È stata pubblicata nuova edizione della Norma CEI 79-3, dal titolo “Sistemi di allarme – Prescrizioni particolari per gli impianti di allarme intrusione”, autentico punto di riferimento per tutto il settore. La nuova edizione della Norma, che dopo una lunga attesa durata oltre 12 anni, sostituisce l’attuale quarta edizione (fascicolo 11940) in vigore dal maggio del 2012. Il nuovo disposto normativo è il risultato della revisione della norma CEI 79-32012 nei confronti della norma CEI EN 50131-1 e dell’integrazione con alcune sezioni tratte dalla guida di applicazione CEI CLC/TS 50131-7.
La Norma CEI EN 50131-1 continua a rappresentare il documento europeo di riferimento generale alle prescrizioni della presente Norma. La nuova Norma è destinata alla progettazione, installazione, esercizio e manutenzione degli Impianti di Allarme Intrusione e Rapina e rappresenta il recepimento italiano al contesto Normativo comunitario CENELEC.
Scopo del nuovo documento del comitato Elettrotecnico Italiano è garantire, per quanto praticabile, che gli Impianti di Allarme Intrusione e Rapina forniscano le prestazioni prescritte, riducendo al minimo gli allarmi impropri e mantenendo costantemente le prestazioni concordate, con un metodo chiaro, misurabile e ripetibile. La Norma è impostata nell’ordine logico nel quale dovrebbe essere normalmente progettato ed installato un Impianto di Allarme Intrusione e Rapina. Ogni procedura è definita separatamente nella Norma, ma é inteso che, nella pratica, alcune procedure possano essere eseguite contemporaneamente. La nuova Norma non è infatti solo il risultato di un mero aggiornamento dei riferimenti normativi, in gran parte superati nel corso degli anni, ma è il frutto di una profonda riorganizzazione editoriale dei contenuti, per ottimizzare la fruibilità del documento.
Livello di prestazione di un impianto
Nelle precedenti edizioni della Norma CEI 79-3 al tecnico incaricato veniva attribuito il compito di identificare il “Livello di Prestazione dell’impianto” da raggiungere sulla base di semplici criteri introdotti da due allegati (gli Allegati B e C). Nella nuova revisione è stato inserito il concetto e sviluppato un metodo oggettivo per l’Analisi del Rischio, attribuendo in modo più preciso le responsabilità nelle fasi progettuali propedeutiche alla progettazione di un impianto.
Il nuovo allegato A dal titolo “Metodo di valutazione dei rischi”, prescrittivo, fornisce le indicazioni per la valutazione dei rischi ed è suddiviso nei paragrafi:
A.1 – Fattori di Stimolo, Contromisure e Vulnerabilità Residua;
A.2 – Criticità percepita;
A.3 – Probabilità;
A.4 – Danno;
A.5 – Calcolo del Livello di Rischio e del Livello di Prestazione previsto;
A.6 – Tabella di normalizzazione dei valori per il Livello di Rischio.
Completano la trattazione alcuni esempi di determinazione del Livello di Rischio e conseguente Livello di Prestazione.
Nel precedente documento coesistevano due “metodi”: il Tabellare, prescrittivo ma con pochi dettagli e che non includeva in sé i requisiti per le interconnessioni ma le rimandava di fatto all’altro metodo, ed il Matematico che non prescriveva ma che consentiva di verificare il raggiungimento del Livello di Prestazione solo a posteriori, dopo aver completamente impostato il progetto. Nel nuovo documento è stato sviluppato un nuovo “Metodo Tabellare” di facile consultazione e da utilizzare nella fase iniziale di impostazione del progetto del quale costituisce la guida. È stata quindi eliminata la dualità dei precedenti metodi e, con questo, sono stati rimossi gli evidenti e mai risolti contrasti e contraddizioni tra i due: il nuovo e unico “metodo” Tabellare è prescrittivo.
I “sotto-impianti”
Nella Nuova Norma CEI 79-3 è stato definito un approccio modulare della progettazione, più flessibile, che agevoli eventuali successivi ampliamenti. Non era infatti precedentemente presa in considerazione la potenziale ripartizione in sotto-impianti; per consentirlo è stato introdotto in modo esplicito il concetto di sotto-impianto, con le indicazioni per un approccio modulare e flessibile della progettazione fornendo uno strumento ed un metodo per espandere, quando necessario, l’impostazione di un unico impianto.
L’articolo 2.2 dal titolo “Impianto, sotto-impianti, Livello di Prestazione e Indice Integrativo di Sicurezza” definisce quanto segue: “L’impianto posto a protezione dell’area controllata può essere articolato in uno o più sotto-impianti specifici per le sotto-aree identificate. Questo al fine di garantire una maggiore modularità nella rilevazione rispondendo nel contempo ad esigenze operative dell’utente che può attivare alcuni sotto-impianti lasciandone altri disattivati”.
Livello di prestazione e Indice integrativo
Per ogni Livello di Prestazione è stato definito un diverso approccio alla progettazione dell’insieme dei rivelatori. Inoltre, per ogni approccio, quando possibile, sono fornite più opzioni equivalenti da scegliere in base alle caratteristiche del contesto e agli eventuali vincoli installativi;
per poter confrontare più progetti che offrono il medesimo Livello di Prestazione, ma differenti funzionalità accessorie, sono stati creati un nuovo indicatore opzionale, l’Indice dell’Integrazione di Sicurezza, ed un Metodo oggettivo per calcolarlo. In tal modo è possibile comparare sistemi che offrono soluzioni aggiuntive diverse, le quali possono integrarne la sicurezza senza influire sul Livello di Prestazione.
Il Livello di Prestazione è il valore numerico che esprime la capacità del sotto-impianto di rivelare il tentativo di intrusione che si presume possa avvenire:
• attraverso i varchi,
• mediante effrazione delle discontinuità della struttura, sfondamento e attraversamento degli elementi (strutturali o protezioni) verticali e orizzontali,
• a seguito di movimento e/o del transito dell’intruso all’interno dei volumi controllati.
L’Indice Integrativo di Sicurezza (il cui utilizzo è opzionale) è il valore numerico che consente di quantificare in modo oggettivo e ripetibile l’entità delle integrazioni che migliorano le condizioni di sicurezza a controllo di una specifica sotto-area. Tale indice permette quindi di valorizzare sotto-impianti che, a parità di livello di prestazione, offrono differenti e più articolate soluzioni incrementando di fatto la sicurezza attraverso:
• presenza di una serie di sotto-impianti concentrici (che “circondano”, geograficamente, il sotto- impianto per cui è stato determinato il LdP e che, dall’esterno, l’intruso deve necessariamente attraversare in successione nel percorso di avvicinamento al bene controllato);
• integrazione di dispositivi e sistemi di deterrenza;
• inclusione nel progetto di rivelatori in aggiunta ai requisiti minimi per il LdP confermato.
Tabella 1. Alcune delle nuove definizioni della Nuova Norma CEI 79-3
Sottoinsiemi
L’impianto (o sotto-impianto) è costituito da quattro “sottoinsiemi” di base, rispettivamente “A” per i rivelatori, “B” per tutti i dispositivi essenziali al funzionamento dell’impianto (Centrale, Unità di Alimentazione, interfacce utente), “C” per i dispositivi di notifica locale e remota ed “E” per le tipologie e la qualità delle interconnessioni; un ulteriore sottoinsieme “D”, opzionale, può essere costituito da funzionalità e dispositivi aggiuntivi in grado di aggiungere maggiore efficacia, in linea con lo scopo della Norma.
A: obbligatorio e relativo ai rivelatori (automatici e/o manuali);
B: obbligatorio e relativo ai dispositivi essenziali per il funzionamento degli impianti (Centrale, Unità di Alimentazione, Interfacce utente);
C: obbligatorio e relativo ai dispositivi di notifica locale WD (ad esempio apparati di allarme acustico e luminoso) e sistemi di trasmissione remota ATS (ad esempio interfacce di rete, modem, combinatori);
D: opzionale e relativo a funzionalità/apparecchiature con finalità di deterrenza che non modificano il livello di prestazione dell’impianto;
E: obbligatorio e relativo alle interconnessioni (cavi, condotte, modalità di posa, connessioni senza fili, autoprotezione, cifratura, ecc.)
Figura 1. I quattro sottoinsiemi di cui è costituito un impianto, rispettivamente “A” per i rivelatori, “B” per tutti i dispositivi essenziali al funzionamento dell’impianto (Centrale, Unità di Alimentazione, interfacce utente), “C” per i dispositivi di notifica locale e remota ed “E” per le tipologie e la qualità delle interconnessioni; un ulteriore sottoinsieme “D”, dispositivi aggiuntivi
Questo è solo uno stralcio dell’articolo pubblicato sul numero di novembre-dicembre 2024 del Giornale dell’Installatore Elettrico. CONTINUA A LEGGERE QUI