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~DNell’impiantistica compressa esistono due tipologie di pulsanti con attivazione a “rottura di vetro” e precisamente:
1. Pulsanti di allarme o rivelatori manuali d’incendio,
2. Pulsanti di sgancio della corrente elettrica.
Ambedue pulsanti possono essere previsti nel progetto di prevenzione incendi e approvati dalle competenti autorità (VVF), ma le norme di riferimento e la funzione sono diverse.

Esemplificando,
I primi devono essere progettati e installati in conformità alla norma UNI 9597 Cap. 9 e manutentati secondo quanto indicati dalla norma UNI 11224 Cap. 9. I secondi sono previsti dalla norme CEI 64-8 articolo 537.4 In entrambi i casi sono previsti da norme cocenti di prevenzione incendi e installati secondo le proprie norme di riferimento.

Domanda:
Nel secondo caso del comando di emergenza le modalità di manutenzione, di verifica periodica e di funzionamento sono codificate da disposti legislativi o norme orme tecniche. In caso affermativo potete fornirmi i riferimenti tecnico legislativi. In caso contrario quale potrebbe essere una corretta periodicità per la gestione nel tempo del comando di emergenza.

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~RI pulsanti di allarme manuale d’incendio fanno parte dell’impianto di rivelazione ed allarme incendio che deve seguire per i criteri di posa, calcolo e protezione delle condutture la norma generale CEI 64-8 e per gli altri aspetti installativi la norma UNI 9795.
I pulsanti devono essere manutenuti secondo la UNI 11224. I dispositivi di comando di emergenza indicati nell’art. 537.4 sono componenti dell’impianto elettrico e devono essere riportati nel registro della manutenzione delle stesso. Qualora il comando di emergenza sia installato in una attività soggetta ai controlli di prevenzione incendi il riferimento normativo può essere l’art. 4 del Decreto 10 marzo 1998 Controllo e manutenzione degli impianti e delle attrezzature antincendio che recita:

“Gli interventi di manutenzione ed i controlli sugli impianti e sulle attrezzature di protezione antincendio sono effettuati nel rispetto delle disposizioni legislative e regolamentari vigenti, delle norme di buona tecnica emanate dagli organismi di normalizzazione nazionali o europei o, in assenza di dette norme di buona tecnica, delle istruzioni fornite dal fabbricante e/o dall’installatore;”

Nel merito la norma CEI 64-8 non indica delle precise scadenze di manutenzione per i dispositivi di comando di emergenza. La Guida CEI 0-10 (attualmente in revisione al CEI) riporta una sintesi delle varie periodicità consigliate per le diverse parti dell’impianto elettrico in relazione alla destinazione d’uso e alla tipologia dell’attività. Ad esempio la segnalazione di efficienza del circuito di un comando di emergenza a lancio di corrente in un locale di pubblico spettacolo deve essere visionata prima di ogni inizio dell’attività.

Pertanto la periodicità degli interventi di manutezione dei dispositivi di comando di emergenza è funzione di vari e molteplici fattori: tipologia circuitale e meccanica degli stessi, MTBF previsto, severità ambientale, ambito di installazione, etc. etc..

Buona regola può essere quella di eseguire il controllo della funzionalità dei comandi di emergenza con cadenza annuale/biennale (semestrale nel caso di attività particolarmente significative o pericolose) in rapporto alla periodicità degli interventi di manutenzione programmata e preventiva sugli impianti elettrici, e certamente per le attività soggette al controllo dei vigili del fuoco in occasione delle asseverazioni di funzionalità degli impianti per il rinnovo del rilascio del certificato di prevenzione incendi.