Nell’edizione dell’Osservatorio congiunturale pubblicata nello scorso mese di luglio l’incertezza del quadro congiunturale era già evidente, con i rischi connessi per la crescita e la solidità del quadro economico.
Oggi la crisi è arrivata con tutta la sua durezza e sta assumendo toni sempre più critici.
Le tensioni sui mercati finanziari si sono molto aggravate da settembre 2008.
Alcune importanti istituzioni finanziarie statunitensi ed europee ne sono state colpite, un calo di fiducia ha investito la finanza internazionale dando vita a uno scenario inatteso e preoccupante.
Il contagio all’economia reale è ormai una realtà. Consumi ed investimenti risentono del diffuso clima di sfiducia e del taglio delle decisioni di spesa di famiglie e imprese in risposta a un futuro più incerto. Tendenze recessive accomunano tutte le maggiori economie, dentro e fuori l’Unione europea, causate essenzialmente da shock sul fronte delle commodity (in via di rientro), scoppio della bolla immobiliare (in riassorbimento), necessità di maggiore risparmio in USA.
Negli ultimi tre mesi le previsioni di crescita per il 2008 e per il 2009 sono state significativamente riviste al ribasso.
Diminuirà sensibilmente nel 2009 l’espansione dei Paesi emergenti, motori dello sviluppo negli anni più recenti, che hanno contribuito per oltre il 50 per cento alla crescita del PIL mondiale nel 2008.
Il rischio di credit crunch e l’incremento del tasso di risparmio americano sono fra i principali ostacoli che freneranno la crescita nei prossimi mesi, rinviando la ripresa al 2010.
La crisi bancaria coglie l’economia italiana, strutturalmente più debole, già in recessione.
Il nuovo scenario economico, meno favorevole, delineato a metà novembre dal Centro Studi Confindustria stima una riduzione del PIL dello 0,4 per cento nel 2008, dell’1,0 per cento l’anno prossimo.
L’Italia non sperimentava un biennio di contrazione dalla seconda guerra mondiale. In un contesto caratterizzato da una decelerazione della crescita internazionale e da un clima non favorevole agli investimenti, le imprese dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica sperimentano un 2008 difficile.
I segnali di rallentamento espressi nelle precedenti edizioni dell’Osservatorio si sono ora tradotti in un netto peggioramento dei principali indicatori congiunturali settoriali.
Dopo la tenuta del trend di crescita a fine 2007 e il brusco rallentamento nel primo quadrimestre dell’anno in corso, l’indebolimento dei principali indicatori congiunturali a fine anno si è esteso alle componenti più vitali del settore, erodendo i tassi di crescita messi a segno nel corso dell’ultimo biennio.
Occorre ricordare che le imprese del settore, nel rispondere alle sfide imposte in anni recenti dalla globalizzazione, hanno messo in atto mirate strategie a sostegno del riposizionamento competitivo. L’innovazione di prodotto e di processo ha consentito un significativo miglioramento dell’offerta, a beneficio in primis degli utenti delle reti tecnologiche di cui è fornitrice l’industria Elettrotecnica ed Elettronica nazionale. Il rischio è che il quadro recessivo che si prospetta per l’economia italiana a tutto il 2009 e il rallentamento diffuso nel contesto internazionale, possa vanificare l’elevato impegno, in termini di risorse e strategie, speso dalle aziende.
Tale rischio, in particolare, si conferma più accentuato per quelle imprese di media dimensione, nuove protagoniste dell’industria nazionale, che hanno avviato crescenti strategie di riposizionamento sui mercati esteri.
Il percorso cedente del profilo produttivo del settore è confermato dai più recenti dati diffusi dall’ISTAT, che registrano nel periodo gennaio-settembre 2008 per l’industria Elettrotecnica ed Elettronica una flessione dei livelli di attività di 4 punti percentuali al confronto con l’anno precedente (-2,7 per cento il corrispondente dato per l’industria manifatturiera nazionale).
La distanza dai livelli di picco ciclico di fine 2001 si avvicina ora ai 30 punti percentuali.
I preconsuntivi per il fatturato totale e le esportazioni mostrano un segno negativo che non risparmia le componenti più vitali dell’industria Elettrotecnica ed Elettronica nazionale.
Le forze frenanti non escludono neppure quelle imprese del settore che forti delle recenti strategie di riposizionamento sui mercati esteri sembravano più attrezzate ad affrontare le crescenti difficoltà di contesto.
Un diffuso calo della domanda di tecnologie per l’innovazione infrastrutturale penalizza le aspettative sul fronte interno. Il 2008 si appresta a interrompere un percorso espansivo del fatturato proseguito con diversa intensità dal 2004 (-2,5 per cento la variazione attesa del giro d’affari complessivo; -0,5 per cento per l’Elettrotecnica e -4,5 per cento per l’Elettronica).
E’ l’Elettronica delle due aree la più sofferente, penalizzata soprattutto dalle difficoltà degli Apparati e sistemi per comunicazioni (-9,7 per cento) e della Componentistica (-7,4 per cento). Il fatturato dell’Elettrotecnica a fine 2008 si mostra stabile sui livelli dell’anno precedente.
Le imprese fornitrici di tecnologie per le reti infrastrutturali dell’energia, a fronte di una dinamica sostenuta del giro d’affari ancora negli ultimi mesi del 2007, scontano in chiusura 2008 il progressivo ridimensionamento dei programmi di investimento nei principali segmenti di domanda.
Il progressivo indebolimento in corso d’anno delle vendite oltreconfine porterà in chiusura 2008 ad un’inversione del trend che ha caratterizzato le esportazioni settoriali negli anni più recenti (-4,8 per cento la variazione in valore attesa in media d’anno; +1,1 per cento per l’Elettrotecnica e -10,0 per l’Elettronica).
Le esportazioni, e più in generale i fenomeni di internazionalizzazione, sono stati un motore decisivo della profonda ristrutturazione che ha interessato il tessuto produttivo nazionale dai primi anni Duemila.
La portata globale dell’attuale incertezza congiunturale non consente alle imprese, diversamente dal recente passato, di compensare le difficoltà interne consolidando le opportunità di crescita oltreconfine.
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