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Il ridimensionamento degli incentivi alle fonti rinnovabili, fotovoltaiche e non, è sempre stato un obiettivo prioritario per il Ministro dello Sviluppo Economico Flavio Zanonato.
Il Ministro, nel corso della conferenza stampa di presentazione del “Decreto del fare” aveva dichiarato che i sistemi di incentivazione alle rinnovabili costituivano un peso per le famiglie e le imprese italiane (“D’intesa con il ministro dell’Ambiente andremo a un provvedimento generale che valorizzando le energie rinnovabili rimoduli i contributi tenendo conto dei diversi aspetti che sono importantissimi per le nostre industrie”, aveva spiegato).
Nella Relazione annuale 2013 infatti, l’Autorità per l’energia elettrica e il gas ha calcolato che nel 2015 il sistema di incentivi alle rinnovabili elettriche peserà per 12,5 miliardi di euro sulle bollette.
Il conto energia ha raggiunto la soglia dei 6,7 miliardi di euro, gli incentivi alle FER oltre 4,3, gli extra-oneri, cioè le forme implicite di agevolazione, oltre 1,2 miliardi di euro all’anno.

Al Meeting di Rimini il Ministro ha spiegato che l’obiettivo del Governo è ridurre la fiscalità sul lavoro e il costo dell’energia elettrica che è elevato rispetto agli altri Paesi europei “perché abbiamo molti incentivi sulle rinnovabili”. Zanonato, pur riconoscendo che gli incentivi alle energie alternative sono “una cosa positiva perché produciamo inquinando meno”, ha annunciato: “occorre trovare un equilibrio altrimenti le produzioni si spostano dove si inquina di più”.

Ecco la proposta: “Senza toccare gli interessi dei produttori di energia e spalmando su un periodo più lungo, ad esempio 9 miliardi l’anno invece di 12,5 miliardi, si concedono più risorse a famiglie e imprese”. I prossimi passi in questa direzione probabilmente al primo Consiglio dei Ministri di settembre.