L’analisi termografica
La termografia è una tecnica di analisi che da molti anni viene utilizzata in svariati ambiti (in edilizia, in aeronautica, in medicina, in controlli industriali, etc.) e che sempre più spesso trova applicazione nel contesto degli impianti elettrici. L’analisi termografica consiste nel rilevamento delle radiazioni termiche emesse da un corpo attraverso una termocamera. Questa attività permette di conoscere le diverse temperature superficiali dei componenti e di predire eventuali anomalie e malfunzionamenti degli impianti elettrici. Inoltre, consente di indagare la presenza di eccessive dissipazioni per migliorare l’efficienza dell’impianto.
Indagini termografiche: i vantaggi economici
In Italia, l’indagine termografica si è diffusa inizialmente grazie a meccanismi di incentivazione (prevalentemente diffusi in ambito industriale, logistica e GDO), messi in campo dalle compagnie assicurative private, che applicavano uno sconto sulla polizza di assicurazione contro l’incendio.
L’INAIL e il modello OT23
Anche l’INAIL da alcuni anni premia le aziende che eseguono periodicamente un’analisi termografica nel contesto del rischio elettrico, riducendo il premio assicurativo fino al 28% in base alla dimensione dell’impresa. Il modello OT23 “per la riduzione del tasso medio per prevenzione” che i datori di lavoro possono trasmettere all’Istituto ogni anno per poter ottenere una riduzione del tasso medio di tariffa INAIL, riporta alla voce A-4 la riduzione del rischio elettrico mediante termografia, come indicato di seguito:
Interventi per la Prevenzione del rischio elettrico – “L’azienda ha effettuato nel corso dell’anno 2020 una analisi termografica a una o più parti di impianto elettrico e ha conseguentemente attuato le opportune azioni correttive”.
Per ottenere l’incentivo l’intervento deve essere riferito a parti di impianto quali quadri elettrici, quadri di comando e trasformatori. Il rilievo termografico e l’interpretazione e valutazione dei dati rilevati devono essere eseguiti da persone certificate in accordo ai Livelli 1 e 2 previsti dalla norma UNI EN ISO 9712 “Prove non distruttive – Qualificazione e certificazione del personale addetto alle prove non distruttive”. Ogni punto oggetto di analisi termografica deve essere corredato da foto nel campo visibile e infrarosso.
Per l’ottenimento dell’incentivo, vengono richiesti i seguenti documenti:
– Report dell’analisi termografica, corredato da foto nel campo visibile e infrarosso, datato e firmato nel 2020 da persona certificata almeno di Livello 2 secondo la norma UNI EN ISO 9712;
– Per la persona che ha condotto il rilievo termografico sul campo: evidenza del nome e cognome e della certificazione almeno di Livello 1, metodo TT (Termografia a infrarossi) secondo la norma UNI EN ISO 9712;
– Per la persona che ha redatto il report di analisi, evidenza del nome e cognome e della certificazione almeno di Livello 2, metodo TT (Termografia a infrarossi) secondo la norma UNI EN ISO 9712.
– Evidenze dell’attuazione delle eventuali azioni correttive poste in atto (ad es. fatture, schede di intervento, ecc.).
È sufficiente quindi poter dimostrare di aver effettuato l’indagine termografica tramite l’apposito report nell’anno precedente alla richiesta e inserire nel libretto di uso e di manutenzione dell’impianto l’attuazione di eventuali misure correttive.
Indagini termografiche: vantaggi pratici
A prescindere dal vantaggio economico legato ai meccanismi di incentivazione appena descritti, il vantaggio di effettuare una manutenzione predittiva, non distruttiva, risulta evidente: non solo è possibile prevenire incidenti o malfunzionamenti, ma è anche possibile mettere in campo analisi sostitutive ad attività ad alto rischio (elettrico) o con un forte impatto sulla continuità di servizio di un impianto (si pensi a titolo di esempio il serraggio dei morsetti su barrature all’interno dei quadri di distribuzione o su trasformatori MT/BT).
A testimonianza del crescente interesse per l’attività da parte degli operatori del comparto elettrico, anche il CEI sta inserendo le prime indicazioni all’interno del corpo normativo per facilitare il compito dei tecnici (finora i documenti di riferimento appartengono all’ambito UNI). Ad esempio la nuova Guida CEI 0-10 “Guida alla manutenzione degli impianti elettrici”, attualmente allo studio (il Gruppo di Lavoro è stato costituito cinque anni fa) ha introdotto la scheda SA 1.9 “scheda controllo termico”, nella quale annotare gli esiti dei controlli effettuati sugli impianti elettrici.
La strumentazione per la termografia
Se un tempo questa attività era in qualche modo limitata per la complessità nell’utilizzo dello strumento o, ancora, per l’ostacolo dovuto all’investimento iniziale da parte del professionista, oggi sul mercato esistono tuttavia una serie di soluzioni che vanno incontro alle esigenze dei tecnici, agevolandoli nei loro interventi.
Per la manutenzione ordinaria: semplicità e rapidità di rilevazione con la serie E di HikMicro
Per la manutenzione ordinaria, il mercato offre la serie E di HikMicro, in grado di coniugare semplicità e velocità di rilevazione, con precisione ±2°C, su range esteso di valori misurabili compreso tra -20°C e +550°C. Questo strumento, grazie all’elevata sensibilità, garantisce un funzionamento efficace e intuitivo, inoltre, L’SD card integrata, capace di una capienza massima di 8GB, consente la cattura di immagini e la registrazione di filmati, utili alla analisi postuma su software HikMicro Analyzer dedicato alla realizzazione di report professionali.
Oltre la manutenzione ordinaria: la serie M di HikMicro
Al contrario, per esigenze superiori, in cui le attività vanno dunque oltre alla semplice manutenzione ordinaria, la Serie M di HikMicro integra funzionalità aggiuntive di elevato profilo, prima fra tutte la connettività Wi-Fi, che consente la connessione diretta su app dedicata HikMicro Viewer, permettendo la visualizzazione e la gestione direttamente da dispositivo mobile, oltre alla raccolta di immagini per una rapida ed efficace condivisione.
Le funzioni di Voice Message e Text Message permettono poi di aggiungere messaggi vocali e di testo alle immagini catturate, facilitando la gestione di questi contenuti nell’analisi successiva con il software HikMicro Analyzer dedicato proprio alla realizzazione di report.
Infine, la serie M supporta anche una telecamera visibile con capacità di cattura immagini fino a 8MP, una doppia tecnologia grazie alla cui presenza è possibile accedere alla funzionalità Picture in Picture, una visualizzazione delle due immagini nella medesima scena, e Fusion, ovvero la sovrapposizione delle due immagini aggiungendo i dettagli della telecamera visibile alla telecamera termica, elevando così la percezione della qualità video globale.
HikMicro, il nuovo protagonista nella termografia
HikMicro è una Business Unit di Hikvision fondata nel 2016. Un’azienda nell’azienda, specializzata nella progettazione, produzione e test di prodotti termici per creare soluzioni IoT innovativi con sensori termici avanzati, moduli e telecamere. Una realtà che oggi conta più di 600 impiegati, con oltre 250 Master e progetti di Dottorati di ricerca con più di 70 brevetti all’attivo, ottenuti soprattutto grazie agli investimenti in R&D: il 5% del proprio fatturato annuale, al fine di favorire una continua innovazione dei prodotti, elaborando un sistema completo su più livelli dal design al supporto tecnico.
I molteplici ambiti applicativi di HikMicro
Molteplici gli ambiti applicativi, dal Security/Safety (perimeter protection, protezione di beni e persone, prevenzione degli incendi boschivi, screening della temperatura cutanea) all’Outdoor (monitoraggio faunistico, monocoli e binocoli bi-spectrum e con cannocchiali per utilizzo militare), passando da uno delle applicazioni più vicine al mondo impiantistico: la termografia; un settore in cui HikMicro fornisce dispositivi per la realizzazione di indagini termografiche con range estesi di misurazione e livelli elevati di precisione, utili al monitoraggio di componenti elettrici, datacenter, ispezioni energetiche.