Ultime news

La Guida CEI 64-17 “Guida all’esecuzione degli impianti elettrici nei cantieri”, che deriva dal Progetto CEI C.732, è costituita di dodici capitoli e tre appendici.
Ecco una sintesi dei contenuti di ciascun capitolo.

Capitolo 1 – Scopo campo d’applicazione
Dello scopo e del campo di applicazione abbiamo già parlato su queste pagine presentando il Progetto CEI C.732 (vedi PanEL n.8/99) con un articolo di Giuseppe Bosisio, segretario tecnico CEI. Per le definizioni – come aveva già sottolineato l’ingegner Bosisio – ci sono state difficoltà di accordo su quelle relative a: “impianto elettrico di cantiere; impianto elettrico fisso di cantiere; impianto movibile di cantiere e origine dell’impianto di cantiere”.
Rispetto al progetto la prima definizione “impianto elettrico di cantiere” è infatti ancora cambiata; ecco la forma definitiva: “… insieme di componenti elettrici, ubicati all’interno del recinto di cantiere, elettricamente associati in modo da rendere disponibile l’energia elettrica agli apparecchi utilizzatori del cantiere.
Fanno parte dell’impianto di cantiere anche i componenti elettrici alimentati tramite prese a spina ad eccezione degli apparecchi utilizzatori.azione delle volumetrie, realizzazione degli impianti elettrici e tecnologici, lavori di completamento, chiusura del cantiere)
Nota – Si considera parte dell’impianto elettrico di cantiere anche l’eventuale tratto della linea di alimentazione esterno al recinto di cantiere”.

Capitolo 2 – Informazioni da comunicare nelle fasi contrattuali
Le considerazioni riportate in questo capitolo sono incentrate sul fatto che gli utenti dell’impianto di cantiere possono essere diversi. Da qui la necessità che le persone preposte all’organizzazione informino gli operatori di cantiere in merito alle caratteristiche dell’impianto elettrico; ai criteri di sicurezza da adottare per un suo utilizzo corretto e ai rischi correlati all’utilizzo dei componenti elettrici. Per questo motivo la guida riporta (Allegato C) esempi di dichiarazioni che regolamentano le relazioni tra impresa appaltante e impresa utilizzatrice.

Importanti, nel caso di trasformazioni di edifici esistenti, sono le informazioni sui rischi ambientali dovuti alla presenza di linee elettriche attive, eventuali ambienti a maggior rischio in caso di incendio e con pericolo di esplosione.

Capitolo 3 – Condizioni del cantiere
Impianti elettrici attivi, rimandiamo a quanto detto a pagina 10 di PanEL n.8/99 e in particolare alla tabella “Esempi di situazioni a rischio nei cantieri”, che è rimasta invariata rispetto al Progetto CEI C.732.

Pur ammettendo che nelle usuali attività di cantiere, il rischio di incendio innescato dall’impianto elettrico è abbastanza remoto, la guida avverte che in alcuni casi, in particolare nelle ristrutturazioni di fici industriali o commerciali, potrebbero presentarsi le caratteristiche di “ambienti a maggior rischio in caso di incendio” o di “ambienti con rischio d’esplosione”. In questi casi l’impianto di cantiere deve adattarsi alle specifiche riportate nelle rispettive norme CEI. Infine, al paragrafo 3.11 “Distanze di sicurezza da linee elettriche”, si richiama il DPR 164/56 il quale prescrive che non possono essere eseguiti lavori in prossimità di linee elettriche aeree a distanza minore di 5 m dalla costruzione o dai ponteggi, a meno che, previa segnalazione all’esercente le linee elettriche, non si provveda ad una adeguata protezione atta ad evitare contatti accidentali o pericolosi avvicinamenti ai conduttori delle linee stesse.

Capitolo 4 – Alimentazione e sistemi di distribuzione
Un impianto elettrico di cantiere può essere alimentato in quattro modi:
– da rete pubblica a bassa tensione;
– da rete pubblica a media tensione;
– con gruppi elettrogeni funzionanti in isola o utilizzati come riserva;
– da un impianto esistente.
Per ciascuno di questi la guida fornisce le prescrizioni essenziali e lo schema del relativo sistema di distribuzione.
Nel caso siano disponibili prese di un impianto fisso preesistente al cantiere, è consentita l’alimentazione di apparecchi utilizzatori mobili o trasportabili, senza dover realizzare un impianto di cantiere.
È necessario rispettare le condizioni di sicurezza previste dalla Norma CEI 64-8, ed in particolare le prese utilizzate devono essere protette mediante un interruttore differenziale con corrente differenziale nominale di 30mA e l’impianto fisso deve essere realizzato in conformità alle norme, e risultare adatto a sopportare le condizioni ambientali derivanti dall’attività di cantiere. Si deve quindi verificare che la presenza di polveri, spruzzi d’acqua o passaggio di mezzi, ecc. siano sopportabili dall’impianto stesso.

Capitolo 5 – Condutture
Come anticipato quando è stato presentato il Progetto CEI C.732, il Capitolo 5 è molto importante perché si fissano caratteristiche e condizioni di posa dei tipi di condutture consigliate per l’attività del cantiere. In quell’occasione abbiamo riportato una tabella (PanEL n.8/99 pag.6) sulle tipologie di posa generalmente usate nei cantieri, che è stata in parte modificata. Per questo motivo la riproponiamo nella versione definitiva:

posa fissa posa
mobile
tubi protettivi
e canali
passerelle
e funi
interrato
tubi protettivi con
protezione
meccanica
modalità di posa numero CEI 64-8 / 5
tipo tensioni (V) 3, 34 11, 12, 13
17, 34
61 63
N07V-K 450 / 750 SI NO NO NO NO
N07BQ-F 450 / 750 SI SI NO NO SI
H07RN-F 450 / 750 SI SI NO NO SI
FG7OR 600 / 1000 SI SI SI SI NO
N1VV-K 600 / 1000 SI SI SI SI NO

E’ importante il paragrafo 5.3.1 “Temperature minime di posa” in quanto le basse temperature irrigidiscono gli isolanti e le guaine, per cui se i cavi vengono posati o recuperati, in tali condizioni si possono verificare danneggiamenti tali da compromettere la sicurezza dei cavi stessi. La guida ricorda che ogni tipologia di cavo ha dei precisi limiti di temperatura di posa imposti dalla sua costruzione e definiti dai costruttori: in via generale è sconsigliata la posa di cavi isolati e rivestiti in PVC a temperature inferiori a 5°C (per esempio cavo N1VV-K), mentre i cavi con isolante in gomma e guaina in PVC possono essere posati anche a 0°C (per esempio cavo FG7OR 0,6 / 1kV), infine cavi con guaina e isolante in gomma possono essere maneggiati anche a -25°C (per esempio cavo a guida raccomanda particolare attenzione sulle misure di protezione contro i contatti diretti ed indiretti e sulla necessità che tali misure siano rispettate attraverso controlli periodici.

Capitolo 6 – Prescrizioni per la sicurezza
Il capitolo 6 “Prescrizioni per la sicurezza” è articolato in diversi paragrafi e sottoparagrafi. Data l’importanza di queste prescrizioni raccomandiamo, anche ai più esperti, un attento esame dei contenuti sul testo originale della guida. Riportiamo solo il contenuto del paragrafo 6.7 “Protezioni in luoghi conduttori ristretti”, che ci sembra particolarmente interessante perchè chiarisce cosa si intende per “luoghi conduttori ristretti” “… luoghi limitati essenzialmente da superfici metalliche o comunque conduttrici nel quale è probabile che una persona possa venire in contatto con tali superfici attraverso un ampia parte del suo corpo, ed è limitata la possibilità di interrompere tale contatto.

Esempi di luoghi conduttori ristretti presenti nei cantieri sono piccole cisterne metalliche, interno di tubazioni metalliche, cunicoli umidi, scavi ristretti nel terreno e tralicci. Il luogo conduttore ristretto può essere applicabile anche a situazioni in cui l’operatore è in ambiente ampio ma a stretto contatto, su larga parte del corpo, con superfici conduttrici, per esempio lavori con cinture di sicurezza su strutture metalliche.
Gli utensili portatili e gli apparecchi di misura trasportabili o mobili utilizzati in questi luoghi, devono essere alimentati a bassissima tensione di sicurezza (SELV) o devono essere protetti per separazione elettrica. Per le lampade portatili è ammessa solo la alimentazione a bassissima tensione di sicurezza (SELV). Sia il trasformatore di isolamento che il trasformatore di sicurezza dei sistemi SELV debbono essere tenuti all’esterno del luogo conduttore ristretto”. Per quanto riguarda la protezione contro i contatti diretti ed indiretti a seguito di guasti sulla media tensione in impianti con cabina propria, l’argomento è trattato nella guida CEI 11-37 che è attualmente in fase di revisione. Un aspetto importante per la sicurezza, che la guida fa notare, ma forse non mette sufficientemente in evidenza è impedire che un utente possa accedere alle morsettiere, e realizzare derivazioni dai quadri esistenti senza autorizzazione.

Capitolo 7 – Quadri elettrici di cantiere ASC
Il capitolo 7 espone i criteri essenziali di scelta ed installazione dei quadri per cantiere. Quando si realizza un impianto di cantiere, questo deve sempre risultare protetto da un quadro generale di cantiere, anche se l’alimentazione è derivata da un impianto fisso esistente o anche se l’impianto di cantiere è compostoda sole parti mobili. I quadri per la distribuzione dell’elettricità nei cantieri debbono essere conformi alla Norma CEI EN 60439-4.
I quadri elettrici installati in locali considerati locali di servizio del cantiere non sono considerati quadri per cantiere, ma sono soggetti alle Norme CEI EN 60439-1, CEI EN 60439-3 o CEI 23-51 ed alle prescrizioni dell’articolo 704.537 della Norma CEI 64-8 relative ai dispositivi di sezionamento e comando. Grado di protezione Il grado di protezione minimo richiesto per i quadri di cantiere è IP44, con l’eccezione del frontale interno per il quale è ammesso IP21 a condizione che questo si trovi protetto da un portello che assicuri in ogni caso verso l’esterno il grado IP44.
La guida fa notare che i quadri elettrici costruiti prima del 1/8/2002, data limite di applicazione della variante 2 alla Norma EN 60439-4, possono avere un grado di protezione minimo IP43.
La norma CEI di recepimento della variante è in preparazione.
Prescrizioni particolari Il quadro per cantiere deve risultare adatto al posizionamento anche in luoghi impervi, mantenendo comunque la posizione verticale (fanno eccezione i quadri ad uso mobile); le uscite cavi debbono avere una distanza minima dal suolo compatibile con il raggio di curvatura dei cavi allacciabili; il quadro deve essere dotato di mezzi per sollevamento e trasporto; i morsetti terminali debbono essere adatti a ripetuti allacciamenti. Il coordinamento tra i dispositivi di protezione deve essere concordato tra il costruttore dell’ASC e l’utilizzatore: in mancanza di richieste valgono le istruzioni del costruttore.
L’organo di azionamento del dispositivo di arresto di emergenza deve essere accessibile in tutte le possibili condizioni di utilizzo del quadro. Il dispositivo di arresto di emergenza è richiesto per tutte le macchine che possono causare pericolo quali ad esempio, gru, betoniere e sistemi di pompaggio, e deve essere installato dal relativo costruttore come prevede la Direttiva Macchine.
In una nota al paragrafo 6.9 “Arresto di emergenza” la guida specifica che dispositivi di arresto di emergenza aggiuntivi possono essere installati sui quadri ASC più vicini alle apparecchiature da proteggere prevedendo che l’azionamento non provochi ulteriori pericoli, ad esempio mancanza dell’illuminazione del cantiere.

Capitolo 8 – Prese a spina, avvolgicavi e cordoni prolungatori
Il Capitolo 8 riguarda componenti che presentano la stessa importanza dei quadri considerati nel capitolo precedente, ossia prese a spina, avvolgicavi e cordoni prolungatori. Per le prese a spina la guida riporta tipologia e modalità di impiego prescritte dalle norme.
Le prescrizioni sulle modalità di impiego derivano dal documento HD 384.7.704 S2 recentemente approvato ed in fase di recepimento come norma CEI. Secondo tale documente le prese a spina devono essere protette da un dispositivo a corrente differenziale, con corrente d’intervento minore di 30mA se aventi corrente nominale non superiore a 32A, oppure essere alimentate da sorgenti SELV, oppure utilizzare la separazione elettrica dei circuiti. Per avvolgicavi e cordoni prolungatori (prolunghe) il cavo deve essere di tipo H07RN-F. Ricordiamo che gli avvolgicavo devono essere conformi alla Norma CEI EN 61316.
La guida fornisce una tabella che indica la lunghezza di cavo per una caduta pari al 2% con carico nominale; e consiglia di mantenersi al di sotto delle lunghezze riportate.

Capitolo 9 – Illuminazione di cantiere
L’attività di cantiere, fa notare la guida, è abitualmente svolta durante il periodo di luce diurna; ne segue che l’esigenza di illuminazione artificiale nasce solo per cantieri con cicli di lavorazione continui, o comunque di durata abitualmente superiore a quella diurna, o per attività in gallerie, locali interrati e altri ambienti generalmente bui.