A seguito di rescissione del contratto, per ristrutturazione di un appartamento di 56 mq, con l’appaltatore per inadempienza contrattuale, gli impianti (gas + elettrico) non sono stati terminati: x l’impianto idraulico in realtà tutte le tubazioni sono state interrate e murate e in teoria si dovrebbe installare i sanitari, cucina a gas, scaldabagno e (una volta riposizionati) i termosifoni (con riscaldamento centralizzato).
Per l’elettrico alcuni cavi sono esposti (luci principali ancora da posizionare, condizionatori, centrale, ecc.) ed altre cassettine con coperchi di plastica. A breve un’altra impresa vorrebbe iniziare ma mi chiede la certificazione di detti impianti. Posso obbligare i precedenti artigiani a rilasciare una qualche “dichiarazione” di quanto finora eseguito? e se non posso e loro si rifiutano devo tirare su il massetto e sfilare i fili per rifare tutto?
anonimo
Al caso di specie è applicabile l’art. 7 comma 3 del decreto 37/08 che recita:
“In caso di rifacimento parziale di impianti, il progetto, la dichiarazione di conformità’, e l’attestazione di collaudo ove previsto, si riferiscono alla sola parte degli impianti oggetto dell’opera di rifacimento, ma tengono conto della sicurezza e funzionalità dell’intero impianto. Nella dichiarazione di cui al comma 1 e nel progetto di cui all’articolo 5, è espressamente indicata la compatibilità tecnica con le condizioni preesistenti dell’impianto.”
Valutato, da quanto descritto, che le opere realizzate possono considerarsi una parte di impianto vera e propria è possibile richiedere all’impresa esecutrice la Dichiarazione di conformità per la parte di impianti realizzata.