufette e l’impianto dovesse andare a fuoco (perchè i conduttori NON sono non propaganti l’incendio…), la responsabilità, su chi ricadrebbe?
Giuseppe da Perugia