L’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas ha presentato, nel contesto del documento sullo Stato dei Servizi e Attività svolta, un’interessante analisi statistica sui costi della bolletta elettrica in Italia, suddivisa per fasce di consumo, confrontando i risultati con la situazione negli altri stati europei.
Secondo quanto riportato, nel 2012 i prezzi dell’energia elettrica per i consumatori domestici italiani risultano inferiori ai prezzi mediamente praticati nell’Unione europea per le prime due classi di consumo (comprendenti consumi annui inferiori a 1.000 kWh e fino a 2.500 kWh), sia al netto sia al lordo delle imposte e oneri, mentre risultano superiori per le restanti classi di consumo.
In particolare, per la prima classe di consumo ( italiani al netto delle imposte risultano inferiori del 12% rispetto alla media europea; il divario rimane ancora inferiore dell’8% al lordo delle imposte.
Per i consumatori domestici appartenenti alla seconda fascia di consumo (1.000-2.500 kWh/anno), dove si concentra gran parte delle famiglie italiane, i prezzi interni al netto delle imposte sono inferiori del 7,6% rispetto alla media europea, al lordo delle imposte la differenza è del -6,2%.
Per le fasce di consumo superiori a quelle sopra evidenziate, i prezzi italiani risultano più alti della media europea.
Più in dettaglio, per la classe di consumo intermedia (2.500-5.000 kWh/anno) il prezzo al netto delle imposte evidenzia un divario con la media europea del +9%, la differenza sale però al +15% al lordo delle imposte. Tale categoria evidenzia per l’Italia un rialzo dei prezzi al lordo delle imposte del 9,3% rispetto al 2011, a fronte di un incremento medio del 6,2% a livello europeo. In altri paesi europei vi sono stati incrementi del prezzo finale per la stessa categoria superiori all’Italia, come per esempio nel Regno Unito (+15%) e in Spagna (+10% circa).
Al contrario, Germania e Francia vedono una variazione positiva del loro prezzo finale, sempre riferita alla categoria presa in esame, inferiore alla media europea a 27 paesi e pari rispettivamente a +4,2% e +1,3%. In tutti i principali paesi, con l’eccezione del Regno Unito, tale aumento è ascrivibile per una quota significativa all’aumento della componente imposte, inclusiva degli eventuali oneri parafiscali.
Il confronto con i principali paesi europei sui prezzi finali al lordo delle imposte per tutte le fasce di consumo evidenzia anche la forte progressività dei prezzi italiani. Per le prime due classi di consumo, i prezzi italiani risultano superiori solo a Francia e Regno Unito. In particolare, per la seconda classe di consumo il divario con il Regno Unito è di appena il 2%. Per la prima classe il prezzo finale è leggermente diminuito rispetto all’anno precedente.
L’incidenza delle imposte e degli oneri per l’Italia conferma la struttura progressiva, essendo inferiore al 38% per le prime due classi di consumo e circa il 50% per le altre classi. L’incidenza risulta in media del 45%, di cinque punti percentuali superiore alla media europea. I prezzi tedeschi risentono invece della maggiore pressione fiscale e degli oneri che risultano mediamente pari al 79% con punte del 90%. Il paese con il minor peso di imposte e oneri sui prezzi netti è il Regno Unito, con un’incidenza media del 5%.