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ll fusibile è un dispositivo di protezione contro i sovraccarichi e i cortocircuiti caratterizzato da: rapidità di intervento (per cortocircuito), elevato potere d’interruzione, dimensioni ridotte, costo limitato.

Rispetto agli interruttori automatici presenta però alcuni aspetti negativi:
non assicura, in caso di intervento, la contemporanea interruzione di tutte le fasi del circuito per cui, ad esempio, in un sistema trifase un’eventuale alimentazione bifase, può danneggiare i motori;
richiede tempi di ripristino del circuito relativamente lunghi.

Da un punto di vista costruttivo i fusibili possono essere cilindrici o a coltello.
In relazione alla caratteristica di intervento i fusibili vengono classificati in:
– fusibili per uso generale (gG) in grado di interrompere tutte le correnti fra il valore minimo che provoca la fusione dell’elemento e il potere di interruzione nominale;
– fusibili per la protezione di circuiti che alimentano motori (gM), in grado di interrompere tutte le correnti fra il valore minimo che provoca la fusione dell’elemento e il potere di interruzione nominale;
– i fusibili per uso combinato (aM) in grado di interrompere soltanto le correnti comprese fra un determinato valore di sovracorrente (KIn) e quella corrispondente al proprio potere di interruzione nominale; sono in genere utilizzati quando si è in presenza di elevate correnti di spunto.

Le correnti di valore inferiore a KIn costituiscono una sovracorrente che deve essere interrotta mediante un ulteriore dispositivo, ad esempio il relé termico di un contattore.

Selettività
Due fusibili in serie sono selettivi se il fusibile a valle interrompe la corrente in un tempo complessivo (di prearco e d’arco) inferiore a quello di prearco del fusibile a monte.
Pertanto perché la selettività tra due fusibili sia assicurata è necessario verificare:
– che le caratteristiche di intervento dei fusibili a valle e a monte non si sovrappongano;
– che l’impulso termico totale del fusibile a valle sia inferiore all’impulso termico di prearco del fusibile a monte.

Affinché sia assicurata la selettività totale fra fusibili di tipo gG è sufficiente che il rapporto tra la corrente nominale del fusibile a monte e di quello a valle (In1/In2) sia non minore di 1,6.
I costruttori forniscono in genere tabelle di coordinamento che consentono di individuare i tipi di fusibili in grado di assicurare la selettività.

Installazione
Per quanto riguarda l’installazione dei fusibili si ricorda che: le basi portafusibili devono essere dimensionate per la massima corrente nominale del fusibile che può essere inserito.
Nel caso di fusibili cilindrici con portafusibili a vite, la ghiera filettata deve essere collegata al conduttore in uscita in modo tale che con fusibile disinserito la stessa non risulti in tensione e quindi non rappresenti un pericolo dal punto di vista dei contatti diretti.
Per tale motivo anche nell’installazione degli interruttori con fusibili è necessario collegare il dispositivo in modo che ad interruttore aperto i fusibili non risultino in tensione con pericolo per l’operatore che deve sostituire le cartucce.

LE CARATTERISTICHE PRINCIPALI
I fusibili, da un punto di vista elettrico sono definibili in base alle seguenti caratteristiche principali:
Tensione nominale Un: è il valore massimo della tensione a cui può essere sottoposto il fusibile.
Corrente nominale In: è la corrente che il fusibile può sopportare senza fondere e senza che si verifichino riscaldamenti anomali.
Potere d’interruzione: è il valore massimo di corrente che il fusibile è in grado di interrompere in condizioni specificate.
Energia specifica (impulso termico): indica il valore massimo dell’energia lasciata passare dal fusibile durante il tempo del suo intervento. Un fusibile interrompe la sovracorrente in due fasi: inizialmente (tempo di prearco) si verifica la fusione dell’elemento attivo della cartuccia, successivamente (tempo d’arco) si forma un arco che si estingue in un certo tempo.
La corrente risulta interrotta dopo il tempo di prearco e quello d’arco.