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“Installazione, verifica e manutenzione degli impianti elettrici nei cantieri edili”

Nella legislazione italiana, il tema della prevenzione degli infortuni negli ambienti di lavoro pone le sue radici con l’emanazione della Legge 17 marzo 1898 n. 80 entrata in vigore il 1° ottobre 1898 (Gazzetta Ufficiale del Regno d’Italia – Serie Generale – n.75 del 31 marzo 1898):

“La presente legge si applica agli operai addetti […] alle imprese di costruzioni edilizie; […] alle costruzioni ed imprese seguenti, qualora vi siano impiegati più di cinque operai: costruzione o esercizio di strade ferrate, di mezzi di trasporto per fiumi, canali e laghi, di tramvie a trazione meccanica; lavori di bonificamento idraulico; costruzioni e restauri di porti, canali ed argini; costruzioni e restauri di ponti, gallerie e strade ordinarie, nazionali e provinciali”.

Più vicino ai giorni nostri troviamo: il Decreto del Presidente della Repubblica del 7 gennaio 1956, n. 164 “Norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro nelle costruzioni”, il Decreto Legislativo 14 agosto 1996, n. 494; il Titolo IV del Decreto Legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in vigore dal 15 maggio 2008. Sul fronte degli impianti elettrici, la Legge 5 marzo 1990 n. 46 “Norme per la sicurezza degli impianti”, ha escluso dagli obblighi della “redazione del progetto e del rilascio del certificato di collaudo le installazioni […] gli impianti di cantiere e similari, fermo restando l’obbligo di rilascio della dichiarazione di conformità […]”.
Come noto, lo stesso articolo è stato riproposto dal decreto 22 gennaio 2008, n. 37 entrato in vigore il 27 marzo 2008.
Dal punto di vista normativo, le prescrizioni relative all’esecuzione degli impianti elettrici nei cantieri di costruzione e di demolizione sono contenute nella Sezione 704 “cantieri di costruzione e demolizione” della Parte 7 della Norma Cei 64-8.
Esempi applicativi e raccomandazioni per l’esecuzione degli impianti elettrici in questi luoghi sono contenute nella Guida CEI 64-17 “Guida all’esecuzione degli impianti elettrici nei cantieri”.

Cominciamo col progetto
Sì, perché se è vero che il progetto è “il momento di ideazione dell‘impianto”, non possiamo negare che “rappresenta il mezzo fondamentale per rispondere alle attese del committente nel rispetto delle disposizioni di legge e delle norme tecniche, al fine di conseguire la sicurezza e la qualità dell’impianto”.
Occorre però fare un distinguo, fra quando il progetto è obbligatorio secondo un preciso dettato legislativo e quanto il progetto è richiesto dalle norme tecniche in risposta al principio della regola dell’arte.
Per quanto riguarda il primo aspetto, infatti, il progetto degli impianti elettrici di cantiere può essere eseguito dall’impresa installatrice in accordo con le prescrizioni della Norma CEI 64-8 e sottoscritto a fine lavori con la dichiarazione di conformità (articolo 7, decreto 37/08).
Le norme tecniche sono “destinate ad assicurare la sicurezza delle persone e dei beni contro i pericoli ed i danni che possono derivare dall’utilizzo degli impianti elettrici nelle condizioni che possono essere ragionevolmente previste”. Come abbiamo accennato, per quanto riguarda gli impianti elettrici nei cantieri edili, la Norma CEI 64-8 prevede prescrizioni aggiuntive contenute nella Sezione 704.

Secondo le norme, la progettazione, la messa in opera e la verifica degli impianti elettrici dei cantieri devono tenere conto che “precarietà e condizioni ambientali concorrono ad aumentare lo stato di rischio”.

Diversamente da altri luoghi, infatti, l’impianto elettrico di cantiere è un impianto temporaneo il cui scopo è unicamente quello di permettere la realizzazione dei lavori di:
– Costruzione di nuovi edifici;
– Riparazione, trasformazione, ampliamento o demolizione di edifici esistenti;
– Opere pubbliche;
– Movimentazione o escavazione di inerti, pietre e ghiaie.

Rientrano nella categoria di cantiere interventi di manutenzione in banchine, per costruzione di teleferiche, ecc.
Come ricorda la norma impianti, fanno parte dell’impianto elettrico di cantieri: componenti elettrici fissati in modo rigido a parti strutturali od infrastrutture del cantiere (impianto elettrico fisso) e componenti elettrici non fissati a parti strutturali od infrastrutturali del cantiere (impianto elettrico movibile o trasportabile); esclusi gli apparecchi utilizzatori.
Proprio per questo motivo, le prescrizioni della Sezione 704 non si applicano alla miniere a cielo aperto e “agli impianti nei luoghi di servizio dei cantieri (uffici, spogliatoi, sale di riunione, spacci, ristoranti, dormitori, servizi igienici ecc.) ai quali si applicano le prescrizioni generali” della Norma CEI 64-8. Vedremo, infine, che per talune lavorazioni si applicano le prescrizioni relative ai luoghi conduttori ristretti (Sezione 706).

I punti cardine del progetto
La progettazione e l’esecuzione di un impianto elettrico di cantiere prevede alcuni punti cardini: scelta di componenti elettrici idonei al luogo (presenza di acqua e polvere, movimentazione di mezzi) e applicazione di prescrizioni di sicurezza specifiche.
Oltre alle condizioni ambientali e alla provvisorietà, infatti, gli impianti elettrici vanno scelti e messi in opera tenendo conto dell’accesso di addetti non necessariamente informati sui pericoli dell’elettricità.
Beninteso, sono lontani i tempi in cui l’impianto elettrico di cantiere consisteva in poche prese cablate su un tavolato di legno (il cosiddetto quadro di cantiere).
Oggi si parla di apparecchiature specifiche per l’impianto di cantiere, condutture ad hoc, prescrizioni relative a gradi di protezione minimi, condizioni di sicurezza specifiche (valore della tensione limite convenzionale). Proviamo a fare un sunto.
Un cantiere è normalmente alimentato dalla rete di distribuzione di bassa tensione. In questo caso si parla di sistema TT. Quando il cantiere è alimentato tramite un trasformatore che appartenga allo stesso cantiere, invece, si adotta il sistema TN-S. In questo caso ci troviamo di fronte ad un cantiere alimentato dalla rete di distribuzione di media tensione.
Quando, infine, è necessario evitare l’interruzione dell’alimentazione al primo guasto a terra, e solo per una parte dell’impianto, si utilizza il sistema IT (praticamente mai).

Nei cantieri alimentati in bassa tensione, il sistema TT prevede il collegamento diretto a terra di un punto (il conduttore di neutro, a cura del distributore) e di tutte le masse degli apparecchi utilizzatori in classe I (impianto di terra). In questo caso, la protezione delle persone contro i contatti diretti prevede l’interruzione automatica dell’alimentazione.
Lo scopo della protezione è ridurre gli “effetti fisiologici dannosi in una persona, in caso di guasto, a causa del valore e della durata della tensione di contatto.
Questa misura di protezione richiede il coordinamento tra il modo di collegamento a terra del sistema e le caratteristiche dei conduttori di protezione e dei dispositivi di protezione”. L’interruzione automatica dell’alimentazione non è necessaria “se sulle masse non viene superato, in caso di guasto, il valore della tensione di contatto limite UL”.

Il valore della tensione di contatto limite UL ammessa nei cantieri edili è 25 V. Nei sistemi TT la Norma Cei 64-8 prescrive che la protezione contro i contatti indiretti sia effettuata mediante l’utilizzo (esclusivo) dei dispositivi di protezione a corrente differenziale, in accordo con la seguente condizione:

RE · Idn ≤ UL

dove:

RE è la resistenza del dispersore in ohm
Idn è la corrente nominale differenziale in ampere.

figura 1 Figura 1: valore della resistenza del dispersone in base al valore della corrente nominale del dispositivo di protezione a corrente differenziale.

Nota: con riferimento a quanto indicato nella Norma CEI 0-21, il valore della corrente di guasto dipende dal valore della resistenza del collegamento a terra del conduttore di neutro a cura del Distributore (valore massimo 180 Ω) e dal valore della resistenza del dispersore. figura 2 Figura 2: percorso della corrente di guasto nel sistema TT.

A tal proposito ricordiamo che le prese a spina con corrente nominale non superiore a 32 A utilizzate in cantiere devono essere protette da un dispositivo a corrente differenziale, con corrente d’intervento Idn ≤ 30 mA.
Una volta dimensionato l’impianto di terra occorre progettare i componenti elettrici utilizzati in cantiere tenendo conto delle caratteristiche specifiche indicate dalla Norma Cei 64-8.
Per quanto riguarda i quadri elettrici, ad esempio, devono essere conformi alle prescrizioni della Norma Europea CEI EN 61439-4 “Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra per bassa tensione (quadri BT) Parte 4: Prescrizioni particolari per quadri per cantiere (ASC)”.
Secondo la definizione di questa norma, un’apparecchiatura di protezione e di manovra per bassa tensione per cantiere (ASC) è la “combinazione di uno o più dispositivi di trasformazione o di manovra e interruzione di bassa tensione con gli associati apparecchi di comando, misura, segnalazione, protezione e regolazione, con tutte le interconnessioni elettriche e meccaniche interne comprese le loro parti strutturali, progettate e costruite per uso in tutti i cantieri, all’interno ed all’esterno”.
I quadri per cantiere (ASC), inoltre, devono “avere un dispositivo di interruzione e sezionamento generale facilmente accessibile”. Per quanto riguarda le prese a spina con corrente nominale superiore a 16 A, queste devono essere conformi con la Norma CEI EN 60309 – 2 (CEI 23-12).

In particolare, le prese a spina devono avere: Grado di protezione minimo IP44; Resistenza meccanica a basse temperature.
Nei cantieri edili, l’utilizzo delle prese a spina è ammesso solo se sono protette con dispositivo a corrente differenziale, con corrente d’intervento Idn ≤ 30 mA (prese con corrente nominale non superiore a 32 A), ovvero sono alimentate da sorgenti SELV o protette mediante separazione elettrica.
Le condutture, infine, “non devono passare attraverso luoghi di transito di veicoli o pedoni” altrimenti “deve essere assicurata una protezione speciale contro i danni meccanici e contro il contatto con macchinario di cantiere”.
In particolare i cavi flessibili devono essere del tipo H07RN-F o di tipo equivalente (es. H07RN8-F, FG70K 0,6/1 kV e H07BQ-F).

Figura 3 Figura 3: Esempi di posa delle condutture (F = Fissa, M = Mobile, U = Utilizzatore).

Non dimentichiamo che, in merito ai sistemi di protezione, è necessario valutare la protezione contro le sovratensioni di ponteggi e/o gru presenti nei cantieri edili.
Questa verifica è eseguita in accordo con le norme del Comitato 81 del CEI.
Per alcune installazioni, infatti, potrebbe non essere garantita la protezione delle persone in caso di fulminazione (diretta o indiretta) della struttura. La Guida Cei 64-17 fornisce alcuni esempi relativi alla verifica.

LCR – Luoghi conduttori ristretti
Prima di abbandonare i cantieri edili, occorre ricordare che per alcune lavorazioni potrebbe essere necessario rispettare le prescrizioni normative relative ai luoghi conduttori ristretti. Si tratta di luogo di lavoro conduttore (un serbatoio, uno scavo, un traliccio metallico) ristretto per dimensioni, dove l’operatore ha “una elevata probabilità di venire in contatto con tali superfici attraverso un’ampia parte del corpo diversa da mani e piedi”.

I componenti fissi che alimentano gli apparecchi utilizzatori mobili e trasportabili devono rispettare le prescrizioni indicate dalla Sezione 706 della Norma Cei 64-8. In particolare, l’alimentazione degli utensili portatili e degli apparecchi di misura trasportabili o mobili è ammessa solo se protetti con circuiti SELV oppure con la separazione elettrica (un solo componente elettrico ad un avvolgimento secondario del trasformatore di isolamento); nel caso di lampade portatili è ammessa solo la protezione con circuiti SELV.
Qualora si debbano alimentare componenti elettrici fissi, invece, è necessario adottare le seguenti protezioni: interruzione automatica dell’alimentazione con un collegamento equipotenziale supplementare che colleghi le masse dei componenti elettrici fissi e le masse estranee del luogo conduttore ristretto, incluso il pavimento, se conduttore, oppure alimentazione con circuiti SELV (con alimentazione esterna al LCR), oppure separazione elettrica (sorgente esterna al LCR) con la condizione tuttavia che venga collegato un solo componente elettrico a un avvolgimento secondario del trasformatore di isolamento, oppure componenti elettrici di Classe II, o con componenti elettrici aventi isolamento equivalente, a condizione che i circuiti di alimentazione siano protetti da una protezione addizionale mediante interruttori differenziali con corrente differenziale non superiore a 30 mA. Come ricorda il commento all’articolo 706.411.1.2.6:

“gruppi elettrogeni, come pure altre sorgenti autonome, cioè non alimentate dalla rete, possono essere situate all’interno del luogo conduttore ristretto: queste sorgenti inoltre non è necessario che siano […] di Classe II o con isolamento equivalente”.

Antonello Greco
Membro CT 64 CEI