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L’industria Elettrotecnica ed Elettronica italiana ha chiuso il 2008 con un fatturato aggregato pari a 62 miliardi di euro ( – 1,8% rispetto al 2007 ), dei quali 26 provenienti dall’export ( – 5,2% rispetto al 2007 ).
Un lieve recupero dell’economia è atteso non prima del 2010. Tuttavia, l’uscita dalla crisi non sarebbe definitiva e l’Italia continuerebbe comunque a perdere in competitività rispetto a tutti i principali Paesi, industrializzati ed emergenti, qualora non venisse pianificato in modo strategico lo sviluppo e il rinnovamento del sistema infrastrutturale nazionale che sconta un annoso ritardo. Lo sviluppo infrastrutturale e quello economico sono infatti inscindibilmente connessi. Le imprese dell’Elettrotecnica e dell’Elettronica italiane si preparano alla ripresa e cercano di accelerarne l’arrivo incrementando, nonostante tutto, la spesa in Ricerca e Sviluppo: 2,3 i miliardi di euro investiti nel solo 2008, pari al 3,8% del fatturato medio e in crescita del 5,1% rispetto all’anno precedente.

È questo il quadro che emerge dall’Assemblea annuale di Confindustria ANIE (Imprese Elettrotecniche ed Elettroniche) aderente a Confindustria, svoltasi il 25 giugno a Milano. Presenti, oltre al Presidente di Confindustria ANIE Guidalberto Guidi, il Sottosegretario di Stato per le Infrastrutture e Trasporti Mario Mantovani e il Viceministro per le Comunicazioni del Ministero dello Sviluppo Economico Paolo Romani. Ha concluso i lavori il Presidente di Confindustria Emma Marcegaglia. L’industria Elettrotecnica ed Elettronica italiana ha chiuso il 2008 con un fatturato aggregato pari a 62 miliardi di euro (-1,8% rispetto al 2007), dei quali 26 provenienti dall’export (-5,2% rispetto al 2007). Le tendenze recessive sono andate accentuandosi toccando l’apice a inizio 2009: nel primo quadrimestre dell’anno – nel confronto con il medesimo periodo del 2008 – il settore ha sperimentato una flessione dei livelli di produzione industriale (-10,6% per l’Elettronica; -30,4% per l’Elettrotecnica), del fatturato totale (-9,3% per l’Elettronica; -28,8% per l’Elettrotecnica), del portafoglio ordini (-25,6% per l’Elettronica; -29,7 per l’Elettrotecnica).

LA SITUAZIONE ATTUALE

L’industria Elettrotecnica ed Elettronica Italiana per dimensione di fatturato si colloca in terza posizione nell’Unione Europea a 27 Stati. Lo scenario evolutivo di medio periodo mostra una industria manifatturiera italiana in lieve recupero nel triennio 2011-13; in particolare, nel panorama industriale i comparti dell’Elettrotecnica potranno offrire un deciso contributo alla ripresa. Si sono già registrati nel 2008 risultati particolarmente positivi per il volume d’affari della Produzione energia (+28,5%), Trasmissione energia (+20,2%) e Distribuzione energia (+5,4%) oltre all’industria nazionale degli Ascensori e Scale Mobili (+5,9%).

Le esportazioni, che avevano costituito negli anni scorsi il motore dello sviluppo, hanno mostrato nel 2008 un arretramento repentino, dovuto al blocco contestuale su scala globale di consumi e investimenti.

Poco meno del 50% delle vendite oltreconfine di tecnologie elettrotecniche ed elettroniche si sono orientate anche nel 2008 verso i mercati storici della UE a 15 Stati. Al di fuori del canale europeo sono cresciute le esportazioni verso i Paesi OPEC e verso l’area asiatica.

COME USCIRE DALLA CRISI

Per uscire dalla crisi occorre innanzitutto rilanciare la domanda interna, insoddisfacente da almeno 10 anni. ANIE ritiene che sia imperativo e non più prorogabile lo sviluppo e il rinnovo del sistema infrastrutturale italiano attraverso una precisa strategia di investimenti. Il piano di interventi pubblici dovrebbe riguardare prioritariamente la componente tecnologica dell’offerta – dalla generazione, trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica, ai trasporti, alle comunicazioni, all’edilizia residenziale e terziaria – con importanti ricadute su produttività e sviluppo dell’economia nazionale.

“Il ritardo accumulato nell’ammodernamento della dotazione infrastrutturale ha penalizzato l’industria Elettrotecnica ed Elettronica nazionale, contribuendo a causare una perdita di fatturato quantificabile in 14 miliardi di euro negli ultimi 10 anni” – ha commentato Guidalberto Guidi , Presidente di Confindustria ANIE. “Le infrastrutture di rete ferroviaria necessitano di un adeguato piano di sviluppo, soprattutto nella componente del materiale rotabile” – ha continuato Guidi. “A questo si aggiunge lo storico ritardo nella diffusione della banda larga, che continua a penalizzare il nostro Paese, e la necessità di dare seguito agli investimenti sulla rete elettrica per far fronte alle più recenti indicazioni della politica energetica europea”.
“L’ampliamento della dotazione infrastrutturale accompagnerebbe lo sviluppo industriale nel suo complesso, accrescendo la produttività e la redditività delle imprese, facilitando gli scambi commerciali, migliorando l’attrattività del sistema territoriale e soprattutto – ha proseguito il Presidente Guidi – garantirebbe quantomeno la tenuta degli attuali livelli occupazionali”.

Sul fronte privato, una ulteriore criticità è costituita dal rallentamento del ritmo di crescita del debito bancario nei confronti delle imprese, in particolare delle realtà di minore dimensione. Se, da un lato, questa decelerazione è da attribuirsi alla ridotta domanda, un ruolo rilevante è certamente ricoperto dalle restrizioni dell’offerta di credito. “Per questo – conclude Guidi – una ulteriore istanza ANIE si concretizza nella richiesta rivolta agli istituti bancari di mantenere l’erogazione del credito alle imprese”.

Confindustria ANIE, con 1100 aziende associate e circa 170.000 occupati, rappresenta il settore più strategico e avanzato tra i comparti industriali italiani, con un fatturato aggregato di 62 miliardi di euro (di cui 26 miliardi di esportazioni). Il saldo della bilancia commerciale è attivo per circa 2 miliardi di euro. Le aziende ANIE investono in Ricerca e Sviluppo il 3,8% del fatturato, rappresentando il 40% dell’intero investimento in R&S effettuato dal settore privato in Italia.

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