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Alex Pope, Vice President Global Edge Systems di Vertiv

L’ecosistema dei data center si sta evolvendo e fa registrare una crescita a tutti i livelli, con attività fortemente incentrate sul cloud, sull’edge della rete e, sempre più spesso, sulle risorse cloud nell’edge. I tradizionali armadi IT non sono scomparsi, ma sono sempre più legati ai trend del passato.
Quando nel 2019 Vertiv ha intervistato i responsabili dei data center nell’ambito dell’aggiornamento del proprio report Data Center 2025, oltre la metà di coloro che disponevano di siti edge aveva dichiarato di prevedere un raddoppio di tali siti entro il 2025, e uno su 5 ipotizzava un aumento del 400% o superiore. Oggi, mentre siamo a metà strada del percorso verso il 2025, una nuova indagine indica che quelle ambiziose previsioni erano ben fondate.

 

L’evoluzione dei siti edge

L’ultima ricerca di Vertiv rafforza le proiezioni del 2019 e offre l’immagine di un settore che cresce e cambia contemporaneamente per supportare una domanda di computing incontenibile, soprattutto in ambito edge. I partecipanti all’indagine prevedono che nei prossimi quattro anni la componente edge aumenterà passando dal 21% al 27% del totale, mentre la quota di cloud pubblico, che coinvolge sempre più risorse cloud nell’edge, crescerà dal 19% al 25%. Non sorprende che tutto questo rispecchi un continuo allontanamento dall’elaborazione centralizzata on premise, che si prevede diminuirà dal 45% al 35% del calcolo totale.
In altre parole, i siti edge stanno diventando più grandi e consumano più energia. Secondo l’indagine di Vertiv, il 42% dei siti edge utilizza almeno cinque rack, con il 13% che ne impiega più di 20, mentre il 14% di loro consuma oltre 200 kilowatt (kW).
L’esigenza di ridurre la latenza o minimizzare il consumo di banda (portando il computing più vicino all’utente) ha segnato il passaggio iniziale verso l’edge e sta determinando questi cambiamenti, ma la corsa verso l’edge ha avuto come risultato un approccio incoerente rispetto le nuove implementazioni. Questi siti sono sempre più sofisticati ed eseguono attività di calcolo avanzate con volumi elevati, e troppo spesso sembrano frutto di un ripensamento.
Per questo motivo nel 2016 Vertiv ha sviluppato gli Archetipi Edge classificando le distribuzioni edge per caso d’uso, mentre lo scorso anno è stato fatto un ulteriore passo avanti con gli Archetipi Edge 2.0. Il nuovo report ha introdotto modelli di infrastrutture edge pronti per l’implementazione da cui deriva un approccio standardizzato alle distribuzioni delle reti edge. Questo livello di normalizzazione tra le categorie edge definite permette di aiutare le organizzazioni a implementare i siti edge più velocemente, ridurre i costi e operare in modo più efficiente.
I quattro modelli di infrastrutture edge sono Device Edge, Micro Edge, Distributed Edge Data Center e Regional Edge Data Center. Utilizzando questi modelli come punto di riferimento, è possibile configurare rapidamente le infrastrutture necessarie per supportare qualsiasi sito edge, un elemento fondamentale per allineare la resilienza di questi siti alla loro progressiva criticità: gap che è decisamente significativo oggi.
Quanto è significativo? Circa la metà di coloro che hanno risposto all’ultima indagine afferma che i propri siti edge hanno un livello di resilienza coerente con la classificazione di Livello I o II dell’Uptime Institute, equivalenti ai livelli di resilienza più bassi. Allo stesso modo, oltre il 90% dei siti utilizza almeno 2 kW di potenza, la soglia oltre la quale si raccomanda un sistema di raffreddamento IT dedicato, ma solo il 39% di loro dispone di sistemi di raffreddamento IT progettati appositamente. Ironia della sorte, queste condizioni rivelano livelli di rischio più elevati nei siti edge già messi in difficoltà da competenze tecniche in loco limitate o inesistenti.
Tra i molti fattori valutati per classificare una potenziale implementazione, i modelli di Vertiv prendono in considerazione il caso d’uso, l’ubicazione, il numero di rack, i requisiti e la disponibilità dell’alimentazione, il numero di utenti, l’ambiente esterno, il provider dell’infrastruttura edge e il numero di siti da implementare. A questo punto, potremmo abbinarli a un’infrastruttura standardizzata che può essere personalizzata per soddisfare le specifiche esigenze degli operatori. Vertiv ha recentemente messo a disposizione un tool online che può essere consultato da chiunque desideri avere maggiori informazioni sui propri siti edge.
Una volta comprese (1) le funzionalità e le caratteristiche IT che ogni sito deve supportare, (2) l’ingombro a pavimento fisico della rete edge e (3) gli attributi infrastrutturali richiesti per ogni implementazione, possiamo configurare, realizzare e fornire esattamente ciò che serve nel modo più rapido ed efficiente, riducendo al minimo i tempi di installazione e assistenza in loco. Questo costituisce un enorme passo avanti nella progettazione e nell’implementazione degli impianti edge.
Le infrastrutture edge odierne sono più sofisticate, strategiche e complesse che mai. Grazie all’applicazione di un approccio sistematico all’analisi del sito, possiamo adottare una standardizzazione personalizzata alle reti edge che contribuirà a ridurre tempi e costi di implementazione, incrementando efficienza e operatività, offrendo agli utenti e ai propri clienti una perfetta interazione con la rete.

Per ulteriori informazioni consultare il sito www.vertiv.it