È stata recentemente pubblicata la prassi di riferimento UNI/PdR 7:2014 dedicata alle tecnologie No Dig (scavi a minitrincea) che permettono di effettuare la posa, il riutilizzo, il risanamento e la sostituzione delle reti dei sottoservizi, tipicamente acqua, telecomunicazioni, energia e fognature, con un nullo o limitato ricorso agli scavi a cielo aperto. Questa prassi di riferimento nasce dalla necessità di creare documenti tecnici di riferimento per la realizzazione di trincee di dimensioni ridotte, per ogni operatore o ente locale, al fine di una corretta gestione degli interventi nel sottosuolo.
Il documento è particolarmente interessante, perché le tecnologie No Dig e quella per minitrincea in particolare sono incentivate anche a livello legislativo. Ricordiamo infatti che lo stesso regolamento di attuazione del Codice dei Contratti pubblici promuove l’impiego delle tecnologie trenchless, denominandole tecnologie di miniscavo a basso impatto ambientale per evidenziarne i vantaggi sulla collettività.
La prassi di riferimento è stata realizzata dalla collaborazione dell’Unione Industriali e delle Imprese di Roma, Frosinone, Latina, Rieti, Viterbo con la Italian Association for Trenchless Technology (IATT) ed è redatta in lingua italiana e in inglese. Oltre al basso impatto ambientale, le tecnologie No Dig presentano il grandissimo vantaggio di poter essere utilizzate in qualsiasi contesto (urbano ed extra urbano) e di consentire l’esecuzione dei lavori anche in presenza di traffico veicolare, senza la necessità di organizzare deviazioni e blocchi stradali.
Gli scavi con minitrincea, infatti, sono particolarmente indicate anche dove il traffico veicolare e la presenza di attività commerciali sono intense. Il documento sottolinea anche l’utilità delle indagini preventive del sottosuolo tramite Georadar, definito anche Ground Penetrating Radar (GPR).