
La sicurezza elettrica dei pazienti nelle strutture sanitarie è una priorità assoluta. Essa ricopre un ruolo fondamentale a garanzia della salute e dell’incolumità dei pazienti e del personale basandosi sulla corretta applicazione delle norme, l’adozione di impianti sicuri e regolarmente controllati, la riduzione al minimo dei rischi elettrici. Nela Norma CEI 64-8 i locali medici sono classificati in tre gruppi, relativamente alle caratteristiche degli apparecchi elettromedicali impiegati e all’attività medica svolta. Nei locali di “gruppo 0” non si utilizzano apparecchi elettromedicali con parti applicabili al paziente.
Nei locali di “gruppo 1” le parti applicate sono destinate ad essere utilizzate esternamente o anche invasivamente ad eccezione della zona cardiaca. Nei locali di “gruppo 2” le parti applicate sono destinate ad essere utilizzate in applicazioni quali interventi intracardiaci, chirurgici, terapie intensive, ecc. dove il paziente è sottoposto a trattamenti vitali. In quest’articolo vengono riportati alcuni elementi imprescindibili a garanzia della sicurezza elettrica del paziente; la tipologia di impianto elettrico in utilizzo e i suoi elementi; suggerimenti per evitare oppure saper gestire situazioni di pericolo e di rischio esistenti oppure possibilmente verificabili.
Sicurezza elettrica del paziente
La sicurezza elettrica può essere definita come un insieme di azioni preventive da intraprendere per ridurre al minimo o anche per eliminare completamente il rischio di incidenti per i pazienti, il personale sanitario, le apparecchiature e le infrastrutture mediche. La stragrande maggioranza dei dispositivi medici sono elettronici, alimentati da appositi alimentatori e dalla rete elettrica. Nel caso si verifichi un guasto elettrico di sicurezza, eventuali lesioni al paziente rappresentano un rischio elevato.
Poiché la sicurezza del paziente è sempre e comunque posizionata al primo posto nella scala delle priorità, risulta fondamentale essere adeguatamente informati, pianificare ed operare al riparo da qualsiasi fattore di rischio. In una struttura sanitaria l’obiettivo prioritario di un’area critica è quello di contribuire alla sicurezza sia della vita dei pazienti che di quella del personale medico e paramedico oltre che garantire un continuo e metodico controllo sulle apparecchiature elettriche e sui dispositivi in utilizzo soprattutto nelle procedure invasive come ad es. quelle che prevedono tagli o incisioni dei tessuti. Infatti, sia il paziente che per il personale medico possono essere esposti al pericolo di folgorazione dovuto a correnti di “dispersione” o addebitabile a “guasti” alle apparecchiature elettromedicali in uso.
Il problema principale per il paziente e l’ambiente sanitario è che sia garantita la sicurezza elettrica nelle diverse aree di utilizzo medico al fine di ottenere:
– di limitare correnti di dispersione, dal punto di vista della connettività tra paziente e strumentazione;
– di evitare inutili interruzioni di corrente garantendo in tal modo:
• la continuità dell’alimentazione come dipendenza del paziente dall’apparecchiatura;
• lo stato di coscienza del paziente.
Considerazioni di base sulla sicurezza elettrica del paziente
La pelle umana ha una resistenza compresa tra 1kΩ e 100 kΩ, mentre sotto la pelle la resistività scende drasticamente a livelli compresi tra 100 e 200 Ω. Qualsiasi procedura che riduca o elimini la resistenza cutanea renderà il paziente un soggetto elettricamente suscettibile (in caso di procedura invasiva). In assenza di un’adeguata protezione, una scarica elettrica potrà circolare più facilmente a “terra” e la defibrillazione cardiaca verificarsi con una corrente inferiore a 10 mA.
Nella valutazione dell’impianto elettrico, deve essere valutata la potenza del trasformatore di isolamento del sistema di alimentazione isolato, che dovrebbe essere compresa tra 0,5 e 10 kVA. Il monitor di isolamento dovrebbe generare un allarme quando la resistenza di isolamento tra fase e terra è inferiore a 50 kΩ. Ogni struttura sanitaria deve disporre di interruttori differenziali nel proprio impianto elettrico, perché proteggono dai pericoli di folgorazione nelle aree umide. Non devono essere predisposte apparecchiature elettriche a meno di 1,50 m dal pavimento. Le apparecchiature elettriche fisse e tutte le prese devono essere collegate al sistema di isolamento per proteggere i pazienti. Le prese di corrente che alimentano le aree generali o critiche dei pazienti devono essere progettate per poter alimentare il numero massimo di apparecchiature che necessitano di essere azionate contemporaneamente.
Progettazione di un programma di sicurezza elettrica
L’elemento chiave è senza dubbio una ergonomica progettazione e l’attuazione di un programma di sicurezza elettrica, che fin dall’inizio possa contare su: personale sanitario adeguatamente istruito e formato; una corretta progettazione degli impianti elettrici ospedalieri; una manutenzione programmata e ottimale di tutte le apparecchiature elettromedicali in utilizzo. Grazie a questo programma, si è in grado di classificare le procedure del paziente in base al tipo di contatto tra il paziente e l’apparecchiatura medica (alto rischio – cardiaco, rischio medio – contatto con il corpo, basso rischio – contatto casuale). Allo stesso tempo si può:
– creare un controllo e un monitoraggio dell’ispezione elettrica delle apparecchiature elettromedicali;
– formulare un programma di manutenzione preventiva complementare, in conformità con le raccomandazioni del produttore;
– evitare l’utilizzo di prolunghe o adattatori a parete nelle aree di cura del paziente.
Importanza dello schema elettrico
Per evitare gli effetti indesiderati della corrente elettrica, soprattutto nelle situazioni in cui il paziente è indifeso e particolarmente esposto, è indispensabile che lo schema elettrico dell’impianto sia ad uso medico. Considerando che un paziente anestetizzato, sedato o inabile non possa reagire al contatto elettrico e che lo stesso sia anche invasivo, gli effetti prodotti risulteranno essere ancora più gravi.
Nella considerazione che questi effetti possano verificarsi, gli impianti elettrici presenti nelle sale operatorie, nei locali delle Unità di Terapia Intensiva, ecc. richiedono una speciale tipologia di impianto elettrico noto come “schema IT” per uso medico, ovvero un impianto in cui la rete elettrica è isolata da terra. Se un paziente entrasse quindi in contatto con un conduttore elettrico, la corrente non lo attraverserebbe perché il circuito non risulta chiuso grazie alla messa a terra dell’impianto. È fondamentale installare un trasformatore di isolamento (e il conseguente rilevatore di isolamento) per monitorare permanentemente la dispersione della corrente verso terra e quando ciò accade, il rilevatore avviserà che si è in una situazione di pericolo.
Guida per conoscere lo stato dell’impianto elettrico di un presidio ospedaliero
Nell’ambito della sicurezza del paziente un elemento chiave è quello di conoscere lo stato dell’impianto elettrico di un’Unità Ospedaliera con le dovute verifiche aggiornate, sia essa una stanza, una sala operatoria, post-operatoria, ecc. Sono questi infatti i contesti in cui se non si è protetti da adeguati sistemi di sicurezza elettrica, si evidenziano rischi elevati correlati ad eventuali guasti elettrici. Il fondamentale “modus operandi” è quello di garantire negli Ospedali una supervisione attenta e costante a tutti gli impianti elettrici presenti ed in particolare:
– eseguire test di messa in servizio, funzionamento e manutenzione;
– prevedere l’installazione di una fonte alternativa di alimentazione elettrica per le protezioni elettriche che garantiscano la continuità dei servizi;
– avere un sistema di trasferimento automatico con interruzione di rete;
– installare un UPS o un gruppo di continuità per le aree critiche atto a garantire la continuità del servizio in caso di interruzioni di corrente;
– avere un sistema di alimentazione o di messa a terra isolato in aree critiche per proteggere la vita del paziente in caso di interruzione di corrente.