Questo articolo non ha lo scopo di trattare in modo esaustivo tutti i problemi relativi alle verifiche ed alla manutenzione degli impianti elettrici installati nei luoghi con pericolo di esplosione, ma di evidenziare alcuni problemi emersi nel corso di verifiche ed indicare operazioni di manutenzione da effettuare per mantenere l’efficienza delle costruzioni elettriche nel corso della loro vita.
Pertanto si è cercato di trasmettere non quanto è già possibile trovare sui documenti normativi, ma riportare reali problemi quotidiani ed una panoramica degli aspetti salienti riguardanti la manutenzione degli impianti installati in atmosfere esplosive.
Verifica
Le apparecchiature elettriche installate nelle aree con pericolo d’esplosione hanno caratteristiche speciali da renderle idonee per operare in tali luoghi. E’ essenziale che in quelle aree, per ragioni di sicurezza, per tutta la vita di tali apparecchiature sia preservata la loro integrità.
Per assicurare che le apparecchiature siano mantenute in condizioni soddisfacenti per l’uso all’interno delle aree con pericolo d’esplosione, esse richiedono un’ispezione iniziale ed in alternativa una successiva periodica ispezione o una continua supervisione e, quando necessario, manutenzione, da parte di personale qualificato.
e attività connesse alla supervisione (verifiche e manutenzioni) devono essere eseguite soltanto da personale esperto il cui addestramento abbia incluso istruzioni sui vari modi di protezione, sulle modalità di installazione, sulle norme degli impianti a sicurezza e sui principi generali della classificazione delle aree.
Scopo della verifica
Scopo della verifica è quello di valutare l’idoneità degli impianti elettrici e delle relative apparecchiature all’utilizzo in zone classificate con pericolo d’esplosione (zone AD). La rispondenza ai criteri di esecuzione degli impianti elettrici già installati nelle aree classificate prima dell’entrata in vigore della norma CEI EN 60079-14: 1997-08, “Parte 14: Impianti elettrici nei luoghi con pericolo di esplosione per la presenza di gas (diversi dalle miniere)”, deve essere ancora verificata secondo le prescrizioni della norma CEI 64-2 (cap. VI-XVI). Si ricorda che la norma CEI EN 60079-14 si applica agli impianti elettrici nuovi ed alle trasformazioni radicali di quelli esistenti.
Riferimenti di Legge
Nel corso della verifica sono anche esaminati gli aspetti relativi agli obblighi di legge riguardo alla certificazione delle costruzioni elettriche per atmosfere potenzialmente esplosive. L’uso di apparecchi e sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva, in Italia, è attualmente regolato da alcuni decreti che applicano le direttive europee su questa materia. In particolare il DPR n. 727 del 21 Luglio 1982 stabilisce che tali apparecchiature possono essere vendute ed utilizzate soltanto se rispondenti alle norme europee armonizzate, indicate nel DPR 675 del 21 Luglio 1982 e successive modifiche, e questo deve essere comprovato da un certificato rilasciato da un organismo autorizzato in ambito CEE. Qualora il certificato di conformità lo esiga, il materiale elettrico deve essere accompagnato da istruzioni che ne precisano le particolari condizioni di utilizzo e/o installazione.
Le condizioni di utilizzo e/o installazione del materiale elettrico non disciplinate da norme comunitarie rimangono soggette alle disposizioni nazionali vigenti. I certificati devono essere disponibili presso gli impianti per le verifiche di legge. Per quanto riguarda le apparecchiature installate prima dell’entrata in vigore dei decreti del 1982 si deve fare riferimento alle disposizioni emesse precedentemente alle direttive europee, vale a dire: a) il DPR 547 del 1955, che ammetteva l’uso di materiale elettrico in atmosfere potenzialmente esplosive purché fosse di tipo antideflagrante dichiarato tale dal costruttore. Le apparecchiature di quegli anni sono generalmente contraddistinte dalla sigla AD-PE o dalla scritta antideflagrante riportata in targa ad indicare una protezione a prova d’esplosione; b) la legge n. 186 del 1° marzo 1968, che stabilisce l’obbligo di realizzare le apparecchiature e gli impianti elettrici a “regola d’arte” e precisa che le costruzioni e gli impianti elettrici realizzate in conformità alle norme CEI si considerano costruiti a regola d’arte. Pertanto le apparecchiature installate anteriormente al Luglio 1982 e riportanti la sigla AD-PE devono essere considerate tuttora utilizzabili.
Modalità di ispezione
Le verifiche periodiche possono essere:
Visiva
E’ quella che identifica quei difetti che sono evidenti allo sguardo (ad es. viti mancanti, vetri rotti, ecc.) e può essere eseguita senza l’uso di utensili o mezzi di accesso, senza aprire la costruzione elettrica. E’ un’ispezione che non influisce sull’operatività degli impianti.
Approfondita
E’ un’ispezione che comprende gli stessi aspetti di quella visiva ed in aggiunta identifica quei difetti che possono essere rilevati solo usando utensili e/o mezzi di accesso, generalmente senza che la costruzione elettrica sia aperta o sezionata. Quest’ispezione è simile alla precedente e serve per scoprire difetti quali ad esempio viti allentate (che richiedono l’uso di un attrezzo) o la sigillatura di un apparecchio di illuminazione (al quale si accede con una scala).
Dettagliata
E’ un’ispezione che oltre agli aspetti dell’ispezione approfondita identifica quei difetti (ad es. connessioni interne allentate) che si rilevano solo con l’apertura della custodia e/o con l’uso di utensili e talora con apparecchi di misura. Le verifiche devono essere effettuate oltrechè seguendo i criteri previsti dalle norme in vigore alla data d’installazione degli impianti, anche quelli previsti dalla pubblicazione CEI-ISPESL “Guida per la verifica delle installazioni elettriche in luoghi pericolosi” (fascicolo 1469 G – febbraio 1991).
La “Guida per le verifiche delle installazioni elettriche nei luoghi pericolosi” stata emessa nel febbraio 1991 ed è “l’atto conclusivo” di un lavoro cui ha partecipato esperti delle Unità Sanitarie Locali, il CEI, il CESI con il coordinamento dell’ISPESL. Ai fini della sicurezza contro il pericolo d’esplosione si effettua una valutazione su: a) l’idoneità delle apparecchiature elettriche e dei loro accessori alla classificazione della zona AD in cui sono installati; b) la congruenza delle condizioni d’installazione delle apparecchiature elettriche e degli accessori con i criteri della norma CEI 64-2; c) lo stato di conservazione delle apparecchiature elettriche e degli accessori, con conseguente valutazione dell’efficienza della protezione contro il pericolo d’esplosione nell’attuale situazione degli impianti. Dopo un esame “visivo” o “approfondito”, tenuto conto delle condizioni ambientali e dello stato di conservazione delle costruzioni elettriche può essere necessario procedere con un esame dettagliato. Per effettuare le verifiche devono essere disponibili i seguenti documenti: – la classificazione delle zone con pericolo d’esplosione; – le indicazioni del gruppo di gas e della classe di temperatura della costruzione elettrica. Per le costruzioni elettriche con modo di protezione “d” oppure “i” si deve considerare anche il sottogruppo. La documentazione di installazione (classificazione, certificati, istruzioni per l’installazione ed il collegamento) dovrà essere supportata inoltre dalle registrazioni degli interventi di manutenzione e dalle informazioni necessarie al personale per le verifiche. L’intervallo tra le periodiche ispezioni non deve eccedere i tre anni senza il parere dell’esperto. Si ricorda che i certificati devono essere disponibili presso gli impianti per le verifiche di legge.
Stato della certificazione
Per le costruzioni a prova di esplosione, che costituiscono ancora la gran maggioranza delle apparecchiature presenti in un impianto, si deve accertare che si trovino in una delle seguenti condizioni:
a) con targa identificabile e con certificato sono conformi alle leggi vigenti;
b) con targa identificabile ma senza certificato – se riportano la scritta “antideflagrante” oppure AD-PE, sono tuttora utilizzabili;
c) con targa non leggibile le apparecchiature con targa non leggibile devono essere simili (stesso tipo di costruzione meccanica) ad altre con regolare targa di identificazione oppure ad altre riportanti la scritta “antideflagrante” oppure AD-PE.
Le apparecchiature che si trovano nelle condizioni del punto c), in genere non sono segnalate nel corso della verifica, ma si accerta, mediante un esame visivo, che le apparecchiature sono di costruzione a sicurezza. Sono invece segnalate le apparecchiature che, trovandosi in zone classificate come zone pericolose, non sono di costruzione a sicurezza. Nel corso della verifica si evidenziano quelle apparecchiature elettriche installate non correttamente, quelle in cattive condizioni di conservazione e quelle non idonee alla classificazione della zona indicata. Per la maggior parte, in genere, si possono indicare gli interventi necessari di manutenzione. Per altre, dove non è possibile intervenire con una manutenzione, si suggerisce la loro sostituzione.
Manutenzione
La norma CEI 31-26 “Guida per la manutenzione delle costruzioni elettriche utilizzate nei luoghi con pericolo di esplosione di classe 1 e 3 (diversi dalle miniere)”, considera necessario un livello specifico di competenza per la riparazione delle costruzioni elettriche. Alcuni costruttori raccomandano, infatti, che la costruzione elettrica sia riparata unicamente da loro o da ditte da loro consigliate e da loro riconosciute idonee. Esistono anche ditte specializzate ed officine non raccomandate dai costruttori, che hanno competenze specifiche, mezzi idonei e personale qualificato per effettuare interventi di manutenzione sulle costruzioni elettriche. Nel caso in cui gli interventi di manutenzione non siano stati effettuati presso le officine specializzate di cui sopra, può essere necessaria una certificazione che presuppone verifiche della costruzione elettrica al certificato di conformità.
Si ricorda tuttavia che per permettere la manutenzione di alcune costruzioni elettriche complesse sono necessari, in aggiunta al certificato, i disegni relativi forniti dal costruttore. Si prende in esame in particolare il motore Ex d per quanto riguarda alcuni possibili guasti che intervengono durante la vita del motore stesso e le conseguenti operazioni di manutenzione e/o riparazione da effettuare. Per i motori installati in luoghi con pericoli di accumuli di sostanze pesanti o con la morsettiera in posizione laterale che può essere soggetta più facilmente a danni ambientali, è consigliabile prevedere un’ispezione effettuata in modo sistematico ad intervalli predeterminati per verificare la reale efficienza del modo di protezione.
Tali intervalli dipendono oltrechè dal tipo della costruzione elettrica, anche dai fattori che possono determinare il deterioramento dove è installata e dai risultati delle ispezioni precedenti. I guasti del motore possono essere di natura elettrica o di natura meccanica. I guasti elettrici possono essere: avvolgimento bruciato, mancanza d’isolamento. Il motore in riparazione è sottoposto ad un controllo visivo; successivamente è effettuata una prova a vuoto per la conferma della segnalazione di guasto e l’individuazione del tipo di danno effettuato da personale qualificato ed esperto. Per gli interventi relativi agli avvolgimenti è necessario generalmente la scheda originale di costruzione (reperibile presso il costruttore), in quanto il riparatore non autorizzato potrebbe definire dall’avvolgimento da sostituire i dati relativi all’avvolgimento (sezione e passo), ma non disporre esattamente di quelli necessari per il motore in riparazione.
Deve essere anche garantita la qualità dell’isolante, il montaggio del pacco e la possibilità di una corretta essicazione del pacco.
Tutto questo può essere garantito da un’officina “autorizzata”. Caso di guasto elettrico può essere anche il cavo che è schiacciato tra la carcassa e la morsettiera durante il montaggio. Quando per problemi d’installazione, la morsettiera del motore è ruotata di 90° o 180°, può accadere che, per motivi di difficile posizione dell’installazione, il cavo rimanga inavvertitamente schiacciato tra le due superfici piane della carcassa e della morsettiera. Qualora il danno al cavo fosse subito riscontrato si provvede alla riparazione.
Se invece il danno all’avvolgimento non è definitivo, il montaggio della morsettiera può presentare un pericolo più grave, in quanto si potrebbe avere un allargamento del giunto di accoppiamento tra le due superfici in un punto piuttosto critico per la tenuta della fiamma.
Questo problema non è da sottovalutare, in quanto generalmente i motori sono forniti con morsettiere utilizzabili nelle diverse posizioni per l’ingresso dei cavi (0°, 90° e 180°) ma non con le forature su tutte le pareti della morsettiera e gli utilizzatori non sempre possono definire nell’ordine la posizione dell’ ingresso dei cavi.
Emanuele Bruno
(Tratto da Panorama Elettrico)