Il furto di rame si conferma un fenomeno sempre più diffuso. E’ ormai acclamata la presenza di organizzazioni criminali dedite a queste pratiche criminali.
Il rame sul mercato LME (London Metal Exchange) ha attualmente un prezzo di mercato che supera i 5 euro al chilo (sfondando persino quota 6 euro/kg, come a gennaio 2013).
Secondo i dati della Polizia di Stato nel 2012 sono state oltre 3.400 le persone denunciate e oltre 2.000 le persone arrestate, più di 18.000 i furti segnalati. I dati non tengono conto delle stime dei piccoli furti, in genere non denunciati, per cui il dato potrebbe essere ancora più allarmante.
Se il 2012 è spaventoso, le statistiche del 2013 sono ancora peggiori: nel primo semestre del 2013 sono stati denunciati 11.040 furti (+12,1% vs 2012) denunciati 2.720 soggetti (+41%) di cui 1.631 (+36,7%) in stato di arresto.
Se si aggiungono al conteggio anche i furti in deposito, si arriva allo strabiliante totale di quasi 13.000 furti per un totale di oltre 1.100 tonnellate di materiale trafugato.
Le ragioni più colpite sono state, nell’ordine: Lombardia, Puglia, Sicilia, Campania, Lazio, Piemonte, Toscana, Emilia Romagna, Veneto e Sardegna.
In queste regioni è stata assai incisiva l’azione di contrasto delle Forze di polizia, nel Lazio, ad esempio, il numero delle persone denunciate e/o arrestate, rispetto al precedente anno, segna un incremento del 48%, in Sicilia del 38,7%, in Emilia Romagna del 65%, in Toscana del 4,5%, in Veneto del 21,2% e in Calabria del 79,5%.
Il vero danno relativo a questa particolare tipologia di furto non è il materiale in se, ma l’entità dei lavori di ripristino e l’impatto sui servizi.
Nell’ultimo triennio 2011-2013 le ferrovie da sole hanno stimato un danno economico per i furti del rame – su tutto il territorio nazionale – pari a quasi 31 milioni di euro, di cui circa 12 milioni per i costi degli interventi necessari al ripristino della circolazione.
Anche Enel, che possiede la più estesa rete di distribuzione elettrica del Paese, dall’inizio dell’anno ha contato 5.000 furti sulle sue linee di distribuzione e oltre 1.000 km di linee elettriche sparite è derivato un danno per l’azienda pari a circa 30 milioni di euro a cui vanno a sommarsi i costi indiretti per la mancata vendita di energia.
Tutte le aziende con impianti dislocati lamentano gravi episodi, Telecom e Autostrade ad esempio che stanno cominciando a sostituire al rame l’alluminio, meno appetibile per i furti, per ora.
Un osservatorio del Ministero dell’interno
Anche se molto pericoloso, sia per il ladro che per gli utenti dell’impianto oggetto del furto, rubare e riciclare il rame è semplice, si prelevano cavi da linee ferroviarie o elettriche, fabbriche abbandonate, cantieri ecc, li si ripulisce dalle guaine protettive, se presenti, e si fonde il metallo, per poi venderlo ad associazioni organizzate, che in genere esportano il metallo all’estero.
Istituito presso il dipartimento della Pubblica sicurezza, direzione centrale della Polizia criminale, l’Osservatorio nazionale sui furti di rame agisce secondo il principio della cosiddetta ‘sicurezza partecipata’, intesa come insieme delle iniziative con cui tutti i soggetti pubblici e privati, che hanno possibilità d’intervento a fianco delle Forze di polizia, contribuiscono a produrre il ‘bene sicurezza’.
Nella banca dati delle Forze di polizia, rientra ogni genere di furto di rame, non solo quelli ai danni delle aziende di settore, ma anche quelli commessi nei confronti della popolazione (grondaie, utensili, vasi di fiori cimiteriali eccetera).
L’istituzione
L’Osservatorio nazionale sui furti di rame è presieduto dal vice direttore generale della Pubblica sicurezza, direttore centrale della Polizia criminale. Ne fanno parte il direttore del Servizio analisi criminale, un dirigente dello stesso Servizio e i rappresentanti di: Comando generale dell’Arma dei carabinieri;
Comando generale della Guardia di finanza;
Corpo forestale dello Stato;
Direzione centrale anticrimine della Polizia di Stato;
Direzione centrale per la Polizia stradale, ferroviaria, delle comunicazioni e i reparti speciali della Polizia di Stato;
Agenzia delle dogane;
Ferrovie dello Stato italiane s.p.a.;
Enel s.p.a.;
Telecom Italia s.p.a.;
Anie (Federazione nazionale imprese elettrotecniche ed elettroniche).
I compiti dell’osservatorio sono essenzialmente il monitoraggio, valutazione e analisi del fenomeno ivi compresa l’esplorazione degli eventuali collegamenti tra i furti di rame e le attività delle organizzazioni criminali nazionali ed internazionali; la proposta di idonee strategie di prevenzione e contrasto strutturate anche con modelli d’intervento territoriale adeguati alle differenti realtà, coinvolgendo le istituzioni nazionali e locali interessate; la proposta di iniziative finalizzate ad idonei interventi legislativi; la promozione, qualora necessario, di apposite campagne pubblicitarie atte a diffondere la conoscenza del fenomeno, i suoi impatti negativi sull’erogazione dei servizi essenziali (trasporto, energia e telecomunicazioni), le misure per prevenirlo e contrastarlo, comprese le iniziative a livello centrale.
Il focus sul fenomeno e le attività avviate per contrastarlo vengono illustrate ogni anno durante la conferenza nazionale sui furti di rame, alla presenza del capo della Polizia direttore generale della Pubblica Sicurezza. La conferenza, organizzata dalla Direzione centrale della polizia criminale del Dipartimento della pubblica sicurezza, è la prima tavola rotonda che tratta in modo specifico un argomento che riguarda tutti i cittadini per i danni sociali ed economici generati dai furti di rame, spesso causa di interruzione del traffico ferroviario, delle comunicazioni e delle forniture di elettricità.
Nato nel febbraio 2012, con il compito di elaborare strategie per la prevenzione e il contrasto dei furti, l’organismo ha promosso varie iniziative, tra le quali mirati servizi straordinari di controllo delle aree e dei siti maggiormente interessati al fenomeno da parte di tutte le Forze di polizia. A queste operazioni, che per il successo ottenuto saranno replicate ancora molte volte, è stato dato il nome convenzionale di “action day”.
L’Osservatorio si è fatto promotore di una proposta normativa tesa ad inasprire le pene per i furti e la ricettazione del rame. La proposta è stata recepita dal Decreto Legge n. 93 del 14 agosto 2013, convertito in legge il 15 ottobre 2013, che prevede pene più severe per i furti e la ricettazione di metalli e materiale vario “sottratto ad infrastrutture destinate all’erogazione di energia, di servizi di trasporto, di telecomunicazioni o di altri servizi pubblici e gestite da soggetti pubblici o da privati in regime di concessione pubblica”. Tutto ciò potrà costituire un efficace deterrente per coloro che sono dediti a questo tipo di reato.
La redazione