Ho una fornitura trifase di modesta entità (4 kW) su una bottega artigiana, che adesso a causa dell’età del titolare ha molto ridotto la sua attività.
Le apparecchiature trifase sono adesso 2-3 e di poca potenza, sono utilizzate ormai raramente e solo una alla volta (non ci sono dipendenti o collaboratori). Mi chiedevo se, per ridurre i costi fissi in bolletta, posso passare ad una fornitura monofase ed installare un inverter tipo VFD per alimentare una presa trifase per gli apparecchi rimasti. Problemi tecnici? Risparmio effettivo? (ultime bollette circa 180 Euro per 200kWh).
Enrico Mazzetti
Un inverter VFD controlla la velocità del motore regolando la frequenza della tensione, non a caso l’acronimo VFD sta per Variable Frequency Drive. Quindi non può essere un componente applicabile al contesto rappresentato.
Reputiamo che, considerate le necessarie modifiche all’impianto originario, con relativi progetti e dichiarazioni di conformità, i costi per la sostituzione del contatore, i costi non modesti dell’inverter monofase/trifase e l’adattamento delle relative protezioni da sovracorrente e gli scarsi benefici dal punto di vista del risparmio energetico convenga mantenere la situazione attuale il cui costo principale è dato in misura maggiore dalla componente energia in quanto la differenza del costo fisso annuale tra una fornitura trifase e monofase è al massimo di circa 50 Euro.