Rispetto alle recenti proposte del Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato finalizzate a ridurre gli oneri della Componente A3 della bolletta elettrica (cosiddetto Decreto taglia bollette) l’ANEV (Associazione Nazionale Energia dal Vento) segnala il rischio che un’azione che non tenga conto delle specifiche peculiarità dei singoli comparti, ed in particolare di quello eolico già significativamente colpito nel recente passato, possa comportare un grave danno per gli operatori del settore e oltretutto non avere l’auspicato beneficio per il sistema.
Da quanto emerge infatti l’idea del Governo sarebbe quella di finanziare con un bond di 3 miliardi di euro con un interesse del 4% annuo la riduzione della componente A3 della bolletta elettrica tramite l’allungamento del periodo degli incentivi per gli impianti alimentati da fonti rinnovabili.
Questa operazione avrebbe sì un effetto di stabilizzazione a 9 miliardi annui per la Componente A3 (dai 12 tendenziali di cui 7 solo da solare fotovoltaico), ma avrebbe anche come effetto un allungamento di ulteriori 7/10 anni di tale onere sulla bolletta con un risultato complessivo superiore di almeno 40 miliardi di euro per il sistema.
L’ANEV è fermamente convinta della necessità di intervenire nei modi possibili per ridurre l’onere della Componente A3 della bolletta elettrica, tuttavia ritiene che questo risultato debba essere raggiunto senza nessuna penalizzazione per gli operatori eolici già provati da tagli retroattivi degli incentivi, e soprattutto senza un aumento di costi complessivi per il sistema. Un operazione che riduca il valore della A3 ma ne allunghi di molto il periodo, rischia di pesare troppo sul sistema elettrico nazionale.
L’ANEV propone pertanto di utilizzare il bond di 3 miliardi di € per ridurre fin da subito il valore della A3, anche tramite meccanismi di aste competitive, tramite la chiusura anticipata dell’incentivo residuo su base volontaria per gli operatori che ne hanno diritto.
A fronte di una decurtazione dell’importo complessivo dovuto, infatti si potrebbe addivenire alla chiusura anticipata, con il risultato di una riduzione immediata degli importi gravanti sulla componente A3 per 3 miliardi di euro, senza aumentare l’onore complessivo per il sistema e recuperando quella quota di energia elettrica incentivata alla piena contendibilità sul mercato elettrico.
L’ANEV auspica quindi un approfondimento sul tema e l’ esclusione di un qualsiasi tipo di azione che comporti per gli operatori delle penalizzazioni dirette o indirette che nell’attuale congiuntura economica i piccoli e medi non potrebbero reggere.
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