Il decreto 15 luglio 2014 al punto 3 del capo V titolo II prevede impianti di spegnimento manuale per installazioni elettriche di tipo C con oltre 25.000 litri di olio o per tipo D. Normalmente per impianto di spegnimento manuale si intendono idranti ad acqua (ciò avvalorato anche dal punto precedente che per impianti automatici ammette anche impianti non ad acqua… lasciando intendere l’acqua come impianto privilegiato) anche se la presenza di olio e di impianti in tensione non sembra la miglior soluzione.
Il decreto non da alcuna indicazione tecnica sul tipo di impianto da applicare per impianti nuovi mentre è più dettagliato per impianti esistenti. Ci sono riferimenti utili per la tipologia di impianto e la progettazione?
Pietro Moschioni
Il decreto 15 luglio 2014, sia la Titolo II Capo V “Mezzi di protezione attiva” che al Titolo III Capo V “Mezzi ed impianti per l’estinzione degli incendi”, indica come riferimento il decreto 20 dicembre 2012 “Regola tecnica di prevenzione incendi per gli impianti di protezione attiva contro l’incendio installati nelle attività soggette ai controlli di prevenzione incendi”.
Nel secondo capoverso di entrambi è riportata la seguente frase:
“Le apparecchiature e gli impianti di protezione attiva devono essere progettati, installati, collaudati e gestiti a regola d’arte, conformemente alle vigenti norme di buona tecnica ed a quanto di seguito indicato”
Il riferimento progettuale indicato dal decreto 20 dicembre 2012 è quello delle Norme UNI pertinenti per tipologia di impianto, ad esempio tra le altre:
– UNI 10779 per le reti idranti,
– UNI EN 12845 per gli impianti sprinkler,
– UNI 9795 per gli impianti di rivelazione e segnalazione allarme incendio,
– UNI EN 15004 e UNI 11280 per gli impianti che utilizzano agenti estinguenti gassosi,
– UNI 9494 per gli impianti di controllo del fumo e del calore,
– UNI EN 13565-2 per gli impianti a schiuma,
– UNI EN 12416-2 per gli impianti a polvere,
– UNI CEN/TS 14972 per gli impianti ad acqua nebulizzata,
– UNI CEN/TS 14816 per gli impianti spray ad acqua,
– UNI ISO 15779 per gli impianti ad aerosol condensato.
In assenza di riferimenti normativi nazionali o europei il decreto si riferisce, al Cap. 6.1 “Altri impianti di protezione attiva installati nelle attività regolamentate da specifiche disposizioni di prevenzione incendi”, alle Norme NFPA (ad esempio NFPA 750) da utilizzare sempre, sotto la responsabilità del progettista, in rapporto alla valutazione del rischio d’incendio specifica per il tipo di attività.