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Nuova 64-8: la CNA boccia il patto in deroga

Pubblichiamo l’interessante nota giunta in redazione del Presidente Nazionale della CNA Carmine Battipaglia, in merito alla nuova norma CEI 64-8, settima edizione, in particolare sulla possibilità di evitare di seguire le prescrizioni in materia di dotazioni minime degli impianti all’interno delle unità abitative.
Da qualche giorno sono partiti i convegni on line di Tuttonormel e da qualche giorno sono ritornati i dubbi ,da parte dei nostri associati , sui patti in deroga.
Sembra che ci sia una equazione tale che i patti in deroga stanno a Tuttonormel come i dubbi sulla applicabilità stanno alla CNA.
Abbiamo già incisivamente chiarito, e lo ribadiamo, che il patto in deroga non è applicabile in una dichiarazione di conformità per gli impianti ricadenti nella norma CEI 64/8 V3.
Innanzitutto va chiarito che la deroga alla norma CEI 64/8V3 è una tesi di una rivista, per quanto prestigiosa, e non deve essere presa come oro colato. La dichiarazione di conformità, secondo i modelli ufficiali di cui agli allegati del DM 37/08, non reca la dizione dei patti in deroga, bensì la applicabilità alla norma a cui gli impianti fanno riferimento.
La norma, come già ribadito nei mesi scorsi, è ragione di regola e di ordine. Immaginiamo per un attimo se ognuno di noi volesse applicare le proprie regole. Ci ritroveremo con impianti elettrici della più variegata e colorita realizzazione.
Voglio però sottolineare che nel dettato della nuova norma CEI 64/8 VII edizione anno 2012 che andrà in vigore il 1 novembre2012 all’allegato A ( allegato che ha accluso la variante 3 della norma stessa) viene specificato che sono imprescindibili, dalla applicabilità della norma stessa, gli aspetti della sicurezza rispetto a quelli delle prestazioni. Credo che sia chiaramente evidenziato che chiunque, anche contro il volere del committente, è tenuto a realizzare gli impianti elettrici nelle civili abitazioni, nella elasticità o nella rigidità della norma stessa, aprendo il dialogo con il committente sulle opportunità migliorative che la norma oggi offre.
Attenzione: non è il committente che decide, solo per un mero valore di carattere economico, la deroga alla norma ed imporre all’ installatore di realizzare impianti sotto deroga elidendo la norma stessa.
Chi realizza e concepisce un impianto sono il progettista e l’installatore.
Chi firma, sotto la sua responsabilità, la dichiarazione di conformità quale atto pubblico è l’installatore.
Concludiamo raccomandando calorosamente ai nostri associati di rispettare le regole delle norme senza applicare o far applicare alcun patto in deroga che resta una, pura ipotesi di un editore che, seppur autorevole voce nel mondo dell’elettrotecnica non trova a nostro avviso applicazione pratica nel campo normativo.
Vanno pertanto sempre utilizzati i modelli ministeriali per redigere la dichiarazione di conformità cercando di far capire ai nostri committenti di essere persone qualificate nella realizzazione agli impianti e nella stesura dei documenti necessari al dettato normativo e legislativo.
Avremo nel tempo il plauso di essere considerati installatori qualificati anche se guardati in cagnesco da chi cerca di sottrarre il lavoro con qualche furbizia che non troverà sicuramente riscontro in un contenzioso legale.

Ci resta comunque difficile come associazione di categoria, comprendere come possa l’editore che presiede il comitato del CEI 64 G discutere, approvare e pubblicare una norma ed esprimere nel contempo la possibilità di derogare dalla norma stessa.

Aspettiamo i vostri commenti.

Comments ( 8 )

  • K_man

    Sono perfettamente d’accordo sulla inapplicabilità del “patto in deroga”, che dimostra tutti i suoi limiti in caso di locazione per esempio.
    Tuttavia, visto il difficile periodo, non credo sia possibile in molti casi convincere il committente che l’impianto debba essere realizzato con i criteri del livello 1. Non se ne esce.

    K

  • Claudio Berili

    Era sufficiente istituire il “livello 0”, ossia il livello minimo per soddisfare i requisiti di sicurezza.
    La differenziazione dei diversi livelli era mantenuta, e si poteva cominciare a far digerire al cliente il meccanismo, per sensibilizzare sul fatto che anche l’impianto elettrico ha un suo valore all’interno dell’unità abitativa.

  • Impianti Elettrici New-Imp

    L’impostazione della tabella con le dotazioni minime è tutta sbagliata. In un appartamento di 130 mq con una stanza di 2.7*2.8 secondo voi come faccio a mettere 4 punti presa e 1 punto tv? ma siamo pazzi? come faccio a dire al proprietario che è un obbligo normativo? ma stiamo scherzando? altro che patto in deroga, non seguo la norma e tanti saluti.

  • Marco M

    Discutibile la norma, ma direi che, siccome di applicazione volontaria, nessuno mi potrà dire che un impianto che soddisfa i requisiti di sicurezza non è a regola d’arte.
    Questa è solo la mia opinione.

    Mark

  • […] che prende accordi con l’installatore il patto in deroga può essere accettabile (anche se la CNA si oppone fermamente) i limiti del patto in deroga per l’imprenditore edile sono noti. Esistono già alcune cause […]

  • Federico T.

    Concordo sul fatto che la tabella con le dotazioni minime è completamente sbagliata e sarebbe bastato istituire un livello (veramente) base per evitare tanta confusione e incongruità di affermazioni.
    Sull’impianto termo-sanitario non ti viene mica imposto quanti bagni avere in un appartamento, perchè sull’impianto elettrico viene imposto al committente il numero delle prese anche se a lui non interessa?
    La casa è di sua proprietà mica del normatore!
    Per quale motivo tecnico un impianto con meno prese (decise dalla committenza) sarebbe meno sicuro e non conforme alla regola dell’arte?
    Anche questa è solo la mia opinione,
    grazie

  • Guido

    Io trovo utile la tabella della V3 e non vedo perchè non applicarla. i costi per il livello 1 non sono insostenibili.

  • Marco Fava

    Io sono perfettamente d’accordo con la CNA. il patto in deroga è una cazzata che mi causato solo casini. Non mi sembra che per tre punti prese in più in tutta la casa si possa considerare “antieconomiche” le nuove prescrizioni.
    Poi uno in casa ci deve vivere, spiegatemi come fare con tre prese in tutta la casa. con la pubblicazione della nuova 64-8 c’è anche il punto presa che posso mettere dove voglio e posso anche evitare di mettere citofono o videocitofono se il condominio non è predisposto. Basta lamentele!!!

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