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Inizierà lunedì prossimo (7 dicembre) il vertice internazionale COP15 di Copenhagen, che dovrebbe portare a un accordo globale internazionale, post 2012, sui cambiamenti climatici.
Energie rinnovabili, emissioni di CO2, finanziamenti, trasferimento di tecnologia e molte altre questioni verranno discusse al COP15 di Copenaghen (7 – 18 dicembre).
L’Unione europea, con il suo “pacchetto 20/20/20”, si è già impegnata a diminuire le emissioni del 20% e aumentare l’energia rinnovabile del 20% entro il 2020. Ed è pronta a fare di più se anche gli altri Paesi sviluppati mostreranno buona volontà. I Paesi sviluppati, USA compresi, accetteranno target di riduzione vincolanti? I Paesi in via di sviluppo faranno la loro parte? Il Parlamento auspica un accordo ambizioso e giuridicamente vincolante sulla riduzione delle emissioni per i paesi sviluppati e per quelli in via di sviluppo, il finanziamento di azioni di mitigazione e adattamento nei Paesi poveri e a sanzioni per la non osservanza. Le generazioni future potrebbero non poter controllare i cambiamenti climatici se l’azione globale fosse ancora rinviata.

Ricordiamo che, nel dicembre del 2008, il Parlamento ha dato il via libera al cosiddetto “pacchetto clima 20/20/20”, che impegna i Paesi UE a ridurre del 20% le emissioni di gas a effetto serra, a accrescere l’efficienza energetica del 20% e aumentare le rinnovabili del 20% entro il 2020.