La sigaretta elettronica è un dispositivo elettronico dotato di una batteria ricaricabile, pertanto deve essere gestita come un RAEE, ovvero come un Rifiuto da apparecchiature elettriche ed elettroniche.
Per questa tipologia di rifiuti, già da tre anni è entrato in vigore il cosiddetto decreto ‘uno contro uno’, ossia l’obbligo per i venditori al ritiro gratuito di qualsiasi apparecchiatura dismessa dopo l’acquisto di un prodotto nuovo equivalente. Ma molti lo ignorano. Con l’aiuto della telecamera nascosta siamo andati a vedere quanto ne sanno i rivenditori e il risultato è che su 10 negozianti solo uno ha fatto riferimento all’obbligo di legge. La maggior parte, però, un po’ in imbarazzo, risponde che volendo possono smaltirla.
Ma si tratterebbe di un favore. Il punto, però, è che il ritiro non è facoltativo ma obbligatorio. Addirittura c’è anche chi consiglia il modo più rapido per risolvere il problema: ”Apri il secchio e butti dentro”. La legge, entrata in vigore il 18 giugno 2010, però, parla chiaro. La legge, spiega all’Adnkronos, Danilo Bonato, direttore generale di ReMedia, il Consorzio nazionale per la gestione eco-sostenibile dei rifiuti tecnologici, ”dà un compito ed un obbligo ai negozianti che vendono apparecchiature elettriche ed elettroniche e tra queste anche le sigarette elettroniche. L’obbligo consiste nel ritiro gratuito di una vecchia apparecchiatura, in questo caso la sigaretta, a fronte dell’acquisto di una equivalente. Questo avviene gratuitamente”.
Il negoziante, dunque, “ha l’obbligo di ritirare la vecchia sigaretta e poi di seguire una serie di procedure che prevedono uno smaltimento sicuro dal punto di vista ambientale e in linea con quello che prevede la legge”. In sintesi, il consumatore ha due possibilità.
La prima ”è portarla ad un’isola ecologica perché ci sono dei contenitori appositi per gestire tutti questi apparecchi di piccole dimensioni, oppure se intende acquistarne una nuova può portarla presso il negozio che è tenuto a ritirarla gratuitamente”.
Fonte: ADNKronos